Ancora una volta Mellara e Rossi riescono a coinvolgerci ed emozionarci, questa volta raccontandoci i 50 anni del Festival di Santarcangelo. Sono convinto che per coloro che conoscono e hanno vissuto il movimento teatrale degli ultimi anni, questo film sarà occasione di forti emozioni. Per gli altri, vi è l’occasione di vedere, attraverso la storia del festival, una sorta di movimento intrinseco al teatro stesso in cerca della sua identità. Non si dimentichi che la parola “teatro”, nel suo etimo greco, condivide la stessa radice “th” di “teoria”, cioè il nocciolo del significato è tutto nel “vedere”. Il teatro vede e vuole vedere e cerca di vedere se stesso: ma il vedere vede l’altro, mai se stesso. E così nella ricerca di se stesso, il teatro si sforza in tutti i modi di vedersi, di trovarsi, senza poterlo fare, ma nel far ciò dispiega se stesso in forme sempre nuove ma sempre originarie. La storia del Festival di Santarcangelo è un’esemplificazione di questa struttura del teatro, e il film riesce a farci sentire questa dinamica di vita intensa che il teatro è.
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