jonnylogan
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sabato 11 ottobre 2025
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facciamo la rivoluzione ??!?!
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Ancora Thomas Pynchon nella cinematografia di Paul Thomas Anderson, attraverso il rimodellarsi di un altro romanzo - Vineland(id.
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Ancora Thomas Pynchon nella cinematografia di Paul Thomas Anderson, attraverso il rimodellarsi di un altro romanzo - Vineland(id.; 1990) – che cerca di narrare un’altra America. Un’America diversa rispetto alla versione ‘60ies che ci era offerta in Vizio di Forma (Inherent Vice; 2014) ove il retrogusto agrodolce dell’epoca hippie la faceva da padrone. In tal caso l’attualizzazione del romanzo di uno degli autori più enigmatici del mondo della letteratura post moderna d’oltreoceano, cerca, attraverso la vita di una coppia di ex rivoluzionari, ormai divisi da molti anni, di strizzare l’occhio alla società di oggi. Un’ex coppia nella quale Leonardo Di Caprio, nel ruolo di Pat Calhoun, ha abdicato alle vecchie abitudini e convinzioni politiche, per dare spazio alla presenza e alla crescita di sua figlia. In Perfidia, l’attrice e cantante Teyana Taylor, è al contrario la voglia di continuare la lotta senza alcun genere di tregua possibile che ha la meglio.
Un ritmo serrato alternato alla confusione mentale nella quale è ormai precipitato il personaggio affrescato da Di Caprio. Un padre preoccupato più per le sorti della figlia e meno di dove stia andando la propria nazione. Una nazione che negli anni ‘80, epoca nella quale era ambientato il romanzo originale, faceva da sfondo sia alle peregrinazioni di Pat e Willa, ma al tempo stesso rappresentava la denuncia, una delle più spietate, che si potesse immaginare su carta stampata. Perché se Bret Easton Ellis aveva narrato efficacemente la parte più patinata dell’America Reaganiana, Pynchon al contrario aveva fatto dell’azione e delle vicende di ex idealisti, una narrazione più claustrofobica e disillusa.
Quasi tre le ore di un film che diventano necessarie per riattualizzare un romanzo nel quale Anderson cerca non più di muovere critiche agli anni ‘80, e ‘90, ma al periodo storico odierno, nel quale è lo Stato che fa la parte del cattivo, sotto forma del perfido e sadico Sean Penn nel ruolo del colonnello Steven J. Lockjaw.
La sceneggiatura alterna momenti surreali - le parole e contro parole d’ordine dimenticate da Ferguson - e riesce a funzionare grazie a un cast nel quale svetta Di Caprio, come ormai spesso accade, ma nel quale anche gli altri protagonisti: Sean Penn, Benicio Del Toro, nel ruolo di un commilitone di Di Caprio, aggiungono ingredienti a un piatto ben cucinato.
Al tempo stesso è però proprio la durata e la lentezza in alcuni momenti che rappresentano un limite di un film che merita di essere visto come un affresco attuale, e non solo come un semplice film d’azione.
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alex2044
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venerdì 3 ottobre 2025
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formidabile !
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Un film bellissimo , diretto magistralmente .
L'inizio è come su un ottovolante , la partenza è un po' lenta ma poi inizia la discesa ed è un crescendo di emozioni ed invenzioni . Non un attimo di stanca , ogni scena è una novità .
Ce n'è per tutti sia per i vecchi rivoluzionari che per i nuovi approfittatori e la loro cupola di comando , Anderson non risparmia nessuno . La sua satira è corrosiva , la comicità più che impertinente ma i sentimenti non scompaiono , un film completo che attraversa generi diversi mescolandoli magnificamente .Si passa dai momenti più malinconici alle gag più sgangherate alla Belushi .
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Un film bellissimo , diretto magistralmente .
L'inizio è come su un ottovolante , la partenza è un po' lenta ma poi inizia la discesa ed è un crescendo di emozioni ed invenzioni . Non un attimo di stanca , ogni scena è una novità .
Ce n'è per tutti sia per i vecchi rivoluzionari che per i nuovi approfittatori e la loro cupola di comando , Anderson non risparmia nessuno . La sua satira è corrosiva , la comicità più che impertinente ma i sentimenti non scompaiono , un film completo che attraversa generi diversi mescolandoli magnificamente .Si passa dai momenti più malinconici alle gag più sgangherate alla Belushi . Si ride a crepapelle ma un attimo dopo si soffre per le situazioni più complicate di qualche protagonista . Naturalmente tecnicamente il film è di primissimo ordine . I tempi delle scene sono perfetti , le musiche più che appropriate . Insomma la bravura registica non lascia dubbi , questo è il film dell'anno e finchè ci saranno persone come Anderson, l'America e non solo quella filmica resisterà alla prepotenza arrogante , .di qualunque classe dirigente , politiuca ma anche economica .Gli attori sono tutti bravissimi , nessuno è fuori registro , tutti ben dentro la parte . Poi ci sono due giganti , Sean Penn la cui espressività non ha bisogno di parole per esprimere i sentimenti e il funambolico Leonardo Di Caprio che interpreta il rivoluzionario in vestaglia in modo sublime , più invecchia più diventa bravo .Per finire Benicio Del Toro non sfigura nella sua parte un po' più laterale .
