Niente da nascondere |
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Un film di Michael Haneke.
Con Juliette Binoche, Daniel Auteuil, Annie Girardot, Maurice Bénichou, Bernard Le Coq.
continua»
Titolo originale Caché.
Drammatico,
durata 117 min.
- Francia, Germania, Austria, Italia 2005.
- Bim Distribuzione
uscita venerdì 14 ottobre 2005.
MYMONETRO
Niente da nascondere
valutazione media:
3,57
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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l'universo morboso della colpadi darkoFeedback: 0 |
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domenica 16 ottobre 2005 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
CACHE’, che significa “nascosto”, anche se il titolo che è stato poi dato alla versione italiana è NIENTE DA NASCONDERE (ossia una battuta che recita verso la fine Auteuil), è un’aspra metafora cinematografica in chiave introspettiva riguardante la negazione di responsabilità dei francesi nei confronti del trattamento dittatoriale degli algerini nel loro passato coloniale e quello attuale degli immigrati. Il tutto magistralmente ed elegantemente camuffato da film per metà noir e per metà thriller in pieno stile francese. Partendo da uno spunto molto simile a quello di Strade Perdute di Lynch, dove all’inizio del film la ricca coppia parigina visiona sul televisore di casa una misteriosa videocassetta che riprende la loro vita privata (e ne riceverà altre allegate a strani disegni infantili di bambini e polli sgozzati), il film procede molto adagio e in modo dannatamente insidioso lungo un percorso di eventi pieni di mistero, dolore e angoscia e si spegne in maniera molto realisticamente semi-irrisolta su una “sensazione” crepuscolare, dinnanzi alla quale si apre sempre di più il baratro e dove comunque la vita continua a resistere, a scorrere come un flusso incandescente di sangue che macchia e si spande inarrestabile sulle pareti fintamente linde e gelide dell’esistenza. Senza stare a svelare troppo la trama del film, possiamo dire che stavolta Michael Haneke, già fattosi conoscere con un film altamente provocatorio e di classe come La Pianista, affonda ancora meglio i denti in tutto quello che ci può essere di marcio nella Francia intellettual-borghese e lo fa in modo ancora più crudele di Chabrol, con un tocco decisamente magistrale e inedito, più internazionale di quanto siano stati suoi film precedenti. La famiglia Laurent (un nome che potrebbe essere inteso come altra ispirazione da Lynch in Strade perdute) ha una vita tranquilla e tutto sommato piacevole, piena di cene, dibattiti culturali e si rivela pressoche indifferente al mondo esteriore. Questo però troverà modo di introdursi con violenza nella loro vita privata proprio tramite le videocassette che ricevono e che percepiscono naturalmente come minaccia. Georges Laurent, interpretato da Daniel Auteuil (già bravissimo ne L’Avversario), anche se appare come un personaggio mite e per niente risoluto, è in realtà un carnefice con poco senso di colpa e desideroso di farla franca con la semplice negazione – egli trascinerà così tutta la famiglia in una vicenda mostruosa dalla quale crediamo molto difficile la ripresa senza danni, come invece succede per magia in molti film americani e non solo. Noi non possiamo sapere come andranno le cose, dato che il film si conclude su una sospensione. Lo stesso Haneke dice che è ridicolo pensare che una persona possa farsi un’idea delle realtà semplicemente guardando un film e questo messaggio si coglie pienamente nel finale criptico dove tutto, quando ormai il peggio sembrerebbe passato, viene rimesso in discussione, ma per nulla esplicitato, lasciando allibito lo spettatore, unico testimone capace di osservare la vicenda senza parteggiare per nessuno dato che l’innocenza non è nemmeno dei più giovani e tutti hanno sempre qualcosa da tener nascosto… Cast formidabile, in testa a tutti Juliette Binoche che nonostante interpreti un ruolo secondario recupera stile dopo la parentesi commerciale e zuccherosa di Chocolat, il film di Haneke è fotografato dallo stesso Christian Berger de La Pianista e si conclude con toni particolarmente cupi e densi; a sottolineare il realismo della vicenda la quasi assenza di colonna sonora musicale. Tenendo conto che ormai è parte integrante di qualsiasi opera cinematografica il trailer che passa in tv, la bande annonce (come lo chiamano i francesi) è totalmente fuorviante e lo fa sembrare quasi un thriller che verte su sviluppi fantastici-paranormali. Un film che ti rimane dentro anche molto dopo l’uscita dal buio della sala, sconsigliato a chi è debole di stomaco e soffre di nervi.
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