everlong
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mercoledì 2 febbraio 2011
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two sisters all'americana
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Uninvited nasce come un'opera "odiosa". Rientra in quel filone che solitamente viene chiamato remake ma che in realtà corrisponde ad un vero e proprio ri-adattamento culturale, una sorta di localizzazione o americanizzazione dell'originale coreano Two Sisters, come a dimostrare che gli americani non siano in grado di guardare un film con dei "musi gialli". Un po' questo, un po' il bisogno di rendere commerciale e appetibile ad un pubblico evidentemente ignorante (o considerato tale) un prodotto asiatico, hanno fatto sì che venisse al mondo Uninvited (di nome e di fatto, direi). Per quanto riguarda il film in sé, diciamo subito che il confronto con l'originale non regge assolutamente.
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Uninvited nasce come un'opera "odiosa". Rientra in quel filone che solitamente viene chiamato remake ma che in realtà corrisponde ad un vero e proprio ri-adattamento culturale, una sorta di localizzazione o americanizzazione dell'originale coreano Two Sisters, come a dimostrare che gli americani non siano in grado di guardare un film con dei "musi gialli". Un po' questo, un po' il bisogno di rendere commerciale e appetibile ad un pubblico evidentemente ignorante (o considerato tale) un prodotto asiatico, hanno fatto sì che venisse al mondo Uninvited (di nome e di fatto, direi). Per quanto riguarda il film in sé, diciamo subito che il confronto con l'originale non regge assolutamente. In questo confronto emergono tutte le differenze che distinguono il cinema americano da quello asiatico, non solo per quanto concerne il cinema thriller/horror ma anche in senso più ampio. Il ritmo lento ma cadenzato, silensioso ma inquietante, morbido ma determinato dell'originale si trasforma nel format tipico dell'horror d'oltreoceano: ragazze sexy, meno silenzi, più dinamicità, più uniformità, meno originalità, meno poesia e uno stile più didascalico. Detto questo, il film non è male perché riprende un soggetto interessante anche se non sceneggiato alla perfezione. Riesce comunque a creare una qualche tensione senza abusare di gore (in questo segue l'originale Two Sisters) o di inutili sobbalzi a tutto volume (giusto un paio). L'atmosfera di Two Sisters, risultato di una fotografia davvero ottima, rimane comunque molto lontano e chi ne è stato spettatore ne sentirà probabilmente la mancanza.
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chaoki21
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domenica 12 febbraio 2012
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i ricordi che uccidono
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Il remake a stelle e strisce del sud coreano "Two sisters", The uninvited per l'appunto, ruota attorno alla tormentata Anna. La giovane viene ricoverata in psichiatria dopo l'incidente domestico che le ha portato via la madre malata e che l'ha portata sull'orlo del suicidio e della pazzia. Dimessa perchè considerata guarita, scopre che il padre ha iniziato una relazione stabile con l'ex infermiera Rachel che assisteva la madre a domicilio. Terrificanti apparizioni porteranno la giovane Anna a credere che l'incidente occorso alla madre non sia stato una fatalità, bensì simulato ad hoc dalla misteriosa ed ambigua Rachel che il padre sta per sposare.
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Il remake a stelle e strisce del sud coreano "Two sisters", The uninvited per l'appunto, ruota attorno alla tormentata Anna. La giovane viene ricoverata in psichiatria dopo l'incidente domestico che le ha portato via la madre malata e che l'ha portata sull'orlo del suicidio e della pazzia. Dimessa perchè considerata guarita, scopre che il padre ha iniziato una relazione stabile con l'ex infermiera Rachel che assisteva la madre a domicilio. Terrificanti apparizioni porteranno la giovane Anna a credere che l'incidente occorso alla madre non sia stato una fatalità, bensì simulato ad hoc dalla misteriosa ed ambigua Rachel che il padre sta per sposare. Il film, se non vi si posa abbastanza attenzione, si divide in 3 sequenze: una in cui Rachel sembrerebbe essere l'assassina, l'altra in cui Anna intuisce che Rachel stia per sposare il padre per poi fargli del male e occultare il tutto, e l'ultima in cui ogni indizzio porta alla giovane infermiera. Ma quanto è reale ciò che vede? Quelle che vede sono allucinazioni o spiriti intervenuti in suo soccorso dall'oltretomba?Un film non pungente sotto il profilo della narrativa e della suspence, ma che comunque, con un finale non proprio prevedibile e le buone interpretazioni di tutto il cast riesce a soddisfare quasi tutte le aspettative dello spettatore. Un ottima pellicola.
