La cosa

Probabilmente il massimo capolavoro di Carpenter (regista di "Halloween - La notte delle Streghe" e di "1997: Fuga Da New York") questo film, tratto dal racconto breve "Chi va là?" di John W. Campbell Jr., narra la storia di una spedizione antartica a che si ritrova a fronteggiare un' alieno precipitato sulla Terra migliaia di anni fa, risvegliato dal suo sonno glaciale da un gruppo di scienziati norvegesi. La creatura assimila gli esseri con i quali viene a contatto per poi rendersi perfettamente simili a loro. Paura e paranoia dilagano: l'unico modo per liberarsi di questa orrenda creatura (magnifici gli effetti speciali di Roy Arbogast) è darle fuoco, ma come scoprire di quale corpo si è impadronito l'alieno? Nonostante col tempo questa pellicola sia stata rivalutata quale vero e proprio cult di genere, al suo debutto nelle sale nel 1982, si rivelò un flop. Questo rifiuto da parte del pubblico e della critica (che arrivò a definire Carpenter un 'pornografo della violenza) diventa comprensibile se immedesimato in quel periodo, carattterizzato da un ottimismo diffuso e dall'uscita di "E.T.- L'Extraterrestre" di Steven Spielberg, film dove gli alieni erano dipinti come esseri rassicuranti ed amichevoli. Non dobbiamo quindi stupirci se "La Cosa" si trovò a lottare controcorrente. Al di là della maschera splatter è evidente la vera intenzione del regista: quella di tratteggiare un ritratto nichilista e paranoico dell'uomo attraverso il crollo di ogni fiducia provocato dall'avvento dell' alieno. L'isteria, lo scoppio di tensioni preesistenti trovano una giustificazione e vengono interpretati in modo ottimale dal cast. Tra gli attori (tutti uomini, cosa che portò a infondate accuse di omossesualità per Carpenter) spicca il colonnello McReady (un magistrale Kurt Russell) che riesce a mantenere freddezza e determinazione senza farsi influenzare dall' emotività. Le musiche di impronta elettronica composte da Ennio Morricone accrescono la tensione senza invadere la scena. A concludere questo imperdibile film un finale (che al contrario di molte produzioni hollywoodiane) non si tradisce e coniuga in un'unica scena l'atmosfera dell'intero film.