elgatoloco
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lunedì 13 gennaio 2020
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fonte letteraria comica, comico lo svolgimento
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"Meo Patacca"(1972, Marcello Ciorciolini, dal poema secentesco di Giuseppe Berneri"Meo Patacca-Roma in fest nei Trionfi di Vienna", è un esempio di comicità e del savoir vivre romano e romanesco, con una chiara accentuazione dell'elemento , appunto, "romano": una stampa romanca del 1600, con tanto di antieroe Meo che s'inventa(o deve inventarsi, per fare l'eroe)una crociata anti-turca quando i Turchi erano giunti presto Vienna, ma l'impresa(diciamo così...)finisce con una srota di penoso periplo attorno alla Capitale anzi attorno alle mura dell'Urbs, della"città eterna". Sono lo spiritaccio romano(immportale, assolutamente9poteva inventare qualcosa di simile, anche senza(in questo caso, almeno)Gigi Magni, ma, appunto, rifacendosi a un poema in versi secentesco romano eccelso, di cui varie parti anche proprio in versi rimangono, con tanto di divertissement e le indimenticabili canzoni(lìinno a Meo e quella finale"Ce ne fragamo")cantate dalllo stesso Proietti, che qui è già grandisismo-praticamente all'esordio come protagonista, all'epoca-con Enzo Cerusico, che rende un debole competitor amoroso di Proietti, , una bellissima Marlù Tolo, nella parte dell'amata di Meo, Mario Scaccia come papa e ancora Nanda Primavera, altri(e altre, ovviamente) interpreti che rendono il popolo romano dell'epoca.
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"Meo Patacca"(1972, Marcello Ciorciolini, dal poema secentesco di Giuseppe Berneri"Meo Patacca-Roma in fest nei Trionfi di Vienna", è un esempio di comicità e del savoir vivre romano e romanesco, con una chiara accentuazione dell'elemento , appunto, "romano": una stampa romanca del 1600, con tanto di antieroe Meo che s'inventa(o deve inventarsi, per fare l'eroe)una crociata anti-turca quando i Turchi erano giunti presto Vienna, ma l'impresa(diciamo così...)finisce con una srota di penoso periplo attorno alla Capitale anzi attorno alle mura dell'Urbs, della"città eterna". Sono lo spiritaccio romano(immportale, assolutamente9poteva inventare qualcosa di simile, anche senza(in questo caso, almeno)Gigi Magni, ma, appunto, rifacendosi a un poema in versi secentesco romano eccelso, di cui varie parti anche proprio in versi rimangono, con tanto di divertissement e le indimenticabili canzoni(lìinno a Meo e quella finale"Ce ne fragamo")cantate dalllo stesso Proietti, che qui è già grandisismo-praticamente all'esordio come protagonista, all'epoca-con Enzo Cerusico, che rende un debole competitor amoroso di Proietti, , una bellissima Marlù Tolo, nella parte dell'amata di Meo, Mario Scaccia come papa e ancora Nanda Primavera, altri(e altre, ovviamente) interpreti che rendono il popolo romano dell'epoca. Film comico-.storici("Brancaleone"ma non solo, aveva fatto scuola, decisamente)che ora da anni non vediamo più dopo che Sordi e Manfredi hanno smesso di farli e purtroppo non sono più fra noi... Rimane questa testimonianza filmica, da valorizzare e riscoprire in ogni caso, assolutamente.Stampa romana secentesca, come(fatte certo le debite proporzionI)i"Promessi Sposi"sono stama secentesca de Milàn e dintorni.... El Gato
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claudio ottone
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mercoledì 20 giugno 2001
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una roma un po` manierata per attori di razza
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La Roma del Pinelli, con ambientazioni da cartolina fa da sfondo a una prova matura di Gigi Proietti a cui risponde da grande Mario Scaccia. Un film romano per Romani (come certa filmografia napoletana) che scava anche nel rapporto antropologico tra essere romana ed essere altro: burino o giudio. E l'altro e` fatalmente "furbo" ma alla fine muove a com-passione in una logica appartenenza comunque a ceti deboli nei confronti del potere.
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