Amici complici amanti

Un film di Paul Bogart. Con Anne Bancroft, Matthew Broderick, Brian Kerwin, Harvey Fierstein, Eddie Castrodad Titolo originale Torch Song Trilogy. Commedia, durata 117 min. - USA 1988. MYMONETRO Amici complici amanti * * * 1/2 - valutazione media: 3,86 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Commedia elegante sulla questione gay Valutazione 4 stelle su cinque

di andyflash77


Feedback: 14447 | altri commenti e recensioni di andyflash77
sabato 25 agosto 2012

Arnold è un giovane gay che si guadagna da vivere cantando vestito da donna in un locale notturno di New York. Si innamora di un insegnante, Ed, che però non vuole ammettere le sue tendenze omosessuali. Un altro giovane, Alan, accetta una relazione con lui. I due trascorrono felici sei anni, ma un giorno Alan viene ucciso da un gruppo di teppisti.  È uno dei primi film destinati al grande pubblico in cui la tematica omosessuale viene trattata con grande cura e sensibilità, coinvolgendo anche attori di una certa risonanza. Si parla di emarginazione, di affetti negati, di famiglie che voltano le spalle.Forse il senso profondo di questa sensibile e toccante pellicola ambientata nel mondo omosessuale, capace di affrontare con coraggio e delicatezza, evitando inutili, fastidiosi e risaputi luoghi comuni, un tema sempre considerato tabù (specie negli anni ottanta) sta tutto nel monologo iniziale di Arnold, “un travestito, o meglio quello che ne rimane”, comunque “un esemplare di una specie in via di estinzione”. Mentre si sta truccando per prepararsi al suo consueto spettacolo notturno incentrato su tristi canzoni d’amore, nella New York del 1971, rivolgendosi allo spettatore, Arnold confessa la fatica e il disagio a vivere la sua condizione in una società che non accetta né lui né quelli come lui, con le delusioni d’amore e la violenza. Non più giovanissimo, né particolarmente bello (“sono stato sia giovane sia bello, ma mai tutte e due le cose insieme”), con una voce particolarmente roca e maschile Arnold si rende conto che ci sono mestieri più facili del travestito, magari lo scaricatore di porto, ma “per quanto ci provi non ho altra scelta: non riesco a camminare senza tacchi”. La sua filosofia di vita è guardarsi dai disperati, che distingue in tre categorie: gli sposati, quelli di passaggio per il fine settimana e gli irrimediabilmente eterossessuali, con cui si stabiliscono le relazioni più rischiose. Pur “essendo stato a letto con più uomini di quanti ne nomini la Bibbia” Arnold non ha mai incontrato nessuno che gli abbia detto con convinzione “Ti amo”. Probabilmente la persona giusta, almeno per lui, sembra essere Ed, insegnante bisessuale. Nonostante sia il primo ad essere consapevole del fatto che “un tizio brutto che va dietro ad uno carino rimedia solo rogne e basta, ma un tizio carino che va dietro ad uno brutto almeno i soldi del taxi li rimedia” Arnold vive la relazione con Ed con estremo trasporto e passione, nella speranza che non sia la solita avventura passeggera di una notte, ma l’occasione per costruire finalmente una vita a due completa e serena. Ma Ed tiene molto alla sua mascolinità (“Ho rapporti con le donne” “Ma io credevo sorelle, zie, nipoti” è la sconsolata replica di Arnold), e, dopo qualche settimana felice, l'innamorato Arnold, geloso e possessivo, viene abbandonato dall'amico per una donna, Laurel, che, dopo qualche tempo, questi sposerà. Distrutto da questo abbandono (“Ed non riconoscerebbe l’amore nemmeno se Cupido lo colpisse con frecce a forma di cuore nel sedere”) determinato dalla sua “colpa di volere un marito, mentre Ed voleva una moglie”, Arnold riesce a rifarsi una vita con Alan, un giovane modello insieme al quale abita per 6 anni. Il loro sentimento resiste alla crisi provocata da un imbarazzante week-end, trascorso insieme a Ed e a Laurel. Arnold, che ha i sentimenti di una vera donna, desidera un figlio e, insieme ad Alan, chiede di ottenerne uno in adozione. Proprio quando sembra che il tribunale glielo concede, Alan viene ucciso, una sera, da un gruppo di teppisti che odiano i gay (e saggiamente il bravo regista Paul Bogart lascia tutto fuori campo). Nel 1980, Arnold, che ha ottenuto l'adozione provvisoria di David, un ragazzo sedicenne omosessuale che non accetta la propria condizione, gli fa premurosamente da mamma; il giudice spera che il vivere con lui possa facilitare al ragazzo l'accettazione della propria "diversità". Ed, intanto, che si è diviso dalla moglie e si trova senza casa, chiede ad Arnold ospitalità per qualche giorno, ma è ormai solo un semplice amico. In questa complicata situazione, arriva a New York la madre di Arnold (una meravigliosa Ann Bancroft, ogni volta che entra in scena il film prende il volo), che viene a trovare il figlio e a visitare la tomba del defunto marito e resta sconvolta dalla presenza di David e di Ed in casa.

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