Roberto Nepoti
La Repubblica
Giovane guerriero indiano pieno di ormoni, Kenai vendica il fratello perduto durante l'inseguimento di un orso. Lui pensa che l'unico plantigrado buono sia quello morto; ma dovrà ricredersi. Un prodigio, voluto dagli spiriti dei boschi a scopo didascalico lo trasforma in grizzly, per fargli imparare sulla propria pelliccia lezioni fondamentali circa l'equilibrio ecologico e la convivenza delle varie specie.
Così, il neo-orso incontra Koda, un orsacchiotto orfano che fa lo spaccamontagne ma ha bisogno d'affetto e protezione. Segue l'inossidabile repertorio di strana coppia, con l'orso grande che cerca di sbarazzarsi dell'ingombrante orso piccolo, invece si affeziona sempre di più a lui.
Koda fratello orso è un cartoon fatto secondo l'antica ricetta Disney. Vi si respira un'aria da Bambi, come se la rivoluzione portata dalla Pixar nel cuore del vecchio cinema d'animazione non fosse mai avvenuta.
La storia, molto semplice e lineare, riguarda un itinerario iniziatico; i temi di fondo sono largamente condivisibili (ancorché un po' riscaldati), le parti serie si alternano con intermezzi comici, affidati a una coppia di alci fessi e, in sottordine, a un binomio di litigiosi caproni. Uno dei registi dichiara candidamente di avere fatto il film che gli sarebbe piaciuto vedere da bambino; e le buone intenzioni sono chiaramente visibili in questo piccolo, saggio e spesso delizioso cartoon. Tutto sta a vedere, adesso, se i bambini di oggi somigliano ancora ai bambini di una volta.
Da La Repubblica, 6 marzo 2004
di Roberto Nepoti, 6 marzo 2004