In conclusione , il film dura 161 minuti e la cosa mi aveva un po' preoccupato perchè sono tanti . Ma alla fine mi è veramente dispiaciuto ne avrei visto ancora u po' !
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mauridal
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giovedì 9 ottobre 2025
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california dreamin
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UNA BATTAGLIA DOPO L’ALTRA – un film di Paul Thomas Anderson, USA, 2025.
Con Leonardo DiCaprio, Sean Penn, Benicio Del Toro, Regina Hall, Teyana Taylor e Chase Infiniti.Quando un regista di grande esperienza e creatività come Paul Thomas Anderson — capace di muoversi tra linguaggi cinematografici realistici e visionari — decide di raccontare una storia ambientata in un’America distopica e irreale, il risultato è un’opera ambiziosa, complessa e profonda.
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UNA BATTAGLIA DOPO L’ALTRA – un film di Paul Thomas Anderson, USA, 2025.
Con Leonardo DiCaprio, Sean Penn, Benicio Del Toro, Regina Hall, Teyana Taylor e Chase Infiniti.Quando un regista di grande esperienza e creatività come Paul Thomas Anderson — capace di muoversi tra linguaggi cinematografici realistici e visionari — decide di raccontare una storia ambientata in un’America distopica e irreale, il risultato è un’opera ambiziosa, complessa e profonda. Una battaglia dopo l’altra è infatti un racconto che attraversa molteplici piani narrativi: dall’intimo e personale, emotivo e “di cuore”, a quello sociale e politico, legato all’impegno e alla trasformazione collettiva.Il protagonista è Bob (un intenso Leonardo DiCaprio), ex rivoluzionario degli anni Settanta che sposa Perfidia (Regina Hall), una donna battagliera e determinata. Insieme lottano per i diritti e la libertà dei latinoamericani e dei messicani negli Stati Uniti. Tuttavia, quando Perfidia diventa madre di una figlia, Willa, decide di non abbandonare la sua causa rivoluzionaria: lascia quindi marito e figlia per continuare la sua attività, ormai sfociata nel terrorismo politico.
Fino a questo punto i personaggi appaiono netti e facilmente interpretabili, ma la trama prende presto una svolta drammatica. Durante una rapina, Perfidia viene catturata dal colonnello nazionalista Steven J. Lockjaw (Sean Penn), storico persecutore dei rivoluzionari. Per evitare il carcere a vita, tradisce la causa consegnando i nomi dei suoi compagni in cambio di una semilibertà. Poco dopo, però, riesce a fuggire e a far perdere completamente le sue tracce, scomparendo nel nulla. Bob, rimasto solo, si dedica completamente alla figlia Willa (interpretata con sorprendente maturità da Chase Infiniti), abbandonando armi e ideali per una vita tranquilla da padre.La sceneggiatura, firmata dallo stesso Anderson, mostra così la fragilità dei personaggi: entrambi, in modi diversi, scelgono la sopravvivenza personale a scapito degli ideali collettivi. Anderson sottolinea con forza come la società americana si sia trasformata in un regime suprematista e reazionario, fondato sulla violenza e sulla sopraffazione delle minoranze. Lockjaw, simbolo di questo potere, non è un capo di Stato, ma un militare — interpretato magistralmente da Sean Penn — che incarna in modo grottesco e satirico il volto oscuro del potere.Nel finale, però, il “filo rosso” della ribellione si riaccende. Lockjaw, sospettato dai suoi stessi superiori di essere il padre di Willa e quindi un traditore della “purezza etnica”, decide di rapire la ragazza, nascosta in un convento. Bob, deciso a difenderla, torna in azione, imbracciando le armi e chiedendo aiuto ai vecchi compagni, tra cui Sergio Carlos (un memorabile Benicio Del Toro), ancora in prima linea nella difesa dei latinoamericani. Indimenticabili le sequenze del viaggio attraverso le strade polverose della California, con inquadrature dal respiro western.In un crescendo di tensione, Bob riesce a localizzare il nascondiglio dove Willa è tenuta prigioniera dal suo vero padre — l’uomo che Lockjaw aveva sempre sospettato di essere — e a salvarla dopo uno scontro armato. È in quel momento che Willa, che da bambina non aveva mai conosciuto il padre, riconosce in Bob la sua vera figura paterna e decide di seguirlo. Bob le legge quindi una lettera di Perfidia, nella quale la madre, ormai lontana e scomparsa, la esorta a vivere la propria vita senza dimenticare l’impegno sociale.Il film si chiude con la caduta di