matteo bettini 15 gennaio
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sabato 7 gennaio 2017
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non ho avuto i soldi né la donna: bell'affare!
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La fiamma del Peccato presenta una particolarità che salta subito agli occhi: il duo di attort protagonista (Barbara Stanwyck e Fred MacMurray) fino a questo film avevano recitato (e, perlomeno per quanto riguarda MacMurray, continuerà a recitare) in film brillanti, commedie sofisticate o semplicemente divertenti (riguardo al terzo co-protagonista, E.G.Robinson, bè, che dire: lui è integrato perfettamente nella parte. Una autentica forza della natura!). Billy Wilder, regista dalle capacità sublimi, regala al pubblico un'ottima pellicola "noir". E fa della grande "Missy" (il soprannome con cui era comunemente conosciuta la Stanwyck) una delle più perfette "dark-ladies" della Storia del Cinema.
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La fiamma del Peccato presenta una particolarità che salta subito agli occhi: il duo di attort protagonista (Barbara Stanwyck e Fred MacMurray) fino a questo film avevano recitato (e, perlomeno per quanto riguarda MacMurray, continuerà a recitare) in film brillanti, commedie sofisticate o semplicemente divertenti (riguardo al terzo co-protagonista, E.G.Robinson, bè, che dire: lui è integrato perfettamente nella parte. Una autentica forza della natura!). Billy Wilder, regista dalle capacità sublimi, regala al pubblico un'ottima pellicola "noir". E fa della grande "Missy" (il soprannome con cui era comunemente conosciuta la Stanwyck) una delle più perfette "dark-ladies" della Storia del Cinema. Perché, fin da subito (o quasi..) riesce ad irretire Walter Neff (MacMurray: bravissimo), "assicuratore, 35 anni di età, salute buona..almeno fino a poco fa" come si presenta lo stesso Neff al dittafono del collega-amico Barton Keyes (Robinson). In un prologo che si può collocare nei due-tre più sconvolgenti (per quanto riguarda l'epoca: siamo nel 1944..) mai sortiti da Hollywood fino ad allora. Neff e Phillys (sempre la Stanwyck) si incontrano continuamente, e segretamente, per perfezionare ogni dettaglio della morte del marito di Phillys, assicurato suo malgrado ( e a sua insaputa) sulla sua vita, per l'ingente somma (semore rapportata ai tempi) di 50mila dollari. Per raddoppiarla, i due progettano un incidente collegato ad un viaggio in treno. "Ma un delitto non è mai perfetto", sentenzia il puntiglioso Keyes/Robinson, sempre più sulle tracce dei due assassini..."Double Indemnity" (il titolo originale de "La Fiamma del Peccato") ebbe non so quante nomination agli Oscar (tante, comunque!), comprese miglior regia, attrice e colonna sonora (Myklos Rozsa: ispiratissimo, tanto per cambiare!). Ma non è per questo che vale la pena di guardarlo. E' per l'intensità delle interpretazioni: per la regia impeccabile; per il doppiaggio sublime; e per mille altri motivi che sta allo spettatore individuare..
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paolo bisi
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sabato 12 marzo 2011
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uno dei capolavori del cinema noir
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Phyllis Dietrichson vuole sbarazzarsi del marito. Per arrivare al suo obiettivo mette in piedi un minuzioso piano col suo assicuratore e amante Walter Neff, grazie al quale i due intascheranno i soldi della doppia indennità. A poco a poco però Barton Keyes, amico e collega di Neff, smaschererà il loro piano. Billy Wilder è un maestro e lo dimostra cimentandosi con un nuovo genere, il noir, in modo assolutamente straordinario. Il grande merito risiede principalmente nella costruzione narrativa: il colpevole viene svelato nella prima scena, ma nonostante questo, la voce fuori campo e soprattutto la curiosità di vedere lo sviluppo finale della vicenda, riescono a "incollare" incredibilmente lo spettatore davanti allo schermo.
