Le strade sono tante, kilometri d' asfalto, l' oscurità della notte ci mette del suo e se guidi un camper per la prima volta in vita tua può succederti di sbagliare direzione e ritrovarti in un quartiere sconosciuto. E se questo quartiere è proprio quello più malfamato della città e la città in questione si chiama Chicago, allora rischi seriamente di trascorrere un brutto quarto d' ora.
E' quello che succede ai 4 protagonisti di questo buonissimo action-thriller dai contorni metropolitani frettolosamente bollato come B-movie da collezione. Oltre alla presenza di 2 ottimi interpreti come il figlio di Martin Sheen, Emilio Estevez e il futuro palombaro di Men of Honor, Cuba Gooding, Jr.
"Cuba Libre" (USA, 1993) ha un titolo classicamente storpiato in Italia ma stavolta riuscito in quanto gli sventurati amici bevono il famoso cocktail prima di imbattersi nella peggiore delle loro avventure: assistere ad un omicidio. La circostanza traccerà un limite nelle loro vite, dovendo scegliere tra il far finta di non aver visto niente e l'interventismo tipico di chi non può mettersi le mani davanti agli occhi. E quì comincia un susseguirsi di sequenze dall' ottimo phatos ove la morte è dietro l'angolo del prossimo palazzone, nelle fogne, sopra i tetti.
Stephen Hopkins (Predator 2, Under Suspicion) sa il fatto suo, mostrandoci un lato comune a tutte le metropoli dell' Ovest del Mondo, un lato fatto di zone d' ombra ove meschinità e pericolo sono a portata di mano. "Non respirare" è una delle tagline del film, a rappresentare la paura di morire di 4 bravi ragazzi (sul serio) che invece di raggiungere un incontro di boxe saranno essi stessi rinchiusi nell' angolo di un enorme ring.
Un film che secondo il mio modesto parere ha ispirato, in parte, anche l' opera di Michael Mann (Heat, Collateral).
Voto: 6,5
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