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chaoki21
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domenica 12 febbraio 2012
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sospetti e follie che uccidono
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Il remake a stelle e strisce del sud coreano "Two sisters", The uninvited per l'appunto, ruota attorno alla tormentata Anna. La giovane viene ricoverata in psichiatria dopo l'incidente domestico che le ha portato via la madre malata e che l'ha portata sull'orlo del suicidio e della pazzia. Dimessa perchè considerata guarita, scopre che il padre ha iniziato una relazione stabile con l'ex infermiera Rachel che assisteva la madre a domicilio. Terrificanti apparizioni porteranno la giovane Anna a credere che l'incidente occorso alla madre non sia stato una fatalità, bensì simulato ad hoc dalla misteriosa ed ambigua Rachel che il padre sta per sposare.
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Il remake a stelle e strisce del sud coreano "Two sisters", The uninvited per l'appunto, ruota attorno alla tormentata Anna. La giovane viene ricoverata in psichiatria dopo l'incidente domestico che le ha portato via la madre malata e che l'ha portata sull'orlo del suicidio e della pazzia. Dimessa perchè considerata guarita, scopre che il padre ha iniziato una relazione stabile con l'ex infermiera Rachel che assisteva la madre a domicilio. Terrificanti apparizioni porteranno la giovane Anna a credere che l'incidente occorso alla madre non sia stato una fatalità, bensì simulato ad hoc dalla misteriosa ed ambigua Rachel che il padre sta per sposare. Il film, se non vi si posa abbastanza attenzione, si divide in 3 sequenze: una in cui Rachel sembrerebbe essere l'assassina, l'altra in cui Anna intuisce che Rachel stia per sposare il padre per poi fargli del male e occultare il tutto, e l'ultima in cui ogni indizzio porta alla giovane infermiera. Ma quanto è reale ciò che vede? Quelle che vede sono allucinazioni o spiriti intervenuti in suo soccorso dall'oltretomba?Un film non pungente sotto il profilo della narrativa e della suspence, ma che comunque, con un finale non proprio prevedibile e le buone interpretazioni di tutto il cast riesce a soddisfare quasi tutte le aspettative dello spettatore. Un ottima pellicola.
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elgatoloco
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sabato 25 giugno 2016
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film di incubi e visioni
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Confesso in primis che mi manca la visione di"Two Sisters", sudcoreano, di cui"The Uninvited"è il remake. In ogni caso, considerando il film in sé, pur se con alcuni"buchi"narrativi, bisogna-ritengo-considerare felice il film dei Guard-Brothers, in cui incubi e visioni sono comunque, oltre ad essere ben realizzati sul piano tecnico(quasi"illuminazioni"rimbaudiane, ma il riferimento va magari anche a Mallarmé e più ancora ad Artaud), hanno la funzione di scardinare quasi dall'interno una struttura narrativa che altrimenti rischierebbe di essere piatta, in quanto iper-lineare. Horror o thriller, credo in questo caso non importi troppo definire con esattezza il genere, ma certamente film che, con il rovesciamento dialettico finale-certo non à la Hitchock dove comunque lo spettatore sa a priori, riesce ad avere un effetto scardinante certo non nuovissimo("THe Others"è di tre lustri fa, ormai)ma comunque efficace a livello non di "suspense" ma, invece, di"sorpresa".
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Confesso in primis che mi manca la visione di"Two Sisters", sudcoreano, di cui"The Uninvited"è il remake. In ogni caso, considerando il film in sé, pur se con alcuni"buchi"narrativi, bisogna-ritengo-considerare felice il film dei Guard-Brothers, in cui incubi e visioni sono comunque, oltre ad essere ben realizzati sul piano tecnico(quasi"illuminazioni"rimbaudiane, ma il riferimento va magari anche a Mallarmé e più ancora ad Artaud), hanno la funzione di scardinare quasi dall'interno una struttura narrativa che altrimenti rischierebbe di essere piatta, in quanto iper-lineare. Horror o thriller, credo in questo caso non importi troppo definire con esattezza il genere, ma certamente film che, con il rovesciamento dialettico finale-certo non à la Hitchock dove comunque lo spettatore sa a priori, riesce ad avere un effetto scardinante certo non nuovissimo("THe Others"è di tre lustri fa, ormai)ma comunque efficace a livello non di "suspense" ma, invece, di"sorpresa". Il climax dell'ultima parte (prescindiamo dal sottofinale)è decisamente interessante e riuscito. Un'ultima annotazione: in un quadro interpretativo buono ma non totalmente"esaltante"la protagonista ha un elemento interessante che comunque richiama il'Ur-Film"Two Sisters", ossia lineamente quasi asiatici. El Gato
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andrej
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domenica 19 marzo 2017
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un remake lineare e concreto
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Remake americano del coreano “Tale of 2 sisters“ e’ un film assai piu’ semplice, lineare, comprensibile e dinamico dell’originale, rispetto a cui perde molto in termini di eleganza visiva, fascino e mistero, ma in compenso guadagna altrettanto in chiarezza, comprensibilita’ e fruibilita’ da parte del grande pubblico. La storia e’ simile a quella del film coreano, ma vi sono anche differenze rilevanti (concernenti soprattutto la protagonista e la sua aspirante matrigna) che rendono la vicenda piu’ verosimile, anche se meno insolita e sorprendente. Potremmo dire che l’originale coreano era un film piu’ ambizioso, aristocratico ed impervio, adatto a un ristretto pubblico di spettatori pazienti ed attentissimi, mentre questa e’ una sua versione “borghese”, semplificata e pratica, che da’ molto di meno a livello di bellezza visiva, di musiche, di atmosfere e di recitazione, ma riesce comunque a interessare, coinvolgere e sorprendere, senza richiedere alcuno sforzo particolare di attenzione e concentrazione da parte dello spettatore.
