Le soldatesse |
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Un film di Valerio Zurlini.
Con Mario Adorf, Valeria Moriconi, Anna Karina, Lea Massari, Tomas Milian.
continua»
Drammatico,
b/n
durata 120 min.
- Italia 1965.
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LE SOLDATESSE DI ZURLINIdi fedeletoFeedback: 49430 | altri commenti e recensioni di fedeleto |
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lunedì 11 febbraio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Nel 1941,in piena occupazione fascista ad Atene,il tenente Martino accetta l'incarico di trasportare un camion pieno di prostitute per i militari.Aiutato dal segente Cstagoli e dal maggiore Alessi,compiera' questo viaggio,ma i problemi saranno molti,dalla controffensiva partigiana che uccidera' le camice nere e un'innocente prostituta,fino alla pazzia del maggiore che uccide una delle prostitute perche' ferita e colpevole di rallentare il gruppo.Pertanto Martino si innamorera' di Eftichia,ma alla fine ella preferira' salire le montagne dove unirsi con la resistenza.Valerio Zurlini(estate violenta,la ragazza con la valigia) dopo l'ottimo CRONACA FAMILIARE,si concentra sul tema della guerra italiana in Grecia,e fin dall'inizio esprime la sua riluttanza a comprendere un simile episodio.Tratto da un romanzo di Ugo Pirro,e sceneggiato da Benvenuti,De Bernardi e lo stesso Zurlini,la storia si muove sui contenuti presenti nei film precedenti di Zurlini,ovvero l'abbandono e la solitudine.Eftichia,e' una donna perduta che non sopporta l'idea di vedere il suo popolo ferito in questa maniera,e soprattutto non vuole essere oggetto di milizie italiane,ella e' la sensibilita'(la scena in cui non accetta il medicinale se non lo si da a tutte),e la speranza nel domani,aiutata dalla sua amica Elenitza,spensierata e serena nonostante l'episodio della guerra.Da un lato dunque si ha un dualismo chiaro ed evidente,Eftichia e' colei che vive in solitudine e si nutre di cio',e come dice la sua amica Elenitza,ella non puo' odiare gli altri,odia se stessa.L'abbandono ritorna nel momento finale,ove appunto Martino e Eftichia si separano e mentre una sale le montagne(una metafora del salire in cielo?) per unirsi alla resistenza,Martino invece rimane a fissarla esprimendo il futuro degli avvenimenti.I due sono cosi' uniti nel sentimento ma non nelle scelte,e l'abbandono diventa obbligato.Zurlini inoltre si sofferma seppur temporaneamente sul concetto di crudelta' della guerra,la scena della fucilazione rimane impressa,e soprattutto lio sguardo di Eftichia.Martino rimane il soldato confuso e innamorato,ma soprattutto deluso da questo orrore della guerra.Le scene interessanti comunque rimangono molte,dalla battuta del gerarcha fascista,ove non ci sono gradi sono tutti porci(non c'e' dunque morale),al camion che porta le donne come fosse un carico bestiame,si riesce a vedere l'orrore della guerra dagli occhi di Eftichia come fosse un libro aperto e chiaro.Ottime musiche di Mario Nascimbene.Milian e' ottimo nella parte,ma la cantante francese Marie Laforet e' magistrale.
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