Visto qualche giorno fa con la presenza in sala dello sceneggiatore, ritengo che il film sia un tentativo coraggioso di portare sullo schermo un piccolo fatto di cronaca della provincia vicentina, realmente accaduto nel 2022. E' la storia di un fotocopiatrice contenente un milione di euro, portata per errore all'ecocentro e passata al tritarifiuti, trasformando il denaro in coriandoli. Nulla si sa riguardo al perchè i soldi siano finiti lì dentro, così il regista veneto Christian Tomassini ha deciso di trasformare la vicenda in un corto che poi in corso d'opera è diventato un lungo. Lo spunto parte da cosa possa essere avvenuto quella notte, creando così un racconto surreale, bizzarro e assurdo, che intreccia le vicende di vari personaggi che si troveranno coinvolti in una serrata caccia al tesoro.
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Visto qualche giorno fa con la presenza in sala dello sceneggiatore, ritengo che il film sia un tentativo coraggioso di portare sullo schermo un piccolo fatto di cronaca della provincia vicentina, realmente accaduto nel 2022. E' la storia di un fotocopiatrice contenente un milione di euro, portata per errore all'ecocentro e passata al tritarifiuti, trasformando il denaro in coriandoli. Nulla si sa riguardo al perchè i soldi siano finiti lì dentro, così il regista veneto Christian Tomassini ha deciso di trasformare la vicenda in un corto che poi in corso d'opera è diventato un lungo. Lo spunto parte da cosa possa essere avvenuto quella notte, creando così un racconto surreale, bizzarro e assurdo, che intreccia le vicende di vari personaggi che si troveranno coinvolti in una serrata caccia al tesoro. Personaggi che sembrano usciti dalla penna di Mazzacurati, ingenui, comuni un pò strambi che riflettono la provincia veneta e il suo paesaggio. C'è il bar di paese, con l'oste scontroso, i due avventori che lavorano all'ecocentro, un imprenditore, due porno influencer, un americano che si è invaghito di una delle due, tutto parlato in stretto dialetto veneto , condito da parolacce tipico del sottobosco paesano. E’ un racconto grezzo, sguaiato, dirompente, frutto di una autoproduzione, finanziata dal Comune, realizzato con mezzi propri e difficoltà oggettive, un film che tramite il passaparola ha avuto una sua distribuzione nelle sale, nonostante, per ammissione dello sceneggiatore, il costo è pari a quello di un’utilitaria di media cilindrata, se pensiamo alla grande distribuzione che fagocita e assorbe tutto , bisogna riconoscergli il merito di rivendicare la propria matrice geografica. Tomassini si dimostra regista misurato ed equilibrato, pur nella sgangherata brigata, denota una passione per il cinema e la scrittura e ci auguriamo di rivederlo in altri lavori molto presto. Qui in Veneto ha avuto la sua fetta di popolarità, al pubblico è piaciuta questa operazione, forse perché un po' ci si riconosce e identifica e diciamolo pure, ci sentiamo legati affettivamente. E’ un piccolo film che riesce a trovare il suo posto tra i colossi del blockbuster e uscirne con dignità e orgoglio, Se vi capita, andate a vederlo, vi divertirete. Le 4 stellette sono sopratutto per premiare un’opera prima , un esordio promettente e la valorizzazione del territorio.
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