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Film violenti ce ne sono tanti. Ma questo è un gradino sopra a tutti (vabbè, forse a tutti tutti no, ma a molti si), ve lo assicuro. A Serbian Film non ha freni ed esplora i più intimi e nascosti dettagli della pornografia e dello splatter, fondendoli in un unico corpo. Il film non è mai uscito nelle sale italiane e, guardandolo, si può intuire anche che, per una volta, la censura aveva le sue buone ragioni. Ci sono rimasto molto male che un film low budget serbo possa essere girato 20 volte meglio di una commedia americana classica; il regista ha talento visivo da vendere. La sceneggiatura zoppica, non si può dire di no: in alcuni punti fa calare troppo il ritmo per poi portarlo all'esasperazione per il gran finale. Gli attori, purtroppo, sono quello che sono. Ciò che davvero risulta interessante è la dichiarazione del regista a proposito della sua pellicola: "Questo film è il diario delle angherie inflitteci dal Governo Serbo, il potere che obbliga le persone a fare quello che non vogliono fare, devono sentire la violenza per capirla". Strano modo di filtrare un messaggio politico, che comunque arriva forte e chiaro: Miloš accetta di partecipare al film solo per denaro e questo lo porterà alla rovina. Il regista, attraverso allettanti promesse riesce a soggiogare il protagonista così come i governi illudono i rispettivi paesi. Da non perdere. Sconsigliato a quelli più impressionabili.
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