Mustang |
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Un film di Deniz Gamze Ergüven.
Con Günes Sensoy, Doga Zeynep Doguslu, Elit Iscan, Tugba Sunguroglu.
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Titolo originale Mustang.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 94 min.
- Francia 2015.
- Lucky Red
uscita giovedì 29 ottobre 2015.
MYMONETRO
Mustang
valutazione media:
3,61
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Bellissima e toccante opera primadi Silvia D'EcclesiisFeedback: 1207 | altri commenti e recensioni di Silvia D'Ecclesiis |
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sabato 2 gennaio 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Mustang, che dà il titolo a questa bellissima e toccante opera prima della regista turca Deniz Gamze Erguven, significa alla lettera “cavallo impetuoso e selvaggio”, come può esserlo il passaggio dall’infanzia all’età dell’adolescenza e della scoperta del proprio corpo e della sessualità. Il film racconta la storia di Lale e delle sue quattro sorelle, la cui vita in una Turchia più arretrata di quanto sembri all’esterno si trasforma in un inferno per un gioco innocente con gli amici al mare. La perdita dell’innocenza, ancor più che della verginità, è ciò che colpisce lo spettatore nel breve giro di poche inquadrature, vissute attraverso lo sguardo della più piccola delle sorelle. L’energia e la vitalità che sprigionano dai corpi avvinghiati delle giovani ragazze sulla soglia dell’adolescenza nelle prime inquadrature lasciano presto il posto alla costrizione fisica (la casa diventa una prigione, gli abiti diventano tonache) e psicologica (la sessualità vissuta come tabù), e gettano una luce inquietante sull’arretratezza di una parte della società turca, che ancora basa la sua cultura sulla vergogna e sul senso di colpa. Questi ultimi, instillati poco alla volta nelle giovani ragazze, hanno poco a che fare con il pudore e la decenza di cui si fa portavoce la nonna, costretta a mediare fra una società maschilista e prepotente, rappresentata molto bene dalla figura dello zio, e la necessità di difendere le nipoti. Con uno sguardo acuto e penetrante, la Erguven fa emergere le differenze caratteriali e decisionali delle cinque ragazze, cui dà voce proprio la più piccola, Lale, che nella sua fanciullezza e nell’attaccamento alla maestra vede ancora la speranza di un futuro diverso dalle sorelle, condannate per un motivo o per l’altro a scelte imposte e difficili da gestire per un adulto, figuriamoci per un adolescente. Eppure, il drammatico passaggio all’età della coscienza di questo micro-cosmo adolescenziale è trattato con tocco lieve e privo di morbosità. Anzi, il finale, con l’unico uomo positivo di questa triste storia, il giovane autista che le accompagna a Istanbul, restituisce speranza e apre alla possibilità di un rapporto diverso e davvero paritario tra uomini e donne. In Turchia, e non solo.
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