È il successo sanremese di Al Bano e Romina Power con il brano Ci sarà a far nascere alla metà degli anni Ottanta l'idea di un recupero degli stilemi del cinema musicale italiano degli anni Sessanta, i cosiddetti "musicarelli". L'operazione è azzardata e curiosa. Il film iniziato da Maurizio Lucidi e portato a conclusione da Grimaldi si muove in una strada troppo stretta, compresso da un lato dalla necessità di non tradire il filone dei musicarelli e dall'altra dall'esigenza di aggiornarne i contenuti di linguaggio e storie adeguandoli, per quanto possibile, alle serie televisive adolescenziali degli anni Ottanta. L'impressione è che con queste condizioni obbligate non si potesse fare di più.
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È il successo sanremese di Al Bano e Romina Power con il brano Ci sarà a far nascere alla metà degli anni Ottanta l'idea di un recupero degli stilemi del cinema musicale italiano degli anni Sessanta, i cosiddetti "musicarelli". L'operazione è azzardata e curiosa. Il film iniziato da Maurizio Lucidi e portato a conclusione da Grimaldi si muove in una strada troppo stretta, compresso da un lato dalla necessità di non tradire il filone dei musicarelli e dall'altra dall'esigenza di aggiornarne i contenuti di linguaggio e storie adeguandoli, per quanto possibile, alle serie televisive adolescenziali degli anni Ottanta. L'impressione è che con queste condizioni obbligate non si potesse fare di più. La presenza di uno stuolo di comici e caratteristi come Renzo Montagnani, Gigi Reder, Gianni Magni e Anna Mazzamauro garantisce anche a chi non ama questo tipo di lungometraggi qualche momento di ilarità e divertimento.
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