laurence316
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martedì 1 novembre 2016
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l'apice del cinema di hong kong e di john woo
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Liberamente ispirato a Frank Costello faccia d'angelo di Melville, The Killer è il capolavoro assoluto di Woo, uno dei più significativi esempi del cinema d'azione made in Hong Kong. Sotto la scorza di film d'azione violenta, però, si cela molto di più: una complessità di temi non usuale così come un attento approfondimento delle psicologie dei personaggi, che risultano realistici, credibili e soprattutto ricchi di sfumature e anche di contraddizioni.
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Liberamente ispirato a Frank Costello faccia d'angelo di Melville, The Killer è il capolavoro assoluto di Woo, uno dei più significativi esempi del cinema d'azione made in Hong Kong. Sotto la scorza di film d'azione violenta, però, si cela molto di più: una complessità di temi non usuale così come un attento approfondimento delle psicologie dei personaggi, che risultano realistici, credibili e soprattutto ricchi di sfumature e anche di contraddizioni.
Al di là dell'evidente simbolismo religioso (cristiano), è un film profondamente pessimista e senza vie di scampo, un racconto duro e tremendo, mirabile fusione di azione, noir e melodramma. E poi, sul versante spettacolare, rimane qualcosa di eccezionale, un film che ha fatto scuola (vedi Tarantino e soci) fra scene d'azione ricche e iperrealistiche, perfettamente coreografate e di altissima qualità, grazie soprattutto al sorprendente senso dello spazio e del ritmo del regista. In The Killer è presente un senso dell'azione straordinario, che fa impallidire qualunque film di genere di produzione americana (l'indimenticabile scena finale è da sola uno dei motivi irrinunciabili per cui vedere il film, oltre che probabilmente una delle migliori pagine del cinema d'azione).
Iperviolento ma intelligente, nostalgico ma non prolisso, melodrammatico ed emozionante, The Killer è una tappa fondamentale nel percorso di crescita del cinema d'azione e del regista John Woo, sicuramente uno dei migliori film degli anni '80.
Gran parte dello script viene scritto dal regista sul set, durante le riprese durate 90 giorni, di cui 26 dedicati solo alla scena della sparatoria nella casa sulla spiaggia e altri 36 a quella finale nella chiesa. Prodotto su un budget di circa 14 milioni di dollari hongkonghesi (2 milioni di dollari americani), non è un immediato successo, ma, fortunatamente, si afferma ben preso sia nei mercati orientali che in quelli occidentali, diventando un nuovo cult movie.
Il titolo originale, in cinese mandarino, significa "Due proiettili eroici".
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peppe.simeone
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venerdì 14 ottobre 2011
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un esempio di cinema d'azione
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In una chiesa scura e deserta, un uomo seduto aspetta che gli venga assegnato il suo prossimo lavoro: di professione fa il killer. Dotato di una estrema fredezza e precisione, riesce come al solito a terminare il suo obiettivo. Tuttavia, durante l'azione, una giovane e bella cantante perde la vista. Questo l'inizio di uno dei film più belli di Jhon Woo, interpretato dal solito Chow Yun-Fat che qui fa coppia con un grande Danny Lee, il suo antagonista-alleato insieme al quale, in un finale tragico ed inesorabile, affronterà il suo destino. Il punto di forza del film sta nella sceneggiatura avvincente e ricca di colpi di scena e nella caratterizzazione a tutto tondo dei personaggi; indimenticabile soprattutto il killer, tanto freddo ed invincibile nel suo lavoro quanto sensibile ed umano al di fuori di esso( da brividi la scena della bambina condita da sparatoria ed inseguimento automobilistico).
