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Almodovar firma un altro film originale, che sicuramente non è da annoverare tra i suoi migliori. Rimane ancorato a quel cinema spagnolo che predilige il grottesco e l'irrazionale. Possiamo anche considerarlo un film erotico, con una buona dose di morbosità, alla Bigas Luna. Quello che vediamo sullo schermo non deve mai essere preso sul serio, ma deformato dalla lente almodovariana che esamina tutto in modo irrealistico. È la storia di un ex-torero che uccide per piacere. Degli omicidi si incolpa un suo allievo, che ha la caratteristica di svenire quando vede il sangue e, in seguito, si scoprirà che riesce a leggere il presente in assenza. L'allievo è interpretato da un giovane Banderas, che non è ancora il macho per antonomasia. Grazie a questo personaggio Almodovar ci fa capire pienamente quali siano le sie più reali intenzioni, inserendovi anche tratti così grottescamente assurdi da risultare comici. Fatale risulterà l'incontro tra l'ex torero e l'avvocato dell'allievo, perché anche lei ha ucciso due persone per puro piacere, facendo lo stesso numero di vittime dell'ex torero È un incontro voluto dal destino, dove la tematica amore-morte si esplicita maggiormente perché fa incontrare due persone con le stesse caratteristiche e cioè quello di considerare la morte come la cosa più eccitante che esista.Il protagonista è interpretato da un facsimile di Ivory, Nacho Martinez, che morirà a soli 44 anni Il resto del cast, costituito in parte da belle donne, non sfigura. Tra i colori è dominante quel rosso che è simbolo di erotismo e in sott'ordine della violenza della morte. È un film che va preso per quello che è, senza pretendere trattazioni moralistiche o filosofiche.
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