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Phyllis Dietrichson vuole sbarazzarsi del marito. Per arrivare al suo obiettivo mette in piedi un minuzioso piano col suo assicuratore e amante Walter Neff, grazie al quale i due intascheranno i soldi della doppia indennità. A poco a poco però Barton Keyes, amico e collega di Neff, smaschererà il loro piano. Billy Wilder è un maestro e lo dimostra cimentandosi con un nuovo genere, il noir, in modo assolutamente straordinario. Il grande merito risiede principalmente nella costruzione narrativa: il colpevole viene svelato nella prima scena, ma nonostante questo, la voce fuori campo e soprattutto la curiosità di vedere lo sviluppo finale della vicenda, riescono a "incollare" incredibilmente lo spettatore davanti allo schermo. Ottimo trio di protagonisti, tra cui spicca Edward G. Robinson, che riesce in modo magistrale a dare slancio al film ogni volta che appare davanti alla cinepresa. Bellissima fotografia, che accentua il chiaroscuro, regalando all'opera un'atmosfera tetra e cupa, che riflette il succedersi degli eventi, così come la colonna sonora, che sale nei momenti di tensione. Un film, insomma, assolutamente da vedere e soprattutto da ricordare.
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il cinefilo
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venerdì 31 dicembre 2010
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questo è il grande cinema
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Un triangolo di attori assolutamente perfetti(Fred MacMurray,Edward G.Robinson e Barbara Stanwyck),un atmosfera assolutamente affascinante per la sua inquietante intensità drammatica e una sceneggiatura perfetta scritta in collaborazione con lo scrittore maestro del noir Raymond Chandler fanno de LA FIAMMA DEL PECCATO uno dei capolavori di Billy Wilder.
Proseguo il mio commento parlando in maniera più approfondita di alcuni personaggi:ogni protagonista possiede una sua strepitosa carica emotiva che li rende tutti,a loro modo,grandiosi(compreso il granitico Walter Neff)...la bellezza e la sensualità diabolica di Phillis Dietrichson non hanno limiti di alcun tipo così come la sua malvagità e l'assoluta meschinità non si arrestano dinanzi a nessun ostacolo(quasi una lady MacBeth shakesperiana del 20°secolo)consacrandola quindi,forse,la miglior dark lady della storia del cinema nero.
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Un triangolo di attori assolutamente perfetti(Fred MacMurray,Edward G.Robinson e Barbara Stanwyck),un atmosfera assolutamente affascinante per la sua inquietante intensità drammatica e una sceneggiatura perfetta scritta in collaborazione con lo scrittore maestro del noir Raymond Chandler fanno de LA FIAMMA DEL PECCATO uno dei capolavori di Billy Wilder.
Proseguo il mio commento parlando in maniera più approfondita di alcuni personaggi:ogni protagonista possiede una sua strepitosa carica emotiva che li rende tutti,a loro modo,grandiosi(compreso il granitico Walter Neff)...la bellezza e la sensualità diabolica di Phillis Dietrichson non hanno limiti di alcun tipo così come la sua malvagità e l'assoluta meschinità non si arrestano dinanzi a nessun ostacolo(quasi una lady MacBeth shakesperiana del 20°secolo)consacrandola quindi,forse,la miglior dark lady della storia del cinema nero.
Barton Keys(E.G.Robinson a uno dei punti più alti della sua carriera)e un personaggio la cui inattaccabile meticolosità nello svolgimento del proprio dovere gli permette,inevitabilmente,di segnare ogni possibile trionfo nell'ambito della compagnia assicurativa e a cui nemmeno i due amanti assassini riescono a sfuggire in quanto egli è,sotto tutti gli aspetti,la raffigurazione precisa e ideale dell'investigatore riferendosi al senso più alto che si possa attribuire al valore di questo mestiere malgrado sempre nell'ambito di queste organizzazioni private.
Si tratta della classica pietra miliare che non può non fare rimpiangere(almeno per me)il cinema americano dei bei tempi andati(escludendo ovviamente rare eccezioni)quando per realizzare un film thriller non occorrevano uccisioni a raffica e altre violenze inaudite di rara sciatteria ma,bensì,contavano il valore dell'intreccio narrativo e la capacità di riuscire a permettere allo spettatore di appassionarsi realmente alla bravura degli attori senza precipitare continuamente in un orgia di clichè sanguinolenti riproposti continuamente fino alla nausea e allo sfinimento...Billy Wilder quanto mi manchi.
