Il circo

Un film di Charles Chaplin. Con Charles Chaplin, Al Ernest Garcia, Merna Kennedy, B. Morissey.
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Titolo originale The Circus. Drammatico, b/n durata 76 min. - USA 1928. MYMONETRO Il circo * * * 1/2 - valutazione media: 3,94 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Charlot va al Circo... Valutazione 5 stelle su cinque

di chriss


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giovedì 19 agosto 2010

Il Circo, di Charlie Chaplin, è un' opera cinematografica piena di poesia, comicità e malinconia. Il film, che glorificò l' artista londinese con un premio speciale (Oscar alla carriera), è un omaggio alla dura vita dei lavoratori del Circo. Tutti noi, che almeno una volta abbiamo certamente assistito ad uno spettacolo circense, sappiamo benissimo che tale vita, intrapresa da inservienti, clown, equilibristi, domatori, maghi e così via, è massacrante, colma di sacrifici, anche dal punto di vista degli spostamenti. Charlie Chaplin lo sapeva. Il film è anche una metafora della vita e del destino che si beffa del nostro amato vagabondo. Quando Charlot entra nelle grazie del padrone del Circo, costui lo sfrutterà, al fine di far ridere gli spettatori ed eventualmente attirarne degli altri. Il che vuol dire successo, soldi ed una vita più duratura per tutti, specie per gli artisti. In più Charlot, per amore della figlia del padrone, sarà costretto a fare anche un numero da equilibrista, altamente rischioso sulla corda. Proprio questo numero è un esempio di comicità assoluta: Charlot sarà attaccato da un gruppo di scimmie scatenate che si era liberato da una valigia del carrozzone. Una di queste scimmie infilerà la sua coda nella bocca del malcapitato Charlot; un' altra gli morderà il naso, un' altra ancora gli occluderà la vista. Per fare questa scena, Charlie Chaplin dovette imparare veramente, fuori dalla scena intendo, a stare in equilibrio: un altro esempio, se mai ce ne fosse bisogno, della sua enorme professionalità di artista. La scena in cui Charlot finisce, sbadatamente, nella gabbia del leone, fu ripetuta per circa duecento volte. Il premio Oscar, secondo il mio parere, lo ottenne anche per motivi tecnici e di vita privata . Una serie di disavventure, che avvennero prima e durante le riprese del film, contribuirono ad allungarne i tempi. Lo stesso Chaplin, che stava affrontando un divorzio, passò un periodo di crisi. Per approfondire tali avversità, capitate al regista e alla suddetta opera cinematografica, potete consultare benissimo il Circo del 1928 su Wikipedia. A me interessava far sapere a tutti quanto duro lavoro costò questo film. L' Oscar fu strameritato, anche dal punto di vista di ciò che ci offre a livello sentimentale: innamoramento e gioia di amare, illusione e conseguente disillusione. L' amore che Charlot dimostra per la ragazza si scioglierà come la neve al sole. Il nostro eroe, una volta appreso che la ragazza di cui si è innamorato si è invaghita di Rex l' equilibrista, donerà all' artista un anello che aveva precedentemente comprato da un clown. Un gesto alla Charlot. Fondamentale per capire il resto. La sua bontà di cuore non si fermerà qui. La ragazza, costantemente picchiata dal padre-padrone, vorrebbe fuggir via con Charlot. Il quale, invece di andarsene con lei, dice a Rex dove si trova la ragazza, incoraggiandoli così ad unirsi in quello che dopo diventerà un vero matrimonio. Il Circo è un film bellissimo, anche in funzione del suo finale malinconico: vedere Charlot, che non prende l' ultima carrozza per intraprendere con i circensi un nuovo viaggio o andarsene per i fatti suoi con la sua stravagante camminata, è una scena struggente. Lo stesso Chaplin, poco prima dell' inizio del film, ci aveva presentato così il Circo: "Un mondo di segatura, di lacrime e di risate". Chaplin, con queste parole, ci fa intendere che fosse un artista che della vita sapeva capito tutto! Le sit-com, in questo film, si sprecano, ma tre di esse sono formibabili. Vediamo la prima. Quella del ladro con cui s' imbatte Charlot è una "roba mai vista". Non la svelerò per la sua interezza, ma posso dirvi che due ladri (Charlot è uno di questi casualmente) vengono inseguiti da due poliziotti, finendo in un baraccone d' illusioni: specchi magici, tappeti scorrevoli e così via. Le risate saranno assicurate. Questa scena, però, avviene prima che Charlot entri a lavorare nel Circo. Precedentemente era stato scartato. Non aveva superato le due prove d' ammissione (la prova del barbiere e di Guglielmo Tell). Quando casualmente viene assunto, anche per l' auto-licenziamento di alcuni inservienti che non ricevevano da tempo la paga, le risate del pubblico si faranno fragorose. Lo acclameranno giorno dopo giorno. Ora vediamo la seconda e la terza. Per tre o quattro volte Charlot verrà inseguito da un mulo o da un asino impazzito che scalcia a ripetizione. Anche la scena di Chaplin che ingoia la pillola del cavallo malato è divertentissima. Charlot dirà: "Il cavallo ha soffiato per primo!" Concludo dicendo questo: se il Circo è un' illusione che a volte disillude i suoi artisti oppure i suoi spettatori, allora Chaplin non ci ha illuso, ma ci ha regalato una verità di altissima poesia cinematografica. Da vedere assolutamente! Palmieri Christian

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