laurence316
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domenica 6 gennaio 2019
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si ride molto grazie al cj7...
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... e magari si diventa anche più umani!
Dopo il colpo grosso a livello internazionale con il precedente Kung Fusion, Chow decide di tornare alla regia di una vera e propria scommessa.
Una favola simpatica, tacciata di “buonismo” come se un film rivolto all’infanzia dovesse essere, al contrario, “cattivista”, sicuramente a tratti eccessivamente melodrammatica (ma una certa scena nei dintorni dell’epilogo saprà certo far versare una lacrimuccia a tutti i più sensibili, e ai piccini, che non avranno probabilmente sentore della prevedibilissima risoluzione della faccenda), a tratti alquanto, per l’appunto, scontata, non all’altezza delle prove migliori del regista, ma nonostante tutto quasi sorprendentemente riuscita.
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... e magari si diventa anche più umani!
Dopo il colpo grosso a livello internazionale con il precedente Kung Fusion, Chow decide di tornare alla regia di una vera e propria scommessa.
Una favola simpatica, tacciata di “buonismo” come se un film rivolto all’infanzia dovesse essere, al contrario, “cattivista”, sicuramente a tratti eccessivamente melodrammatica (ma una certa scena nei dintorni dell’epilogo saprà certo far versare una lacrimuccia a tutti i più sensibili, e ai piccini, che non avranno probabilmente sentore della prevedibilissima risoluzione della faccenda), a tratti alquanto, per l’appunto, scontata, non all’altezza delle prove migliori del regista, ma nonostante tutto quasi sorprendentemente riuscita.
Checché ne dicano alcuni, difatti, grazie a CJ7 si ride e molto (a patto, però, che lo si guardi in versione originale, evitando accuratamente, come sempre, il doppiaggio), e questo nonostante la natura fondamentalmente infantile delle gag (tra le tante trovate, memorabile quella delle mosse “kung fu” della piccola creaturina, che riporta alla memoria le opere precedenti di Chow, in cui si è cimentato nella “fusione” delle mosse dell’arte marziale applicate più o meno ad ogni cosa possibile ed immaginabile, dalla cucina [God of Cookery] al calcio [Shaolin Soccer]). E tutto senza, ovviamente, dimenticare di inserire la piccola morale a coronamento e completamento.
Qualcuno potrà forse rimanere basito di fronte a certi soprusi a cui viene sottoposta la creatura proveniente dallo spazio profondo, ma sono funzionali alla costruzione del discorso. Perché il piccolo protagonista, condizionato dal contesto sociale in cui vive, da un’educazione che ripete continuamente come la massima aspirazione dell’uomo debba essere unicamente quella di accumulare ricchezza, di “avere successo”, anche utilizzando i metodi più criminosi, ed in più a causa di un iniziale malinteso, subito si aspetta da “CJ7” null’altro che un universale esecutore dei propri desideri, grazie al quale ottenere il più possibile col minimo sforzo. E appena la creaturina non si dimostrerà in grado di fungere da “genio della lampada” personale, finirà per abbandonarla. Ma il piccolo Dicky non mancherà di comprendere rapidamente il proprio errore.
Il messaggio è evidente, e altrettanto palesemente non particolarmente originale, ma non si può certo dire che sia negativo. E anche il “sacrificio” finale (che l’ultimissima scena rende chiaramente non definitivo) ribadisce una volta in più concetto, di accettazione e rapporto con l’altro, al quale donare senza necessariamente pretendere di ricevere qualcosa in cambio (all’inizio vale solo per il “CJ7” ma presto il rapporto disinteressato diventerà reciproco).
Mentre i soprusi a cui viene sottoposto dagli altri marmocchi dimostrano di una società incapace di vedere oltre, richiusa su se stessa, che attraverso il proprio spietato spirito di competitività, di efficienza, ottuso pragmatismo, sopraffazione, umiliazione e detrimento dell’altro, dogmatica accettazione di un’unica visione del mondo (con annesse tutte le più variegate scempiaggini ugualmente accettate come oro colato), ha tolto la capacità di immaginare e di meravigliarsi persino all’infanzia (il bulletto e i suoi sgherri che “giocano” a fare gli adulti, e non riescono a comprendere come non si tratti affatto di un giocattolo; sicuramente, in futuro, capaci di sopravvivere in un mondo spietato in cui a vincere è unicamente il più forte, o forse il più cattivo).