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mondolariano
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mercoledì 13 aprile 2011
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il miglior "noir" in assoluto
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Il primo capolavoro di Wilder, girato sei anni prima di “Viale del tramonto”, è probabilmente il miglior film noir in assoluto. Legato al suo tempo, si capisce, come avviene per molti classici il cui costrutto risulta troppo perfetto per i tempi attuali. Si vedano a proposito i dialoghi che, per supportare la carenza di azione, aumentano l’ordito come una tessitura sinfonica e sembrano recitati sulla scena di un teatro (specie durante i colloqui tra i due amanti, dove le battute sono pronte e taglienti come rasoi). La regia deriva dall’espressionismo tedesco di cui Wilder era maestro, formato dai netti contrasti di luce ed ombre, dalla predominanza del buio e degli ambienti interni. I momenti in esterno sono da antologia, con la scena di apertura “on the road” e la Los Angeles notturna vista dalle colline.
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Il primo capolavoro di Wilder, girato sei anni prima di “Viale del tramonto”, è probabilmente il miglior film noir in assoluto. Legato al suo tempo, si capisce, come avviene per molti classici il cui costrutto risulta troppo perfetto per i tempi attuali. Si vedano a proposito i dialoghi che, per supportare la carenza di azione, aumentano l’ordito come una tessitura sinfonica e sembrano recitati sulla scena di un teatro (specie durante i colloqui tra i due amanti, dove le battute sono pronte e taglienti come rasoi). La regia deriva dall’espressionismo tedesco di cui Wilder era maestro, formato dai netti contrasti di luce ed ombre, dalla predominanza del buio e degli ambienti interni. I momenti in esterno sono da antologia, con la scena di apertura “on the road” e la Los Angeles notturna vista dalle colline. Gli attori, poi, sono tutti eccellenti. Il serioso, alto e malinconico MacMurray sprofonda la vicenda nel dramma del suo personaggio, senza elargire il minimo accenno di un sorriso. Edward G.Robinson non ha bisogno di alcuna presentazione mentre la Stanwyck si meritò l’appellativo di “dark lady” per eccellenza. Ci sono, è vero, molte situazioni improbabili, la trama non è da prendere troppo sul serio e dubito che una donna sconosciuta possa convincere un uomo a compiere un omicidio nel giro di pochi giorni (e che donna antipatica, poi!). Ma come simbolo di amore-perdizione, oltre che come qualità dell’insieme, si tratta di una pietra miliare della storia del cinema.
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samanta
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martedì 18 maggio 2021
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un wilder noir
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Il film tratto da un romanzo di James Cain e uscito in bianconero nel 1944, lanciò il regista Billy Wilder, ebbe un noteevole succeso di pubblico e ricevette ben 7 nomination all'Oscar (tra cui migliore film e migliore regia). La pellicola appartiene al primo Wilder (Giorni Perduti, Viale del tramonto, L'asso nella manica) che raccontava vicende altamente drammatiche, tanto che La fiamma del peccato è considerata uno dei primi noir. In questi film predomina un cupo pessimismo intrecciato ad una critica feroce della società. La sceneggiatura oltre che del regista è di Raymond Chandler.
Walter Neff (Fred MacMurray) dipendente di una società di assicurazioni fa il piazzista girando tutto il giorno per vendere polizze di assicurazi, durante uno di questi giri va in una villa di lusso per convincere un riccone Dietrichson (Tom Powers) a rinnovare l'assicurazione delle sue 2 auto, ma lui assente trova la moglie Phyllis (Barbara Stanwich inconsuetamente bionda) bella e sensuale che cerca di sedurre Neff per convincerlo a fare una polizza vita di 50.
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Il film tratto da un romanzo di James Cain e uscito in bianconero nel 1944, lanciò il regista Billy Wilder, ebbe un noteevole succeso di pubblico e ricevette ben 7 nomination all'Oscar (tra cui migliore film e migliore regia). La pellicola appartiene al primo Wilder (Giorni Perduti, Viale del tramonto, L'asso nella manica) che raccontava vicende altamente drammatiche, tanto che La fiamma del peccato è considerata uno dei primi noir. In questi film predomina un cupo pessimismo intrecciato ad una critica feroce della società. La sceneggiatura oltre che del regista è di Raymond Chandler.
