Quattro figli unici |
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Un film di Fulvio Wetzl.
Con Mariella Valentini, Ivano Marescotti, Roberto Citran, Piero Natoli, Ginevra Colonna.
continua»
Commedia,
durata 103 min.
- Italia 1992.
MYMONETRO
Quattro figli unici
valutazione media:
2,50
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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sottosopra equilibri acquisiti per quanto precari
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| giovedì 18 dicembre 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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la commedia Quattro figli unici di Fulvio Wetzl (opera seconda), nella stessa Vetrina italiana. Tutti gli uomini di Sara parlava di una donna e tanti uomini come dice il titolo stesso, Centro storico di tre donne e un uomo, questo più tradizionalmente di una donna, un uomo, una famiglia per quanto atipica e in crisi. Ma comune è l' occhio rivolto alla quotidianità di una generazione che ha smarrito punti di riferimento utili se non sempre giusti e si è liberata giustamente ma pericolosamente di secolari convenzioni. E sbanda tra desiderio di affetti consolidati e aspirazione a una libertà personale che fatalmente stride con l' impegno che la solidità reca con sé. Protagonista assente un ragazzo di nome Paolo. Per ribellarsi alla disattenzione di Mariella Valentini giornalista in carriera come in Palombella rossa ed ex moglie separata di suo padre Ivano Marescotti, con la quale vive insieme alla sorellastra piccola che è un pozzo di scienza (ma chissà quali traumi nasconde) e, a corrente alternata, insieme al nuovo uomo di lei Roberto Citran, sceneggiatore pigro e un po' infantile, il ragazzo inscena una fuga da casa in perfetta regola. Che mette sottosopra equilibri acquisiti per quanto precari e costringe tutti a un riesame dei rapporti. Lo svolgimento è simpatico, gradevole e non troppo originale. I dialoghi, importanti in una commedia e frutto di una sceneggiatura evidentemente curata (segnalata al Premio Solinas), hanno il difetto di far sentire e pesare il loro ricercato perfezionismo, il dipanarsi di battute sempre "giuste" e frizzanti, spiritose con un occhio alla problematicità borghese contemporanea di cui i personaggi sono paradigmatica espressione. Come è già capitato di dire per altri: troppo Woody Allen, senza il colpo d' ala del medesimo. - dal nostro inviato PAOLO D' AGOSTINI
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