Naturalmente, tutto ciò non significa che il film renda ingombranti tutte queste possibili interpretazioni, soffocando l’impianto spettacolare, da puro intrattenimento. Anzi, forse ricercare tali interpretazioni appare un po’ esagerato alla lunga (perché, in fondo, lo scopo di questo CJ7 – Creatura extraterrestre è quello di divertire), ma ciononostante necessario al fine di rimediare ai numerosi fraintendimenti che il film si è dimostrato in grado di generare (con spettatori che vi hanno addirittura intravisto una esemplificazione di una supposta “cultura cinese dell’abuso sugli animali”. Come sempre, si è prontissimi a rintracciare tutti i possibili difetti degli altri [anche immaginari], provando un perverso piacere nel farlo; nonché non solo di fraintendere completamente un film, ma anche, per giunta, di renderlo incredibilmente emblematico di un’intera cultura, e non semplicemente, se proprio, delle idee di chi l’ha prodotto).
Al di là di ciò, sul piano più puramente cinematografico, è vero che la computer-graphics non eccelle ma è anche vero che non stona completamente, essendo usata in tono volutamente antinaturalistico e con una certa giocosa creatività in certe, esilaranti, sequenze. Per andare a creare, dunque, una sorta di “E.T. d’oriente” divertente, ritmato, recitato benissimo dalla piccola e sorprendente Jiao Xu (perché sì, in realtà si tratta di una bambina).
Che però, costato intorno ai 20 milioni di dollari, non si rivela un grandissimo successo rispetto alle precedenti opere di Chow, pur riuscendo a recuperare il budget. Almeno, rispetto ad altri, è stato distribuito in Italia, anche se, come già accennato, è consigliabile evitare la versione doppiata (altamente consigliabile).
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(di mondolucio)
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erika4pdl
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lunedì 27 luglio 2009
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carino ma strano in certi punti!
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Il film complessivamente è carino, ma è un po' strano, forse perchè sono abituata a diversi tipi di film.
Per esempio è quasi una cosa normale che il padre educhi il figlio con le botte!(anche quando cerca gli strumenti per dargliene altre)!! xD Poi quando il bambino cerca di affogare CJ7 solo perchè non aveva i poteri che tanto sperava!! è assurdo!! xD
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andre.inter 4 ever
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lunedì 29 giugno 2009
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bha....
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penoso dall'inizio alla fine chiedo quindi che non importino più questi filmacci schifosi dalla cina!!!!!!!
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poldo
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venerdì 15 maggio 2009
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film originale
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Un film originale, simpatico, a tratti fiabesco, con un momento un po' drammatico ma con il lieto fine. Un film molto particolare ma nel complesso scorrevole e gradevole.
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dony 64
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sabato 28 febbraio 2009
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film genere fantastico inteligente
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Film del genere fantastico con una bella storia per ragazzi ben interpretata,recitata che lascia il segno.Film gustoso e divertente che intrattiene sin dall'inizio.Adatto ad un pubblico di adolescenti e non.Complessivamente un bel film da vedere.Voto 8+
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gorgoblu
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domenica 21 settembre 2008
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come cambia la cina
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In una Cina iperoccidentalizzata Chow cerca di fondere una favola fantascientifica per bambini (alla E.T. per intenderci) con le tradizioni e la cultura cinese. Il risultato è un film gustoso, ma non troppo: il livello si mantiene buono per un po', per calare improvvisamente quando Chow inserisce scene di arti marziali, più adatte a manga che ad un film. Ma a quanto pare questi riferimenti piacciono ... de gustibus! Il film nel complesso è gradevole e magari merita più di un fugace sguardo. Mi sono piaciuti i continui sforzi educativi del padre (Chow) che cerca di inculcare nel figlio il senso del rispetto e dell'elevazione sociale attraverso lo studio: messaggi subliminali (mica tanto) per una Cina sull'orlo di una crisi generazionale.
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In una Cina iperoccidentalizzata Chow cerca di fondere una favola fantascientifica per bambini (alla E.T. per intenderci) con le tradizioni e la cultura cinese. Il risultato è un film gustoso, ma non troppo: il livello si mantiene buono per un po', per calare improvvisamente quando Chow inserisce scene di arti marziali, più adatte a manga che ad un film. Ma a quanto pare questi riferimenti piacciono ... de gustibus! Il film nel complesso è gradevole e magari merita più di un fugace sguardo. Mi sono piaciuti i continui sforzi educativi del padre (Chow) che cerca di inculcare nel figlio il senso del rispetto e dell'elevazione sociale attraverso lo studio: messaggi subliminali (mica tanto) per una Cina sull'orlo di una crisi generazionale.
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ukulele999
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giovedì 12 giugno 2008
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non il solito chow
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Che dire,
film da vedere, magari non in cantonese, sempre che i nostri connazionali almeno questa volta rendano giustizia con doppiaggi idonei.
Se qualcona SA, perfavore mi dica perche sia SHAOLIN SOCCER che KUNG FUSION sono stati doppiati da schifo.
voto film:7, filmetto del venerdi, piacevole,.
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