Walter Neff (Fred MacMurray) dipendente di una società di assicurazioni fa il piazzista girando tutto il giorno per vendere polizze di assicurazi, durante uno di questi giri va in una villa di lusso per convincere un riccone Dietrichson (Tom Powers) a rinnovare l'assicurazione delle sue 2 auto, ma lui assente trova la moglie Phyllis (Barbara Stanwich inconsuetamente bionda) bella e sensuale che cerca di sedurre Neff per convincerlo a fare una polizza vita di 50.000 $ sul marito a suo favore senza il consenso del coniuge. Neff rifiuta perché capisce il ragggiro, anche perché l'amico Borton (Edward G. Robinson) Ispettore della compagnia è infallibile nello scoprire i disonesti e le truffe. Neff ammaliato dalla donna che gli si concede cambia idea e prepara un piano secondo lui perfetto che permetterà addirittura una doppia indennnità di 100.000 $ (di qui il titolo originale) che si verifica in caso di morte in un incidente ferroviario. Una sera va a casa il marito è ubriaco e gli fa firmare oltre alle polizze auto anche quella sullavita senza che lui se ne accorga. Quella sera conosce Lola (Jean Heather) la figlia di primo letto di Dietrichson che gli chiede un passaggio, odia la matrigna che infermiera della madre ammalata è convinta l'abbia ucciso per sposare il padre di cui era amante, conosce anche il fidanzato Nino (Byron Barr) uomo violento e pregiudicato. Il piano di Neff è molto complesso: in estrema sintesi: Dietrichson è ucciso da lui che sale sul treno in cui viene simulato l'incidente ferroviario, travestito come il morto, ma un testimone scomodo confonde la situazione, così che Barton crede che l'assicurato sia stato ucciso dalla moglie con la complicità di Nino che lei vede di nascosto. Neff scopre il raggiro va a casa di Phillis per ucciderla, ci riesce ma viene ferito dalla donna, nel finale confessa la sua colpevolezza e viene catturato dalla polizia.
Il film che si avvale di un'accurata e splendida fotografia è interpretato da un trio di attori di assoluto rilievo: innanzitutto Fred MacMurray che interpreta un uomo ambiguo in cui l'onesta è superficiale e basta poco (le belle gambe di Phillys) per far emergere la disonestà di fondo, prima di interpretare il professore svampito de Il professore tra le nuvole ricoprì altre volte personaggi discutibili o abigui (L'ammutinamento del Caine)), era un attore versatile di ottimo livello, Edward G. Robinson allora era una delle star di Hollywood capace non solo di fare il "cattivo" come in questo caso in cui interpreta un funzionario onesto e pignolo, ma in fin dei conti ingenuo e ingannato spudoratamente dal collega, infine Barbara Stanwych una delle migliori attrici in assoluto del cinema di Hollywood, qui nella veste di una Dark Lady sensuale, corrotta e spietata (parte rifiutata da molte attrici) che ricevette solo 1 Oscar alla carriera e diverse nomination tra cui quella per questo film. La regia di Billy Wilder è, come al solito, agile e sicura con l'uso sapiente dei flashback, ogni inquadratura da un senso alla vicenda (anche se l'utilizzo della voce fuori campo è eccessivo), la sceneggiatura scritta con l'aiuto di Raymond Chandler è ottima: in poco più di 90 minuti viene descritta accuratamente la psicologia dei vari personaggi, le battute e i dialoghi sono concisi, ma avvincenti specie quando esprimono la crudezza emotiva dei due amanti diabolici.
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eugenio
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sabato 6 luglio 2013
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un noir d’annata
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Avere quasi sessant’anni e non dimostrarli nemmeno. No, non stiamo parlando di ritocchi estetici effettuati dalla mano di un prezzolato chirurgo plastico, quanto di una pellicola che non risente della forza del tempo coinvolgendo ed emozionando lo spettatore in un crescendo di suspance. Mi riferisco a “La fiamma del peccato” , forse uno dei più grandi noir della storia del cinema annoverato tra i migliori cento film di sempre, targato Billy Wilder con una sceneggiatura dotata di ospite d’eccezione: Chandler. Il sodalizio con lo scrittore, il duro all’americana creatore del detective “sconfitto dalla vita” Philip Marlowe, fu reso particolarmente complicato oltre che dalla natura assai dispotica dell’uomo anche dalle riluttanze che Chandler mostrava nella sceneggiatura e dai metodi di lavoro di Wilder, giudicati troppo ricercati ed eclettici dallo stesso Chandler che più volte si ribellò.
