dandy
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giovedì 21 ottobre 2021
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un passato di morte ritorna sempre...
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Buon thriller che guarda sia a Dario argento(con puntuali soggettive dell'assassino e guanti neri)che a Pupi Avati(di cui riprende il protagonista di "La casa dalle finestre che ridono" e mette un quadro come indizio decisivo nell'enigma).Bido,che co-produce e co-sceneggia,sfrutta bene le lugubri location venete(Murano) e sa mantere una certa suspence per tutta la durata,con la consueta sorpresa nel doppio finale.Notevoli le sequenze degli omicidi del conte e della matrigna di Sandra.La Casini concede un nudo integrale.Musiche di Stelvio Cipriani,eseguite dai Goblin(che però non sono accreditati).Col tempo è diventato un cult presso gli appassionati del genere.
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movieman
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lunedì 16 marzo 2020
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nero veneto
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"Il gatto dagli occhi di giada" e "Solamente nero" sono due pellicole, dirette entrambe da Antonio Bido, che si possono inserire nel filone di quei gialli "argentiani" che andarono molto in voga negli anni settanta. Di questo filone ne riportano alcuni tratti stilistici: gli omicidi sanguinari e spesso inverosimili (viste adesso, alcune di queste sequenze sono quasi ridicole), la fine violenta in cui si assiste alla morte (ovviamente spettacolare) del personaggio colpevole, gli stereotipi dei vari personaggi (i protagonisti coinvolti loro malgrado nella fosca vicenda di turno, la bella in pericolo, quelli che sanno e non parlano, quelli che ricattano, eccetera), le soggettive dell'assassino in alcuni momenti di particolare suspense, la musica ossessiva.
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"Il gatto dagli occhi di giada" e "Solamente nero" sono due pellicole, dirette entrambe da Antonio Bido, che si possono inserire nel filone di quei gialli "argentiani" che andarono molto in voga negli anni settanta. Di questo filone ne riportano alcuni tratti stilistici: gli omicidi sanguinari e spesso inverosimili (viste adesso, alcune di queste sequenze sono quasi ridicole), la fine violenta in cui si assiste alla morte (ovviamente spettacolare) del personaggio colpevole, gli stereotipi dei vari personaggi (i protagonisti coinvolti loro malgrado nella fosca vicenda di turno, la bella in pericolo, quelli che sanno e non parlano, quelli che ricattano, eccetera), le soggettive dell'assassino in alcuni momenti di particolare suspense, la musica ossessiva. Tuttavia, gli ingredienti di una ricetta possono essere cucinati in vario modo e, qualche volta, il sapore del risultato finale può fare la differenza. Due esempi sono proprio "Il gatto dagli occhi di giada" e "Solamente nero". Nel primo, la storia di un'attrice coinvolta nell'omicidio di un farmacista e impegnata a trovarne l'assassino si intrecciava, in maniera piuttosto originale, con una dolorosa pagina di Storia, mentre nel secondo le atmosfere tipiche del giallo italiano fanno da contraltare a quella che è anche la storia di un rapporto fraterno.
Il protagonista del film,interpretato da Lino Capolicchio, è un professore che, in seguito ad un grave esaurimento nervoso, va a trovare il fratello sacerdote, Paolo, che svolge il suo compito in una località della laguna veneta. Stefano (questo è il nome del professore) conosce anche una ragazza del quale si innamora, ma ovviamente gli eventi prendono una brutta piega: don Paolo comincia a ricevere inquietanti lettere ricattatorie, seguite da alcuni omicidi, mentre Stefano, per difendere il fratello, comincia a cercare la soluzione del mistero. Soluzione che, forse, si trova nell'individuazione del colpevole dell'omicidio di una ragazza avvenuto molti anni prima e al quale aveva assistito un bambino.
"Solamente nero" è un buon film. Non è un capolavoro e l'identità del colpevole, per chi conosce bene il filone del thriller all'italiana, è piuttosto scontata, ma è un buon film. Si avvale di un gruppetto di buoni interpreti (tra i quali spicca Craig Hill, pregnante nel ruolo del prete) e di un'ottima fotografia che sa immergere lo spettatore nelle atmosfere inquietanti e lagunari. Alcune figure di contorno sono anche piuttosto gustose ( i carabinieri sulla motovedetta, per esempio) e tutte le sequenze ambientate nella Chiesa riescono a restituire qualcosa di misterioso e di sacrale. Brutto , invece, l'inizio con quello strangolamento che sembra non finire mai e non è nemmeno "recitato" in maniera verosimile dall'attrice. La sceneggiatura non brilla per originalità e la colonna sonora non è fra le migliori sentite in questo tipo di film. Da notare che questo film viene spesso accostato a "La casa dalle finestre che ridono", confronto dovuto (più che ad altro) alla presenza, in entrambe le pellicole, di Lino Capolicchio come attore protagonista, all'ambientazione padana e alla presenza di un personaggio con abiti talari.
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onufrio
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giovedì 27 giugno 2019
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morti in laguna
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Stefano, Professore universitario, si reca per riposo dal fratello sacerdote su di un'isola della laguna Venezia, in un clima quasi britannico, fatto di nebbia e paesaggi cupi, il sacerdote una notte assiste ad un omicidio, da quel momento strane lettere minacciose arriveranno a casa del parroco, ed una relativa sequenza di macabri omicidi che si inanellano uno dietro l'altro e che porteranno il professore, attraverso minuziose indagini, a scoprire cosa si cela dietro queste uccisioni, risolvendo anche un vecchio trauma infantile che da anni ormai lo affianca. Giallo spento quello di Bido, che si rifà ad altri film del genere italiani.
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fedeleto
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venerdì 16 dicembre 2011
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solamente giallo
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Un professore universitario ,viene a Murano per prendersi un periodo di riposo ospitato dal fratello prete.Non appena quest'ultimo assiste all'omicidio di una donna ,incominciano una serie di delitti ,ma la chiave in realta' sta' in un quadro.Il giallo diretto da Antonio Bido(il gatto dagli occhi di giada) e' interessante sia dal un punto di vista tecnico (lla scena iniziale a rallentatore) che per la trama ,anche se l'assassino ricorda troppo NON SI SEVIZIA UN PAPERINO di Fulci,con tanto di finale identico(l'assassino si lancia dall'alto),con l'unica differenza che almeno si sapeva perche' l'assassino uccideva,qui il movente rimane oscuro.Se non si hanno troppe pretese lo si riesce anche ad apprezzare.
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Un professore universitario ,viene a Murano per prendersi un periodo di riposo ospitato dal fratello prete.Non appena quest'ultimo assiste all'omicidio di una donna ,incominciano una serie di delitti ,ma la chiave in realta' sta' in un quadro.Il giallo diretto da Antonio Bido(il gatto dagli occhi di giada) e' interessante sia dal un punto di vista tecnico (lla scena iniziale a rallentatore) che per la trama ,anche se l'assassino ricorda troppo NON SI SEVIZIA UN PAPERINO di Fulci,con tanto di finale identico(l'assassino si lancia dall'alto),con l'unica differenza che almeno si sapeva perche' l'assassino uccideva,qui il movente rimane oscuro.Se non si hanno troppe pretese lo si riesce anche ad apprezzare.Come sempre bellissima Stefania Casini,che mostra sanche un nudo integrale.Ottimo craig Hill ed essenziali le musiche di Stelvio cipriani.
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