Santa Clause è nei guai |
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Un film di Michael Lembeck.
Con Tim Allen, Elizabeth Mitchell, Judge Reinhold, Wendy Crewson, Eric Lloyd.
continua»
Titolo originale The Santa Clause 3: The Escape Clause.
Commedia,
Ratings: Kids,
durata 98 min.
- USA 2006.
uscita venerdì 24 novembre 2006.
MYMONETRO
Santa Clause è nei guai
valutazione media:
2,50
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Bebè in arrivo per Santa Clausedi Stefano MuraFeedback: |
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venerdì 24 novembre 2006 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La vigilia di Natale si avvicina. Santa Clause/ Scott Calvin (Tim Allen) e sua moglie Carol (Elisabeth Mitchell) aspettano con trepidazione la nascita del loro bambino. Nella loro casa segreta al Polo Nord fervono i preparativi, ma per la famiglia Clause questo non sarà il solito Natale. I genitori di Carol, futuri suoceri Clause, hanno deciso di far finalmente visita alla loro figlia. Come se non bastasse il perfido ed invidioso Jack Frost (Martin Short) vuole impadronirsi del Natale e diventare lui il nuovo Santa Clause. Come farà Santa Clause a nascondere la sua vera identità ai suoceri, sventare il terribile piano ordito da Jack Frost e riuscire a consegnare ai bambini di tutto il mondo i loro regali? Dopo “Santa Clause” del 1994 e “Che fine ha fatto Santa Clause” del 2002, Tim Allen torna a vestire i panni di Babbo Natale in questo terzo episodio della saga Disney sulle avventure del personaggio più rappresentativo del Natale. Insieme a Tim Allen troviamo molti personaggi presenti nei film precedenti come la moglie di Santa Clause Carol o il capo dei folletti Curtis, mentre la novità più rilevante è la presenza del famoso comico americano Martin Short. Un film indirizzato principalmente al pubblico adolescenziale, dai toni leggeri come impone la tradizione natalizia Disney ma condito da qualche spunto di riflessione interessante. Da una parte troviamo infatti un Santa Clause sempre più sommerso dal lavoro e poco incline ad accorgersi dei bisogni della moglie, quasi a simboleggiare la problematica principale della famiglia americana media. Dall’altra troviamo il leit-motiv dell’intero film e cioè lo spettro di un Natale, trasformato dal villain di turno Jack Frost, in una festa ancora più consumistica e stereotipata di quanto già non lo sia. Una scelta narrativa confermata dal regista Lembeck che dichiara infatti come «in questa dimensione fantastica non mancano riferimenti alla vita vera come, per esempio, le difficoltà di destreggiarsi tra lavoro e famiglia». Un film godibile anche da dal punto di vista puramente visivo, grazie all’apporto dello scenografo Richard J. Holland, che regala al pubblico un’atmosfera natalizia multicolore. Stefano Mura
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