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In una chiesa scura e deserta, un uomo seduto aspetta che gli venga assegnato il suo prossimo lavoro: di professione fa il killer. Dotato di una estrema fredezza e precisione, riesce come al solito a terminare il suo obiettivo. Tuttavia, durante l'azione, una giovane e bella cantante perde la vista. Questo l'inizio di uno dei film più belli di Jhon Woo, interpretato dal solito Chow Yun-Fat che qui fa coppia con un grande Danny Lee, il suo antagonista-alleato insieme al quale, in un finale tragico ed inesorabile, affronterà il suo destino. Il punto di forza del film sta nella sceneggiatura avvincente e ricca di colpi di scena e nella caratterizzazione a tutto tondo dei personaggi; indimenticabile soprattutto il killer, tanto freddo ed invincibile nel suo lavoro quanto sensibile ed umano al di fuori di esso( da brividi la scena della bambina condita da sparatoria ed inseguimento automobilistico). Il ritmo stordente, l'ironia filosofica (scena della morte della signora in autobus) e l'iperviolenza irrealmente realistica lo rendono sicuramente un esempio e un massimo esponente del cinema d'azione. Fondamentale come al solito il contributo degli stunt-man, grande vanto del cinema Hong-kongese.
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stefano burini
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domenica 11 dicembre 2011
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the movie killer
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La summa dello stile e dell'estetica di John Woo. Punto e a capo. Laddove “A Better Tomorrow” mostrava i primi germogli di un talento che doveva ancora del tutto sbocciare, “The Killer” è completo e compiuto. Non un cedimento, né sul versante della sceneggiatura (tallone d'Achille di “A Better Tomorrow” in alcune circostanze) né su quello del ritmo, e questa volta gli attori sono di un livello decisamente superiore, più adatti a ricoprire i ruoli richiesti loro dal Maestro di Hong Kong. Chow Yun-Fat è semplicemente grandioso, non ha nulla da invidiare ai mostri scari dell'action made in Hollywood e, anzi aggiunge un surplus di drammaticità e disincanto ai suoi personaggi che si sposa perfettamente con l'etica nichilista eppure “onorevole” di John Woo.
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La summa dello stile e dell'estetica di John Woo. Punto e a capo. Laddove “A Better Tomorrow” mostrava i primi germogli di un talento che doveva ancora del tutto sbocciare, “The Killer” è completo e compiuto. Non un cedimento, né sul versante della sceneggiatura (tallone d'Achille di “A Better Tomorrow” in alcune circostanze) né su quello del ritmo, e questa volta gli attori sono di un livello decisamente superiore, più adatti a ricoprire i ruoli richiesti loro dal Maestro di Hong Kong. Chow Yun-Fat è semplicemente grandioso, non ha nulla da invidiare ai mostri scari dell'action made in Hollywood e, anzi aggiunge un surplus di drammaticità e disincanto ai suoi personaggi che si sposa perfettamente con l'etica nichilista eppure “onorevole” di John Woo.
Azione, spari, morti che non si contano, sequenze d'azione lunghissime e un senso dello spettacolo non comune: le ambientazioni (la Chiesa, la stazione, il porto) sono sempre fortemente connotate da un punto di vista simbolico, i movimenti di Chow Yun-Fat e degli altri sicari-eroi sono quasi coreografici ed enfatizzati da un uso sapiente del ralenti; il resto lo fanno le facce, un intrigo poliziesco senza pause e gli onnipresenti temi dell'onore e dell'amicizia virile, veri e propri topoi del cinema di Woo. Un action movie iperviolento e crepuscolare, un capolavoro, senza tanti giri di parole, e nel vederlo ci si può rendere conto di quanto abbia inciso sull'immaginario action made in U.S.A. di tutti gli anni '90, da Die Hard II (alcune sequenze sono dei palesi omaggi a “The Killer”) passando per l'intera cinematografia Tarantiniana, in particolare da Kill Bill. Il vero rammarico è che durante la sua avventura nella Città dei Sogni, Woo sia riuscito solo raramente ad emergere per il maestro che è (il buon “Nome in Codice Broken Arrow” e l'ottimo “Face Off”) pur rimanendo lontano dagli standard dei tempi di Hong Kong e perdendosi talvolta in produzioni di scarsa qualità e/o non adatte a valorizzarne lo stile (vedasi “Senza Tregua”, “Windtalkers” e “Mission Impossible II”). Imperdible.