Lockjaw: accusato di tradimento dai suoi stessi superiori, viene attirato con l’inganno nella promessa di una promozione, per poi essere eliminato. Le immagini finali mostrano Willa che saluta il padre per unirsi a una manifestazione per i diritti civili, raccogliendo così l’eredità ideale dei suoi genitori.Una battaglia dopo l’altra è un film denso di significati e interpretazioni, incentrato su due dimensioni parallele: quella privata e intima, fatta di sentimenti, affetti e conflitti interiori, e quella politica, rappresentata dalla lotta contro un sistema oppressivo e antidemocratico. Anderson non lancia un atto d’accusa esplicito: lascia che sia lo spettatore, alla fine, a trarre le proprie conclusioni sulla società americana contemporanea.Straordinari gli interpreti: Leonardo DiCaprio e Sean Penn sono intensi e sfaccettati, Benicio Del Toro è carismatico, mentre Teyana Taylor e Chase Infiniti portano in scena un toccante rapporto madre-figlia. La colonna sonora originale accompagna efficacemente le immagini, anche se California Dreamin’ di José Feliciano sarebbe stata la canzone ideale per questo racconto.(di Mauridal)
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imperior max
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giovedì 2 ottobre 2025
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via la revoluci?n! ma pare diretto da kubrick
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UNA BATTAGLIA DOPO L?ALTRA.
Come si evince dal titolo la trama del film ? proprio questa, da entrambe le fazioni e per ogni personaggio approfondito. Cos? Paul Thomas Anderson ritorna dopo un buon Licorice Pizza, ma con un appiglio molto pi? particolare e sociopolitico del solito.
Pat Calhoun ?Ghetto Pat? e Perfidia ?Beverly Hills? sono due rivoluzionari anarchici di estrema sinistra del gruppo French 75 che compiono sabotaggi, rapine in banca e assalti di uffici influenti e centraline elettriche in giro per la California. Una notte, mentre vengono liberati degli immigrati messicani da un centro di detenzione statale, Perfidia sevizia, manipola sessualmente e umilia davanti a tutti il capitano del distretto Steven J.
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UNA BATTAGLIA DOPO L?ALTRA.
Come si evince dal titolo la trama del film ? proprio questa, da entrambe le fazioni e per ogni personaggio approfondito. Cos? Paul Thomas Anderson ritorna dopo un buon Licorice Pizza, ma con un appiglio molto pi? particolare e sociopolitico del solito.
Pat Calhoun ?Ghetto Pat? e Perfidia ?Beverly Hills? sono due rivoluzionari anarchici di estrema sinistra del gruppo French 75 che compiono sabotaggi, rapine in banca e assalti di uffici influenti e centraline elettriche in giro per la California. Una notte, mentre vengono liberati degli immigrati messicani da un centro di detenzione statale, Perfidia sevizia, manipola sessualmente e umilia davanti a tutti il capitano del distretto Steven J. Lockjaw. Quest?ultimo prover? una forte attrazione morbosa per lei a tal punto che lo porter? a ricattarla. In cambio di relazioni sessuali lui chiuder? un occhio nelle attivit? di lei. Passato del tempo e avendo avuto una bambina Pat vorrebbe dedicare pi? tempo a lei, ma Perfidia ? ancora dell?idea di continuare con le rivoluzioni. La cosa andr? storta e lei si ritrover? davanti a Lockjaw e costretta a fare i nomi del French 75 in cambio del programma protezione testimoni.
Passati 16 anni Pat ? ormai un ex rivoluzionario latitante che vive con la figlia cresciuta Willa e la madre viene data per morta. Lockjaw, divenuto colonello grazie alle retate di rivoluzionari e immigrati, verr? invitato ad unirsi ai Pionieri del Natale, una potente societ? segreta di estrema destra e suprematista composta da tre importanti membri. Come iniziazione deve dimostrare a loro di non avere avuto rapporti carnali con donne di altre etnie, ma soprattutto di non averci procreato. Dopo aver negato ricorda i suoi trascorsi con Perfidia e quindi indagher? su Pat e Willa fino a darle la caccia per avere la tanto bramata posizione. Willa si far? aiutare da Deandra, una delle superstiti del French 75, per scappare mentre Pat invece dal sensei di karate di Willa Sergio Carlos, un protettore di immigrati clandestini, sia per scappare dagli uomini di Lockjaw che per ritrovare la figlia e salvarla. Di l? in poi sar? una corsa contro il tempo tra fughe in auto, in strada, nei sotterranei, nei tetti e situazioni melodrammatiche.