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Avere quasi sessant’anni e non dimostrarli nemmeno. No, non stiamo parlando di ritocchi estetici effettuati dalla mano di un prezzolato chirurgo plastico, quanto di una pellicola che non risente della forza del tempo coinvolgendo ed emozionando lo spettatore in un crescendo di suspance. Mi riferisco a “La fiamma del peccato” , forse uno dei più grandi noir della storia del cinema annoverato tra i migliori cento film di sempre, targato Billy Wilder con una sceneggiatura dotata di ospite d’eccezione: Chandler. Il sodalizio con lo scrittore, il duro all’americana creatore del detective “sconfitto dalla vita” Philip Marlowe, fu reso particolarmente complicato oltre che dalla natura assai dispotica dell’uomo anche dalle riluttanze che Chandler mostrava nella sceneggiatura e dai metodi di lavoro di Wilder, giudicati troppo ricercati ed eclettici dallo stesso Chandler che più volte si ribellò.
La storia è nota ed è resa al pubblico sin dalle prime scene. Descrive il più semplice quanto ahimè sempre più frequente triangolo amoroso: lui,lei,l’altro in una vicenda di cui lo spettatore è reso partecipe sin dall’inizio: la confessione di Walter Neff (un grandioso Fred Mc Murray) resa celebre dal famoso incipit : “ io ho ucciso per denaro e per una donna … e non ho preso i soldi e nemmeno la donna” gravemente ferito da un colpo di rivoltella al dittafono del collega Barton Keyes (Edward G Robinson).
Il lungo flashback mediato dalla voce dell’esecutore dell’assassinio è scandito dalle scene che ripercorrono la seduzione dell’ingenuo Neff da parte della sensuale e diabolica femme fatale Phillis Dietrichson, interpretata da una strepitosa Barbara Stanwick , cinica e spregiudicata. Wilder è abile nell’evidenziare tale figura centrale nel dramma: moglie insoddisfatta sfrutta il fascino di cui è dotata per irretire Keys ed escogitare il piano che la porterebbe ad incassare una cospicua assicurazione sulla vita dell’avaro marito. Il regista statunitense per sottolinearne l’indole malvagia insiste sui primi piani della donna come nella celebre scena dell’omicidio rappresentato sul sedile posteriore dell’automobile che resta quasi sullo sfondo quasi a evidenziare l’imperturbabilità e il piacere, reso dal sardonico ghigno, dell’amante infedele.
Tuttavia, anche il migliore dei piani nasconde un punto debole, come ci insegna Hitchcock e in questo caso, il povero Neff verrà non solo doppiamente beffato dalla “dark lady” ma incastrato dal suo collega Barton Keyes responsabile dell'Ufficio Sinistri della compagnia assicurativa presso cui lavora. Barton è il meticoloso e ligio al dovere agente assicurativo, il lato “razionale” della mente di Neff obnubilata dai fumi della passione e dalla sicurezza di una solidità economica irraggiungibile, quasi l’ultimo baluardo che conferisce alla squallida miseria della vicenda un senso di dignità e di speranza. In lui si fondono le classiche qualità dell’investigatore privato prime tra tutte la curiosità e la volontà di trovare il vero in una vicenda oscura. Non è l’hard boiled chandleriano ma un uomo comune la cui figura è enfatizzata da Wilder. Già Wilder: utilizzava luci scarse e asciutte sfruttando un realismo da cinegiornale privo di orrori sanguinolenti di cui l’America negli ultimi thriller sta abusando, impiega polvere di magnesio per creare quell’effetto di “antichità” mai violata nella casa del marito di Phillis girando le scene interne in pochi minuti (nel 1944 il montaggio non faceva i miracoli odierni) quasi in un’atmosfera di polvere di stelle.
Il risultato è un lucido e reale fatto di cronaca che oggi leggeremmo quasi con leggerezza forse perché troppo abituati a uccisioni e stragi. Ma sono passati sessant’anni; quelli erano altri tempi. Quelli di Wilder.