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jacopo b98
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martedì 26 agosto 2014
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leggendario!
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Il killer Jeffrey (Chow) è incaricato di un ultimo lavoro: uccidere un uomo durante una regata. Chiede 5 milioni di compenso poiché vuole pagare un intervento per la vista ad una cantante (Yeh) che ha accidentalmente ferito sei mesi prima durante un lavoro in un club. Effettuato l’omicidio la polizia si mette sulle sue tracce e il suo migliore amico (Chu), pagato da alcuni mafiosi tenta di ucciderlo. Alla fine l’amico lo risparmierà e si unirà a Jeffrey nella lotta contro i criminali che lo vogliono eliminare, e anche il poliziotto (Lee) che è sulle sue tracce si unirà a lui, diventando suo amico, anche succube del suo fascino. Scritto e diretto dal più grande regista del cinema d’azione hongkonghese, è forse il capolavoro di Woo.
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Il killer Jeffrey (Chow) è incaricato di un ultimo lavoro: uccidere un uomo durante una regata. Chiede 5 milioni di compenso poiché vuole pagare un intervento per la vista ad una cantante (Yeh) che ha accidentalmente ferito sei mesi prima durante un lavoro in un club. Effettuato l’omicidio la polizia si mette sulle sue tracce e il suo migliore amico (Chu), pagato da alcuni mafiosi tenta di ucciderlo. Alla fine l’amico lo risparmierà e si unirà a Jeffrey nella lotta contro i criminali che lo vogliono eliminare, e anche il poliziotto (Lee) che è sulle sue tracce si unirà a lui, diventando suo amico, anche succube del suo fascino. Scritto e diretto dal più grande regista del cinema d’azione hongkonghese, è forse il capolavoro di Woo. È un thriller d’azione, sì, d’accordo, ma è anche qualcosa di più: è un eroico dramma sull’amicizia e sul sacrificio estremo. E nella sua ricca composizione tematica il film di genere diventa qualcosa di superiore, che oltrepassa i generi definiti per entrare nel territorio dell’indefinibile. E infatti è difficile affibbiare un vero genere a questo melodramma infuocato, pieno di sentimento ma mai di sentimentalismo. Woo accetta tutte le regole dei generi che si propone di seguire per poi abbandonarle e lasciarsi andare ad un finale celebrativo ed indimenticabile. È anche un film-omaggio a tutti quei cineasti americani che di Woo sono i maestri, primo fra tutti Peckinpah, ma anche il nostro connazionale Leone. Se quindi è un capolavoro per la sua ricchezza tematica, non lo è meno dal punto di vista visivo: i duelli e le scene d’azione non saranno mai più così spettacolari e straordinarie e anche adesso, dopo oltre 20 anni, restano comunque di grande modernità, nell’uso di tutte le tecnologie del cinema, prima fra tutte il rallenty. Molte le sequenze straordinarie: l’inizio nella chiesa, l’omicidio alla regata, l’inseguimento in motoscafo, il finale e soprattutto la sorprendente scena in cui Jeffrey entra nel suo appartamento con la pistola spianata e vi trova il poliziotto, ai due si aggiunge poi la cantante cieca che, senza accorgersi della situazione tesissima, serve del tè ai due pistoleri mentre essi continuano a minacciarsi. Troppa grazia! Indimenticabile la colonna sonora.
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mrsatan
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martedì 5 giugno 2001
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dumbo e topolino
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Grandioso e magnifico: il migliore film di Woo. Grandi tutti gli interpreti, indimenticabili in particolare il mexican stan-off fra "Dumbo e Topolino" e la scena finale nella chiesa, un concentrato di crudezza e di poesia.
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