paolp78
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sabato 27 giugno 2020
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ottimo romanzo d''avventura e d''amore
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Film in costume con fa sfoggio di un cast molto ricco ed al contempo utilizza mezzi sicuramente non comuni per l'epoca.
La pellicola trova il suo punto di forza nella sceneggiatura, costituita da un romanzo d'avventura avvincente ed inoltre bene arricchito da un triangolo amoroso.
Entrambi i risvolti della storia funzionano egregiamente.
La parte sentimentale si giova di un intreccio costruito con saggezza, reso particolarmente interessante dai contrasti che si innescano tra i tre protagonisti, tutti forniti di caratteri forti e ben delineati.
Il personaggio della protagonista femminile, interpretata da Paulette Goddard, mi ha richiamato alla mente la Rossella O'Hara di "Via col Vento", ma Vivien Leigh è oggettivamente inarrivabile.
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Film in costume con fa sfoggio di un cast molto ricco ed al contempo utilizza mezzi sicuramente non comuni per l'epoca.
La pellicola trova il suo punto di forza nella sceneggiatura, costituita da un romanzo d'avventura avvincente ed inoltre bene arricchito da un triangolo amoroso.
Entrambi i risvolti della storia funzionano egregiamente.
La parte sentimentale si giova di un intreccio costruito con saggezza, reso particolarmente interessante dai contrasti che si innescano tra i tre protagonisti, tutti forniti di caratteri forti e ben delineati.
Il personaggio della protagonista femminile, interpretata da Paulette Goddard, mi ha richiamato alla mente la Rossella O'Hara di "Via col Vento", ma Vivien Leigh è oggettivamente inarrivabile.
La parte avventurosa è bene amalgamata con quella sentimentale, inoltre conta su di un'ottima struttura, nonchè su numerosi spunti che permettono alla storia di ben funzionare sino alla fine.
La pellicola nel suo complesso riesce ad offrire un intrattenimento piacevolissimo e mai stancante.
Gli attori sono tutti molto bravi: la Goddard e Milland sono perfettamente in parte e mantengono fede alla loro fama con due interpretazioni di livello. Invece deve dirsi che fa un po' strano vedere John Wayne in un ruolo così diverso da quelli solitamente ricoperti; tuttavia la prova attoriale è convincente e molto ben riuscita.
Oltre ai tre protagonisti si mette in luce un sempre bravo Raimond Massey, perfettamente a suo agio nella parte del cattivo, ricoperta già chissà quante volte; mentre resta in ombra Susan Hayward, il cui personaggio é relegato in secondo piano, seppure avrà un ruolo chiave nello sviluppo finale della pellicola.
La regia di DeMille è studiata per valorizzare l'ottima sceneggiatura, riuscendoci apprezzabilmente.
Il film è a colori, nonostante che sia stato girato nei primissimi anni '40.
Molto belli i costumi.
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elgatoloco
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lunedì 21 novembre 2016
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cecil de mille...una garanzia, almeno...
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Mestierante del cinema, Cecil B.De Mille?Forse, ma che mestierante! Se"The Ten Commandments"(I Dieci comdandamenti)ne rimane l'opera più nota, piena di effetti speciali(si era già nel 1956), in questo "Reap the Wild Wind"(Vento selvaggio, 1942)sono apprezzabili, sempre tenendo conto dell'epoca, anche gli effetti speciali subacquei, come naufragi, immersioni con lotta con la piovra, altro ancora. Opera segnata, certo(ma non è un giudizio di valore, ci mancherebbe!Ogni lettore/lettrice/spettatrice/spettatore avrà la sua idea in merito)da uno spirito abbastanza duramente evangelico, roba da Achab del melvilliano"Moby Dick", con tanto di Bene e Male contrapposti(perché no, poi, piuttosto che un relativismo etico non serio ma esibito per principio, per "falso cinismo".
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Mestierante del cinema, Cecil B.De Mille?Forse, ma che mestierante! Se"The Ten Commandments"(I Dieci comdandamenti)ne rimane l'opera più nota, piena di effetti speciali(si era già nel 1956), in questo "Reap the Wild Wind"(Vento selvaggio, 1942)sono apprezzabili, sempre tenendo conto dell'epoca, anche gli effetti speciali subacquei, come naufragi, immersioni con lotta con la piovra, altro ancora. Opera segnata, certo(ma non è un giudizio di valore, ci mancherebbe!Ogni lettore/lettrice/spettatrice/spettatore avrà la sua idea in merito)da uno spirito abbastanza duramente evangelico, roba da Achab del melvilliano"Moby Dick", con tanto di Bene e Male contrapposti(perché no, poi, piuttosto che un relativismo etico non serio ma esibito per principio, per "falso cinismo"...)un po'anche manicheisticamente, con i pirati"cattivi"e i veri marinai comunque sempre buoni, "Reap the Wild Wind"vuole però sgombrare il campo dai fantasmi delle apparenze-dell'ipocrisia, cercando le vere ragioni e motivazioni delle azioni umane, soprattutto in mare(rimane il mito USA, anche se qui trasposto nell'Ottocento, che comunque segnava già l'inizio della dottrina Monroe e di un certo"imperialismo made in the States"), dove il capitano di marina Jack, impersonato da un giovane John Wayne(una volta tanto non cow-boy e non sceriffo...)non è"cattivo"ma è spinto a compiere anche un'azione disonesta, spinto dalla brama di potere-comando e dalla rivalità, mentre l'avvocato Stephen(Ray Milland, anch'egli pre-Hitchcock e pre-molto altro)sembra un"damerino"all'inizio, ma poi si rivelerà diverso da questa"apparenza", per l'appunto; Paulette Goddard, dal canto suo, disegna una"Lucy"oltremodo interessante, coraggiosa, forte quanto femminile-un bellissimo personaggio, in realtà. Un film che merita di essere visto e rivisto, cogliendone anche implicazioni profonde(il nero-Afroamericano presentato ancora un po'con caratteri "sudisti", ossia con occhi razziale anche se non da "KKK"(Ku Klux Klan), tanto che sia nell'originale sia nel doppiaggio made in Italy viene fatto parlare da"bovero negro", ma era il 1942, va ribadito, insomma ben prima delle epiche lotte di Malcom X e di Martin Luther King... El Gato
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