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Da un testo mediocre un film mediocre!
Certo "La scomparsa di Patò" non è "Il fu Mattia Pascal", così come Camilleri non è Pirandello, ciò non giustifica che il film dovesse obbligatoriamente essere poco più di una fiction di scarso livello da mandare in onda in estate come riempitivo.
Il cinema, è capace di creare un capolavoro da una insignificante creazione letteraria, ma bisogna saper fare del cinema altrimenti può rendere inguardabile qualunque capolavoro.
Qui non avevamo un capolavoro da portare sullo schermo ma una storiellina da sdraio sulla spiaggia; ma il cinema, se lo si sa fare, poteva darle maggiore dignità ed elevarla un po’ dalla traccia un po’ banale e non proprio originale del raccontino.
No! Si stiracchia il raccontino, peggiorandolo (al peggio non c’è fine), pur di tirare per un’ora e tre quarti con macchiette ripetute sullo stereotipo siculo.
Ma siamo giunti proprio ad una tale insensibilità cinematografica, una tale incapacità, non dico di un colpo d’ala ma, di un salto di ranocchio ?
Tutto ciò è desolante e disperante, resta solo la speranza che toccato il fondo dell’incompetenza ci sia, prima o poi un rimbalzo.
Inutile criticare cinematograficamente questo filmetto che in fondo è come moltissimi altri che passano sugli schermi, passano e non lasciano traccia.
Per fortuna lo schermo non ha memoria, al contrario di noi, altrimenti penso che si lacererebbe di rabbia, col rimpianto del cinema che fu!
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