La tecnica di PTA non si discute, praticamente impeccabile e lodevole. Al suo solito ci mette dei bei piani sequenza, degli andamenti lenti di camera e inquadrature fisse nei dialoghi, ma stavolta con delle chiarissime scene movimentate tra azione ed inseguimenti in auto spettacolari, limpide e molto serrate. Cos? com?? serrato il montaggio alternato tra le vicende di Pat, Perfidia, Lockjaw, Willa e Sergio che dona un ritmo sempre presente e senza far pesare le 2 ore e 40 di durata. Le musiche diegetiche ed extra accompagnano benissimo le scene creando tra le altre tensione e coinvolgimento. Come fiore all?occhiello, una recitazione dei nostri strabiliante con un Leonardo Di Caprio perfetto che mischia il fattone alla Lebowski e il rivoluzionario ponderato, un Sean Penn in grandissima forma, reazionario, macchiettistico e sopra le righe senza mai romperle, Benicio Del Toro con la solita ed espressiva faccia di bronzo, una buona regina Hall e una splendida e fichissima Teyana Taylor come rivoluzionarie. Dal punto di vista della messinscena Anderson prende il meglio da Altman, Allen, Coen e persino molto da Kubrick.
Adattando il libro Vineland di Thomas Pynchon, Anderson scrive la storia in chiave contemporanea preservando le tematiche. Si parla di un?America prossima a continue battaglie tra chi il potere lo detiene e vuole espanderlo e chi il potere lo vuole togliere e distribuirlo, ma con delle riserve molto sfumate da entrambe le fazioni dove i conservatori vengono mostrati gerarchici, guerrafondai, ligi al controllo, ideologicamente xenofobi e umani nei loro desideri carnali ed ultraterreni mostrando una sottile ipocrisia mentre i rivoluzionari sono coesi, attivisti, anarchici ed attaccabrighe, ma con un desiderio di lottare per delle cause a volte a vuoto e a volte utopistiche. In entrambe le parti si evidenziano le violenze e i sotterfugi in comune tra di loro e un arretramento di pensieri, azioni e posizioni verso un possibile cambiamento di approcci. Il tutto attraverso dei personaggi coinvolgenti in contesti melodrammatici, situazioni tragicomiche graffianti e azioni politicamente e umanamente serie. Insomma, tanto altro ancora, ma tutto ben raccontato.
Un film che tratta il mondo di oggi senza beatificare e condannare nessuno e senza risparmiare sul sesso, il grottesco e il sociale-politico.
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ldi
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lunedì 29 settembre 2025
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recensione: una battaglia dopo l'altra
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Paul Thomas Anderson si conferma un magistrale regista, capace di tenere lo spettatore incollato ad un film audace, per tematica e periodo storico. Il ritmo incessante accompagna e valorizza le performace di attori eccezionali - da segnalare uno Sean Penn versione deluxe nei panni del parossistico e frustrato colonnelo, rappresentante caricaturato di quel suprematismo bianco sempre pi? in voga oltreoceano (...) Il film entra dritto come una spada nella tematica del razzismo radicalizzato e dell'intolleranza nei confronti delle comunit? d'immigrati. Ghettizzati e reclusi nella frontiera col Messico. Una metafora della contraddizione americana, che reclama, mediante assurdi ordini massonici, il ripristino di una razza "pura"; prefigurando uno scenario da nuova guerra civile americana.
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Paul Thomas Anderson si conferma un magistrale regista, capace di tenere lo spettatore incollato ad un film audace, per tematica e periodo storico. Il ritmo incessante accompagna e valorizza le performace di attori eccezionali - da segnalare uno Sean Penn versione deluxe nei panni del parossistico e frustrato colonnelo, rappresentante caricaturato di quel suprematismo bianco sempre pi? in voga oltreoceano (...) Il film entra dritto come una spada nella tematica del razzismo radicalizzato e dell'intolleranza nei confronti delle comunit? d'immigrati. Ghettizzati e reclusi nella frontiera col Messico. Una metafora della contraddizione americana, che reclama, mediante assurdi ordini massonici, il ripristino di una razza "pura"; prefigurando uno scenario da nuova guerra civile americana.
Da segnalare - per i cultori di cinema - il tributo a Gillo Pontecorvo e al suo capolavoro "La battaglia di Algeri" (trasmesso dalla tv in una scena del film); quanto mai in linea con la tematica del film di Anderson.
Un film che si candida a fare incetta di molteplici premi. Consigliato!
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