elgatoloco
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venerdì 12 febbraio 2021
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da erich maria remarque efficace douglas sirk
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"A Time to Love a Time to Die"(DOuglas Sirk, da Erich Maria Remarque, "Zeit zu leben, Zeit zu sterben"del 1954 il romanzo,del 1958 il film, sceneggiato da Orin Jennings)ci consegna la storia di un soldato tedesco che combatte sul fronte russo, ha una licenza per tornare a casa, in Germania(in una cittadina che in realtà non esiste), s'innamora e sposa con la figlia di un perseguitato e ucciso dal "Terzo Reich", poi deve tornare al fronte, finita la licenaza, con un tragico finale... Intanto s'era rifiutato di uccidere un prigioniero, disobbedendo coraggiosamente a un ordine, ma... Remarque, pacificista convinto e impegnato come tale(tutte le sue opere vertono sulla guera come tematica "clou"e sul "terzo Reich"e i suoi orrori)viene reso splendidamente in un film, che dà la misura del pensiero di Remarque ma soprattutto dlela realtà di violenza, guerra e distruzione esaltate da un regime folle ma soprattutto imperialisticamente deciso a riscoprire i "fastiorribili d'antan.
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"A Time to Love a Time to Die"(DOuglas Sirk, da Erich Maria Remarque, "Zeit zu leben, Zeit zu sterben"del 1954 il romanzo,del 1958 il film, sceneggiato da Orin Jennings)ci consegna la storia di un soldato tedesco che combatte sul fronte russo, ha una licenza per tornare a casa, in Germania(in una cittadina che in realtà non esiste), s'innamora e sposa con la figlia di un perseguitato e ucciso dal "Terzo Reich", poi deve tornare al fronte, finita la licenaza, con un tragico finale... Intanto s'era rifiutato di uccidere un prigioniero, disobbedendo coraggiosamente a un ordine, ma... Remarque, pacificista convinto e impegnato come tale(tutte le sue opere vertono sulla guera come tematica "clou"e sul "terzo Reich"e i suoi orrori)viene reso splendidamente in un film, che dà la misura del pensiero di Remarque ma soprattutto dlela realtà di violenza, guerra e distruzione esaltate da un regime folle ma soprattutto imperialisticamente deciso a riscoprire i "fastiorribili d'antan. L'atmosfera del tempo viene fuori in pieno, in ogni sequenza del film, dalla permanenza in Russia al ritorno in una patria distrutta dalla guerra ma soprattutto dal nazismo, sciocco, occhiuto, oramai alla fine(siamo nel 1944, come ambientazione), che ha da dire su ogni cosa e detta leggi assurde ma funzionali alla sua tirannia, mai interrotta nonostante vari tentativi di attentare alla vita del FU"frer e ad accordi segreti con il"nemciO"(cfr. il volo in Gran Bretagna di Hess...). Decisamente un film che impegna anche lo spettatore, dato dall'esperienza di vita di Sirk, di genitori danesi ma nato in Germania, ad Amburgo, costretto all'emigrazione anche perché sposato a una ragazza ebrea, l'attrice Hilde Hary e dunque costretto a divenire cittadino USA dopo una fuga nel 1937. Il film che rende la bellissima frase o meglio il verso del grande poeta francese Jacques Prevert"Quelle connerie la guerre!"(che.... la guerra!) riserva alcune sorprese, da parte dle grande autore di quel capolavoro assoluto che è"IMitation of Life", posteriore di n asolo anno a questo film: la presenza di Erich Maria Remarque quale professore di liceo in pensione, ovviamente perseguitato dala regime nazista, la presenza, un po'defilata di un Klaus Kinski, quasi esordiente, quella di Liselotte Pulver, grande attrice, nel ruolo della moglie del protagonista, la bravura di John Gavin come protagonista, la capacità di cogliere per esempio nei controluce(fotografia di Russel Metty),momenti interstizi<li nella via di una cittadina, ma soprattutto delle vite dei protagonisti, ancora quell'atmosfera che, a ormai quasi tre lustri dopo i fatti narrati, ossia quasi la fine della Seconda Guerra mondilae, ci dà tragica bellezza ch lotta contro l'orrore, dove il cojnvolgimento di persone direttamente impegnate nei fatti, non rende inutil,ente"retorico"il tutto, ma anzi ne mostra un giusto e importante distacco dai fatti, spiegando anche a chi non voglia capire e sentire(o non sia in grado di farlo)quali sono i fatti e come essi debbano essere valutati ex post. Decisamente uno di quei film che non possono passare"lisci", ossia lasciare indifferenti gli spettaori e le spettatrici, anzi. che sono capaci di catturarli(e). Non un film"di guerra", nonostante alcune sequenze, ma il concentrato del dramma storico.esisenziale El Gato
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ottowatt
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giovedì 12 febbraio 2009
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forse come cameriera all'octoberfest
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Avendo letto piu' volte il libro, mi sarei aspettato la protagonista ad un livello piu' alto, sul libro le eroine di Remarque, sono esseri leggeri e impalpabili, la protagonista la vedrei meglio nei panni di una Heidy adulta. Assolutamente non riesce a uscire dallo schermo. Benissimo la ricostruzione quasi maniacale del contenuto del libro.
