Capolavoro di Giorgos Lanthimos, incentrato sull'incomunicabilità, sul profondo radicamento della solitudine come male esistenziale moderno.
Nichilista, nella sua essenzialità estrema si fa seducente, porta ad immergersi nella spirale di drammatica normalità dei protagonisti, osservati mentre osservano, capaci di vivere solo attraverso la rappresentazione, ma terrorizzati allo stesso momento di prendere contatto con l'altro, frustrati da questa situazione, ma impossibilitati allo sfogo, se non contro oggetti inanimati.
E il linguaggio rappresenta lo specchio fedele di questa malattia, limitato all'egoistica realtà loro propria, unica possibile e traducibile (anche in altri codici linguistici).
[+]
Capolavoro di Giorgos Lanthimos, incentrato sull'incomunicabilità, sul profondo radicamento della solitudine come male esistenziale moderno.
Nichilista, nella sua essenzialità estrema si fa seducente, porta ad immergersi nella spirale di drammatica normalità dei protagonisti, osservati mentre osservano, capaci di vivere solo attraverso la rappresentazione, ma terrorizzati allo stesso momento di prendere contatto con l'altro, frustrati da questa situazione, ma impossibilitati allo sfogo, se non contro oggetti inanimati.
E il linguaggio rappresenta lo specchio fedele di questa malattia, limitato all'egoistica realtà loro propria, unica possibile e traducibile (anche in altri codici linguistici). C'è chi ad ogni modo riesce a conviverci, chi la sopporta tradendosi e violentandosi ed infine chi ne è succubo e vittima, mero oggetto nelle mani altrui.
La regia è splendida, chiaramente disinteressata al referente, egoisticamente inconcepibile, l'intatto rumore ambientale incanta, così come la tenue fotografia.
[-]
|
|