30 anni in 1 secondo

L'idea del bimbo che si ritrova adulto, o dell'adulto che ritorna bimbo, è una di quelle idee (così come quella dello scambio di corpi) che il cinema rispolvera ciclicamente, con risultati più o meno soddisfacenti. "30 anni in 1 secondo" (in originale "13 going ON 30" e non "13 going TO 30", caro Chirichelli) è una commediola garbata e prevedibile, sostenuta da una dolce e spigliata Jennifer Garner, che riserva qua e là, anche a livello di sceneggiatura, qualche piacevole sorpresa. Buoni alcuni dei momenti comici, buona anche la colonna sonora, trascinante e nostalgica al punto giusto, e buona soprattutto la morale di fondo: mai dimenticarsi della propria innocenza, ed avere sempre un occhio di riguardo per il proprio io passato. Peccato che il finale, dopo un prevedibile (e brevissimo) ritorno agli anni 80, acceleri bruscamente fino al nuovo presente, quasi a rinnegare tutto quello detto finora: come può essere importante riassaporare il passato se ciò che importa alla sceneggiatura, alla fin fine, è che i due innamorati si sposino? Ciò non toglie che il film è comunque godibile, e vale la pena di essere visto per farsi strappare qualche risata disimpegnata. Commerciale, dite? Be', mica si può vivere di solo caviale: ogni tanto ci si può anche concedere un hamburger.