Stamattina non credevo ai miei occhi:un film poco conosciuto,ma importante per la filologia del poliziesco italiano. Del grande Di Leo,per giunta. Era lì invenduto,chissà da quanti mesi nel caos di una bancarella gestita da cinesi. L'ottimo "Thriller italiano in 100 films" (Le Mani),che ho da poco letto,lo annoverava tra le opere più degne di esser viste nella storia della filmografia di genere nostrana. In effetti,seppur debitore di un'origine letteraria Doc quale le novelle di Scerbanenco,questo poliziesco della prima ora si fa apprezzare per l'impronta decisa che vi infonde il regista,con qualche anno di anticipo rispetto al suo capolavoro assoluto "Milano calibro 9",ispirato ancora alle opere dello scrittore di origine russa.
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Stamattina non credevo ai miei occhi:un film poco conosciuto,ma importante per la filologia del poliziesco italiano. Del grande Di Leo,per giunta. Era lì invenduto,chissà da quanti mesi nel caos di una bancarella gestita da cinesi. L'ottimo "Thriller italiano in 100 films" (Le Mani),che ho da poco letto,lo annoverava tra le opere più degne di esser viste nella storia della filmografia di genere nostrana. In effetti,seppur debitore di un'origine letteraria Doc quale le novelle di Scerbanenco,questo poliziesco della prima ora si fa apprezzare per l'impronta decisa che vi infonde il regista,con qualche anno di anticipo rispetto al suo capolavoro assoluto "Milano calibro 9",ispirato ancora alle opere dello scrittore di origine russa. Zoom frequenti mai gratuiti e messa a fuoco di un personaggio a discapito dell'altro costituiscono parte della cifra stilistica del grande regista campano.Una vicenda claustrofobica,occasione per raccontare con efficacia un mondo di emarginazione lontano nel tempo,ma sempre attuale. Ottimi Marzio Margine (Carolino) e Pier Paolo Capponi (commissario Duca Lamberti),ambigua e di forte impatto la bellissima Susan Scott,anche conosciuta come Nieves Navarro,una regina del giallo italiano di li a pochi anni a seguire. Con piccoli-grandi films come questo non può non far capolino la nostalgia per una stagione irripetibile,fecondissima,del nostro cinema di genere,estintosi da almeno trent'anni.
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