paolp78
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domenica 4 giugno 2023
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artefatto e forzato
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Quando Sophia Loren raggiunse il successo internazionale e sbarcò a Hollywood, nel giro di pochi anni prese parte a numerosi film che puntavano a valorizzarla e a creare le condizioni per vederla assieme ad altre grandi star.
Questa pellicola è un classico tentativo che va in quella direzione, con la realizzazione di un film di genere sentimentale che trovava la sua forza nell’inedita coppia protagonista, formata appunto dalla lanciatissima Sophia Loren e l’intramontabile Cary Grant.
Il film diretto da Melville Shavelson, grande esperto del genere sentimentale, si avvale di una sceneggiatura la cui principale caratteristica pare essere quella di ricercare ostinatamente di colpire il pubblico proprio sul piano affettivo: i tentativi in questo senso sono quanto mai marcati e palesi, ma anche un po’ ruffiani e quasi irritanti, arrivando ad utilizzare persino dei piccini rimasti orfani di madre per colpire il pubblico.
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Quando Sophia Loren raggiunse il successo internazionale e sbarcò a Hollywood, nel giro di pochi anni prese parte a numerosi film che puntavano a valorizzarla e a creare le condizioni per vederla assieme ad altre grandi star.
Questa pellicola è un classico tentativo che va in quella direzione, con la realizzazione di un film di genere sentimentale che trovava la sua forza nell’inedita coppia protagonista, formata appunto dalla lanciatissima Sophia Loren e l’intramontabile Cary Grant.
Il film diretto da Melville Shavelson, grande esperto del genere sentimentale, si avvale di una sceneggiatura la cui principale caratteristica pare essere quella di ricercare ostinatamente di colpire il pubblico proprio sul piano affettivo: i tentativi in questo senso sono quanto mai marcati e palesi, ma anche un po’ ruffiani e quasi irritanti, arrivando ad utilizzare persino dei piccini rimasti orfani di madre per colpire il pubblico.
Nonostante gli sforzi la storia non convince e soprattutto non riesce ad acquisire una carica tale da avvincere realmente lo spettatore: la pellicola resta alquanto spenta ed asettica. Il tentativo di commuovere il pubblico è eccessivamente forzato e punta su situazioni sin troppo costruite a tavolino. La sceneggiatura scritta da Betsy Drake, moglie di Cary Grant, non viene valorizzata e la messa in scena non è ben realizzata.
Tra le due star protagonista non si nota una particolare intesa: Cary Grant gigioneggia come sempre e in definitiva se la cava con mestiere; la Loren, pur brava, è certo ben lontana dalle performance nelle pellicole italiane che l’hanno resa celebre e nelle quali la mitica Sophia è sempre riuscita ad esprimere al meglio il suo talento.
Del resto del cast, oltre ai tre insopportabili ragazzini, nessuno dei quali ha poi avuto una carriera da attore adulto degna di nota, si ricordano Martha Hyer che recita la parte della rivale in amore della Loren; Harry Guardino, autore di una buona prova; ed infine il noto caratterista Eduardo Ciannelli, che per una volta non ricopre la parte del cattivo.
Buone musiche.
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han-solo
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mercoledì 15 luglio 2020
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vero, scritto per sofia
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Ma lo merita. A parte che i dialoghi sono un ottimo esempio delle virtù hollywoodiane - oltre ad insegnare a ballare e cantare bene anche a una foca e Sofia non lo è - Loren mette in ombra persino Cary Grant. La bravura con cui si immerge nel linguaggio e nei ritmi di Hollywood è di livello superiore.
P.s.: non sono un fan di Sofia, ma è indubbiamente una dea dell'Olimpo.
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mari
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lunedì 17 settembre 2001
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un marito...
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Stupendo. Da rivedere spesso. Simpatico e allegro. Attorio fantastici.
Marinella
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