Al confronto, le barzellette sui matti dei nostri nonni sono un vertice di illuminato e acuto senso dell'umorismo. Quando un regista con un background come quello di Paolo Costella e degli attori (e delle persone) come Valentina Lodovini, Claudio Santamaria, Claudio Bisio, Margherita Buy precipitano in un esito così offensivo ad ogni livello (verso reali sofferenze, verso pazienti resi ridicole macchiette, verso spettatori ancora meritevoli di almeno uno straccio di rispetto, verso la nostra tradizione della commedia, dell'opera buffa...) significa che il problema è molto più profondo di quanto potrebbe apparire. Ma quanto è messo male il nostro cinema...? Qualcuno dirà: va be', è solo un film che non fa ridere quanto vorrebbe e in fondo può persino servire a sdrammatizzare.
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Al confronto, le barzellette sui matti dei nostri nonni sono un vertice di illuminato e acuto senso dell'umorismo. Quando un regista con un background come quello di Paolo Costella e degli attori (e delle persone) come Valentina Lodovini, Claudio Santamaria, Claudio Bisio, Margherita Buy precipitano in un esito così offensivo ad ogni livello (verso reali sofferenze, verso pazienti resi ridicole macchiette, verso spettatori ancora meritevoli di almeno uno straccio di rispetto, verso la nostra tradizione della commedia, dell'opera buffa...) significa che il problema è molto più profondo di quanto potrebbe apparire. Ma quanto è messo male il nostro cinema...? Qualcuno dirà: va be', è solo un film che non fa ridere quanto vorrebbe e in fondo può persino servire a sdrammatizzare... Ma qui si va ben oltre: l'impressione è che nessuno dei soggetti coinvolti (dalla produzione al montaggio) si sia accorto che non basta riciclare alla bell'e meglio un modello straniero per fare cinema. Questo oggetto non merita nemmeno di essere chiamato film. Eppure nessuno pare vergognarsi. In scena sembrano anzi divertirsi tantissimo a fare la caricatura dei tic, senza limiti, proprio come fanno i ragazzini più problematici delle medie, quelli che devi prendere da parte per dirgli: "Guarda che non fai ridere per niente...". Eh sì... servirebbe proprio una bella terapia di gruppo: produttori, sceneggiatori, regista, attori, tecnici... tutti chiusi nella stessa stanza. E vediamo se un medico ha davvero voglia di entrarvi...
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