wolvie
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domenica 16 febbraio 2020
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occhi aperti chiusi ante litteram
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La bella Fenech ha spesso visioni deliranti, la prima, con cui si apre il film è disturbante visivamente. Il marito, troppo occupato col suo lavoro (rappresentante farmaci e appassionato di magia nera), la lascia troppo sola, imbottendola di psico-farmaci, apparentemente per alleviargli sofferenze, dopo la perdita della gravidanza.
Comunque lei trova il modo di curarsi alternativamente, partecipando a messe nere orgiastiche dove viene violentata a più riprese.
Inizia così questo giallo anche divertente se si sta' al gioco, dove i personaggi si susseguono e le visioni conducono a doppi/tripli giochi.
Ambientato in una Londra atipica per gli standard cinematografici, con un G.
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La bella Fenech ha spesso visioni deliranti, la prima, con cui si apre il film è disturbante visivamente. Il marito, troppo occupato col suo lavoro (rappresentante farmaci e appassionato di magia nera), la lascia troppo sola, imbottendola di psico-farmaci, apparentemente per alleviargli sofferenze, dopo la perdita della gravidanza.
Comunque lei trova il modo di curarsi alternativamente, partecipando a messe nere orgiastiche dove viene violentata a più riprese.
Inizia così questo giallo anche divertente se si sta' al gioco, dove i personaggi si susseguono e le visioni conducono a doppi/tripli giochi.
Ambientato in una Londra atipica per gli standard cinematografici, con un G. Hilton che pare la macchietta di un giovane Teo Teocoli.
In Italia questo tipo di coproduzioni "mediterranee" (più alte ma anche più basse) hanno fatto scuola per diversi anni.
Discreto, se vogliamo.
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paride86
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lunedì 10 agosto 2009
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pessimo
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Evitabilissimo thriller anni '70.
Una giovane donna soffre di incubi e cerca di risolvere la sua drammatica situazione in tutti i modi possibili.
Sergio Martino scopiazza "Rosemary's Baby" di Polanski e lo fa anche male perché alcune scene esoteriche fanno ridere più che spaventare; inoltre Edwige Fenech non è certo l'attrice adatta a reggere un ruolo impegnativo come quello che fu di Mia Farrow.
Come se non bastasse, oltre a questi vistosi e pacchiani difetti, il film prosegue intricandosi sempre di più fino ad una conclusione...non commentabile.
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mauri 67
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lunedì 18 febbraio 2008
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straordinaria edwige fenech
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Peccato che Sergio Martino si e fermato al 1975 dato che da quell anno in poi fara una serie interminabile fino ai giorni nostri di film orrendi
Tutti i colori del buio e un film piu che discreto che ha il merito di incollare il pubblico allo schermo fino all ultima scena
Straordinaria Edwige Fenech qui molto lontana dai suoi ruoli sexi e infine ottima la colonna sonora tipica anni settanta
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faber
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lunedì 4 febbraio 2008
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"aiutami!"...
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Non capisco perchè tanto astio nei confronti di questo film! E' veramente un bel thriller, girato con sapienti movimenti di macchina, e che evoca lugubri atmosfere maledette e staniche, proprio come si propone di fare. Malgrado il trailer "spaccone", io non credo sia un film che avesse chissà quali grandissime ambizioni. E' semplicemente un horror-thriller superbo e magistrale, nelle sue proporzioni.
Martino non è un regista da horror, è lo stesso dell'Allenatore nel pallone o Zucchero, miele e peperoncino, tanti per farsi un idea. Ma forse lo si apprezza più per quella aggressività, per quella mordacità assolutamente originale e tutte all'insegna dell'italiano ipervietato (questo film è ancora, e forse a ragione, vietao ai minori di 14 anni) che nella velata, un pò spenta e sicuramente poiù ruffiana e meno spinta produzione degli anni 80.
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Non capisco perchè tanto astio nei confronti di questo film! E' veramente un bel thriller, girato con sapienti movimenti di macchina, e che evoca lugubri atmosfere maledette e staniche, proprio come si propone di fare. Malgrado il trailer "spaccone", io non credo sia un film che avesse chissà quali grandissime ambizioni. E' semplicemente un horror-thriller superbo e magistrale, nelle sue proporzioni.
Martino non è un regista da horror, è lo stesso dell'Allenatore nel pallone o Zucchero, miele e peperoncino, tanti per farsi un idea. Ma forse lo si apprezza più per quella aggressività, per quella mordacità assolutamente originale e tutte all'insegna dell'italiano ipervietato (questo film è ancora, e forse a ragione, vietao ai minori di 14 anni) che nella velata, un pò spenta e sicuramente poiù ruffiana e meno spinta produzione degli anni 80. Inutile sprecare fiato sulla feneche, al culmine del suo splendore, superba ed innocente al tempoi stesso drk lady di questo filone (Lo strano vizio della signora Wardh). Il satanismo poi è grossolano e un pò casereccio, ma va bene così, aumenta l'atmosfera di realismo. A volte davvero sembra di impazzire, di non capire più neaanche noi quale sia il confine tra realtà e sogno, e ci viene da disperarci tanto quanto la povera e bellissima Jane. Epica la soluzione o la non soluzione finale, qualndo Edwige si abbraccia al marito sull'orlo di un enorme terrazzo condominiale, esclamando "Aiutami!". Uno splatter, horror, thriller per chi soffre già d'insonnia e non vuole guarire.
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renato
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martedì 30 luglio 2002
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jane
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In una scena del film un povero cagnolino viene accoltellato.
Non ha importanza se si tratta di realtà o finzione cinematografica.
Il risultato è lo stesso : quello di disgustare anche lo spettatore più impassibile.
Bravi, Sergio Martino e collaboratori !
Avete fatto progressi sulla via della fredda determinazione a fare del male !
Per una pellicola insulsa che non meritava il sacrificio, vero o simulato, di un animale.
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