andrea b
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giovedì 23 dicembre 2010
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un western-poliziesco
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Una donna vuole vendicare la morte del marito e del figlio.Assolda così due pistoleri in miseria e promette loro una ingente somma di denaro se riusciranno ad uccidere l' assassino dei loro familiari.Ad un certo punto appare anche un killer che segretamente segue il trio.Può essere definito senza dubbio un western che ha i tratti del poliziesco.L' inseguimento è credibile e soprattutto evidenzia le caratteristiche dei personaggi.La colonna sonora è buona ed aiuta lo svolgimento di una storia pragmatica che non manca di riservare un finale del tutto inaspettato.
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(di black swan)
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kronos
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giovedì 4 marzo 2010
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il lungo cammino
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Nei pochi film che ha firmato, Hellman ha dato il meglio di sè 'on the road': prima di "Strada a doppia corsia", ecco un piccolo grande western che fa del mistero e del movimento i suoi punti di forza.
E' un film 'minore' produttivamente parlando, con fotografia e locations di stampo televisivo, eppure chi lo vede non lo dimentica. Merito di una grande sceneggiatura che innesta nel genere western una fascinosa vena mistery.
Il crudele, astratto epilogo finale assume valenze che non è eccessivo definire metafisiche.
Fondamentali le interpretazioni di Warren Oates, Jack Nicholson e Millie Perkins.
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claudio andreani
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martedì 31 ottobre 2006
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nulla da aggiungere. sono d'accordo
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C'è una essenzialità e linearità nelle riprese e nella caratterizzazione dei personaggi che farebbe invidia a molti sceneggiatori dell'epoca attuale. Mi sembra un po' troppo parlare, come ha fatto qualcuno, di ricalco delle situazioni del teatro dell'assurdo. Direi piuttosto che è il punto di vista della narrazione che, sposando il personaggio del protagonista principale, ovvero il cercatore d'oro taciturno, è il punto di forza del film. Vediamo pertanto il giovane cercatore per quello che gli appare, ovvero un ragazzo nei panni di un adulto, la giovane donna come una persona che tiene per se' alcuni aspetti della propria motivazione d'agire salvo scoprirli in sottofinale ed infine il bounty killer per quello che è, un sadico assassino con una morale incomprensibile, almeno a prima vista.
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C'è una essenzialità e linearità nelle riprese e nella caratterizzazione dei personaggi che farebbe invidia a molti sceneggiatori dell'epoca attuale. Mi sembra un po' troppo parlare, come ha fatto qualcuno, di ricalco delle situazioni del teatro dell'assurdo. Direi piuttosto che è il punto di vista della narrazione che, sposando il personaggio del protagonista principale, ovvero il cercatore d'oro taciturno, è il punto di forza del film. Vediamo pertanto il giovane cercatore per quello che gli appare, ovvero un ragazzo nei panni di un adulto, la giovane donna come una persona che tiene per se' alcuni aspetti della propria motivazione d'agire salvo scoprirli in sottofinale ed infine il bounty killer per quello che è, un sadico assassino con una morale incomprensibile, almeno a prima vista. Questo aiuta non poco a passare oltre le limitatezze di un film a basso costo, dove non si hanno quelle grandi riprese panoramiche tipiche del genere e dove spesso, probabilmente piu per carenza di girato che per scelta stilistica, una o due sequenze risultano alquanto criptiche. Ma accade il miracolo. Il finale, con un colpo di pistola che parte non si sa' né da dove né verso dove, lascia aperte tutte le ipotesi. Niente male davvero
Claudio Andreani
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