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Remake americano del coreano “Tale of 2 sisters“ e’ un film assai piu’ semplice, lineare, comprensibile e dinamico dell’originale, rispetto a cui perde molto in termini di eleganza visiva, fascino e mistero, ma in compenso guadagna altrettanto in chiarezza, comprensibilita’ e fruibilita’ da parte del grande pubblico. La storia e’ simile a quella del film coreano, ma vi sono anche differenze rilevanti (concernenti soprattutto la protagonista e la sua aspirante matrigna) che rendono la vicenda piu’ verosimile, anche se meno insolita e sorprendente. Potremmo dire che l’originale coreano era un film piu’ ambizioso, aristocratico ed impervio, adatto a un ristretto pubblico di spettatori pazienti ed attentissimi, mentre questa e’ una sua versione “borghese”, semplificata e pratica, che da’ molto di meno a livello di bellezza visiva, di musiche, di atmosfere e di recitazione, ma riesce comunque a interessare, coinvolgere e sorprendere, senza richiedere alcuno sforzo particolare di attenzione e concentrazione da parte dello spettatore. Il film coreano era, pur coi suoi non piccoli difetti di lentezza e difficolta’ di comprensione, un prodotto artistico di gran classe, mentre questo e’ un onesto, affidabile prodotto industriale senza grandi pretese. Certamente il paragone artistico fra le due pellicole vede questa perdente, e cio’ forse spiega alcuni giudizi critici impietosi che ho letto in giro. A mio parere invece non e’ per nulla un brutto film, anche se non ha la pretesa di essere un capolavoro.
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gus da mosca
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venerdì 8 maggio 2009
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inganni della psiche (...e dello spettatore)
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"The Uninvited" usa una variante dell'ormai logoro meccanismo narrativo reso famoso da Shyamalan nel 1999, ma gia' presente in un film esoterico di Gilbert del 1995, con Kate Backinsale. La storia invece proviene dalla cinematografia orientale, anche se un film di John Polson del 2005, con De Niro, ingannava lo spettatore con ruoli similti, senza ricorrere agli ectoplasmi (Non cito di proposito i titoli, altrimenti l'esile trama di questo film e' subito bruciata). Nonostane il ricorso ad episodici accorgimenti fotografici pretenziosi, usati meccanicamente e senza personalita', il film fatica a stare insieme a causa della recitazione televisiva e del commento musicale: tutti i momenti di tensione sono puntualmente preannunciati dalla colonna sonora, fastidiosa e pressoche' costantemente invadente.
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"The Uninvited" usa una variante dell'ormai logoro meccanismo narrativo reso famoso da Shyamalan nel 1999, ma gia' presente in un film esoterico di Gilbert del 1995, con Kate Backinsale. La storia invece proviene dalla cinematografia orientale, anche se un film di John Polson del 2005, con De Niro, ingannava lo spettatore con ruoli similti, senza ricorrere agli ectoplasmi (Non cito di proposito i titoli, altrimenti l'esile trama di questo film e' subito bruciata). Nonostane il ricorso ad episodici accorgimenti fotografici pretenziosi, usati meccanicamente e senza personalita', il film fatica a stare insieme a causa della recitazione televisiva e del commento musicale: tutti i momenti di tensione sono puntualmente preannunciati dalla colonna sonora, fastidiosa e pressoche' costantemente invadente. Il sorprendente finale e' svelato in modo pedante, in linea con l'intera sceneggiatura. Un prodotto "televisivo" privo di violenza diretta, adatto agli under-14 che vogliono saltare sulla poltrona, ma che inevitabilmente rischia di ricevere dure critiche dal pubblico appena piu' adulto.
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