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mic
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venerdì 2 gennaio 2009
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tempo di vivere
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Un gran bel film, senza pretese di dire chissà cosa.
Racconta la guerra vissuta sul piano umano.
Si segue bene, non ha ritmi veloci, ma non è noioso, prendenosi tutto il tempo necessario a raccontare
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henk
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giovedì 31 marzo 2005
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da un romanzo di erich maria remarquei
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il film è tratto da l'omonimo romanzo dello scrittore tedesco erich maria remarque, che ha contribuito alla sceneggiatura ed appare in alcune scene nel ruolo del vecchio professore antinazista pohlmann. la vicenda del soldato graeber si snoda sullo sfondo della germania nazista del 1944, oramai sull'orlo del baratro, bombardata incessantemente dagli alleati e vessata dalla soffocante presenza del potere nazista, al quale cerca di ribellarsi sposando la figlia di un medico oppositore del regime hitleriano. nonostante gli orrori ai quali è costretto ad assistere quotidianamente al fronte ed in patria, il soldato graeber esprime col gesto del suo martimonio una forma di ribellione personale all'assurdità del mondo che lo circonda, la forza dei valori dell'uomo contro l'odio e la violenza, il bisogno d'amore al di là d'ogni soppraffazione e tragedia.
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il film è tratto da l'omonimo romanzo dello scrittore tedesco erich maria remarque, che ha contribuito alla sceneggiatura ed appare in alcune scene nel ruolo del vecchio professore antinazista pohlmann. la vicenda del soldato graeber si snoda sullo sfondo della germania nazista del 1944, oramai sull'orlo del baratro, bombardata incessantemente dagli alleati e vessata dalla soffocante presenza del potere nazista, al quale cerca di ribellarsi sposando la figlia di un medico oppositore del regime hitleriano. nonostante gli orrori ai quali è costretto ad assistere quotidianamente al fronte ed in patria, il soldato graeber esprime col gesto del suo martimonio una forma di ribellione personale all'assurdità del mondo che lo circonda, la forza dei valori dell'uomo contro l'odio e la violenza, il bisogno d'amore al di là d'ogni soppraffazione e tragedia. un destino tragico l'attende, ma il suo messaggio resisterà a simboleggiare la coscenza umana che rifiuta la viloenza e la morte.
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stefano
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un film "democratico"
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Pur essendo un pò un "polpettone" anni '50 ed il protagonista sia pettinato come un americano anni '50, il film ha soprattutto un rarissimo pregio: tentare di far capire a quei testoni degli spettatori che non tutti i soldati tedeschi erano degli invasori assassini e sanguinari come 50 anni di cinematografia yankee ci vuol far credere ma che probabilmente la maggior parte di loro si vergognava di ciò che era costretta a fare e desiderava una sola cosa: tornarsene a casa, ammettendo che gliene fosse rimasta una perché la Germania ha subito i più tremendi bombardamenti del secondo conflitto mondiale. Non piangiamo solo per la mamma del soldato Ryan ma anche per le madri dei soldati Horst, Willem, Peter, etc.
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Pur essendo un pò un "polpettone" anni '50 ed il protagonista sia pettinato come un americano anni '50, il film ha soprattutto un rarissimo pregio: tentare di far capire a quei testoni degli spettatori che non tutti i soldati tedeschi erano degli invasori assassini e sanguinari come 50 anni di cinematografia yankee ci vuol far credere ma che probabilmente la maggior parte di loro si vergognava di ciò che era costretta a fare e desiderava una sola cosa: tornarsene a casa, ammettendo che gliene fosse rimasta una perché la Germania ha subito i più tremendi bombardamenti del secondo conflitto mondiale. Non piangiamo solo per la mamma del soldato Ryan ma anche per le madri dei soldati Horst, Willem, Peter, etc. Riguardo alla recensione citata in questo sito, il finale non è esattamente così. Il nostro soldato muore ucciso a tradimento da un prigioniero russo che aveva liberato e che non intendeva essergliene grato, accecato dall'odio della guerra.
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