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tomdoniphon
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venerdì 27 giugno 2014
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il noir nella sua forma più alta
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"L'ho ucciso io: l'ho ucciso per denaro e per una donna. E non ho preso il denaro, e non ho preso la donna. Bell'affare" dice in un incipit indimenticabile l'assicuratore Walter Neff (MacMarray), che detta la propria confessione ad un dittafono: diventato prima l'amante di una donna (Stanwyck) e poi suo complice nell'assassino del marito per riscuoterne l'assicurazione sulla vita. Verrà smascherato da un suo amico-collega (Robinson) dell'assicurazione. Uno dei capolavori assoluti di Hollywood e, soprattutto, il miglio noir di tutti i tempi. Dialoghi da antologia, personaggi indimenticabili (in particolare Robinson e la Stanwyck con il braccialetto alla caviglia) ed un ritmo serratissimo: lo svelamento del finale non toglie infatti minimamente tensione al film, ma al contrario accresce il senso di fatalità della vicenda.
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"L'ho ucciso io: l'ho ucciso per denaro e per una donna. E non ho preso il denaro, e non ho preso la donna. Bell'affare" dice in un incipit indimenticabile l'assicuratore Walter Neff (MacMarray), che detta la propria confessione ad un dittafono: diventato prima l'amante di una donna (Stanwyck) e poi suo complice nell'assassino del marito per riscuoterne l'assicurazione sulla vita. Verrà smascherato da un suo amico-collega (Robinson) dell'assicurazione. Uno dei capolavori assoluti di Hollywood e, soprattutto, il miglio noir di tutti i tempi. Dialoghi da antologia, personaggi indimenticabili (in particolare Robinson e la Stanwyck con il braccialetto alla caviglia) ed un ritmo serratissimo: lo svelamento del finale non toglie infatti minimamente tensione al film, ma al contrario accresce il senso di fatalità della vicenda. Come sempre in Wilder, sia che si tratti di un noir, di una commedia o di un film drammatico, c'è sempre la solita, straordinaria, indagine sull'unico tempio che conti davvero in America, quello del Dio Denaro. Una delle vette del Cinema.
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stefano capasso
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venerdì 27 marzo 2020
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amore impossibile
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L’assicuratore Walter Neff si reca presso un cliente per il rinnovo della sua assicurazione, ma invece dell’uomo incontra la seducente moglie. Tra i due scatta subito un’attrazione, che per la donna, Phyllis Dietrichson, è anche motivo per mettere in atto un piano che covava da tempo: liberarsi del marito. Tra ripensamenti e difficoltà di varia natura il piano verrà messo in pratica ma con risultati diversi da quelli sperati.
Billy Wilder nel primo noir di grande fattura. Il flashback, la voce narrante, i chiari scuro, le visioni urbane, sono gli ingredienti tipici e immancabili del genere che in questo lavoro sono portati ai massimi livelli. L’intrigo finalizzato al guadagno è la base di appoggio per raccontare una storia d’amore che non riuscirà mai ad evolversi.
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L’assicuratore Walter Neff si reca presso un cliente per il rinnovo della sua assicurazione, ma invece dell’uomo incontra la seducente moglie. Tra i due scatta subito un’attrazione, che per la donna, Phyllis Dietrichson, è anche motivo per mettere in atto un piano che covava da tempo: liberarsi del marito. Tra ripensamenti e difficoltà di varia natura il piano verrà messo in pratica ma con risultati diversi da quelli sperati.
Billy Wilder nel primo noir di grande fattura. Il flashback, la voce narrante, i chiari scuro, le visioni urbane, sono gli ingredienti tipici e immancabili del genere che in questo lavoro sono portati ai massimi livelli. L’intrigo finalizzato al guadagno è la base di appoggio per raccontare una storia d’amore che non riuscirà mai ad evolversi. Appena accennata è la questione psicoanalitica della protagonista incapace di amare e che forse per la prima volta comincia ad esperire un sentimento. Allo stesso modo il protagonista è incapace di controllare i suoi istinti e si lancia in un’avventura che almeno in principio è assolutamente contraria alla sua etica. Inevitabile, viste le premesse, il fallimento della love story.
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