ivan il matto
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lunedì 9 dicembre 2024
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condannati a crescere in fretta
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Potremmo esordire con un bel “finalmente Salvatores” dal momento che da ‘Educazione siberiana’ (2013) non vedevamo un film degno del regista premio Oscar con “Mediterraneo” nel 1991. L’inversione di tendenza la segna il recente “Napoli-New York” col quale l’autore partenopeo, poi trasferitosi a Milano, riprende un antico soggetto di Federico Fellini e Tullio Pinelli per farne la sceneggiatura del film. Napoli 1949, nella città piagata dal conflitto appena conclusosi, Celestina e Carmine (rispettivamente 10 e 12 anni) devono imparare in fretta l’arte di arrangiarsi, parenti morti e povertà estrema segnano il loro quotidiano, insieme a nugoli di altri ‘sciuscià’.
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Potremmo esordire con un bel “finalmente Salvatores” dal momento che da ‘Educazione siberiana’ (2013) non vedevamo un film degno del regista premio Oscar con “Mediterraneo” nel 1991. L’inversione di tendenza la segna il recente “Napoli-New York” col quale l’autore partenopeo, poi trasferitosi a Milano, riprende un antico soggetto di Federico Fellini e Tullio Pinelli per farne la sceneggiatura del film. Napoli 1949, nella città piagata dal conflitto appena conclusosi, Celestina e Carmine (rispettivamente 10 e 12 anni) devono imparare in fretta l’arte di arrangiarsi, parenti morti e povertà estrema segnano il loro quotidiano, insieme a nugoli di altri ‘sciuscià’. La citazione del film di De Sica non è casuale, Salvatores, infatti, riprende a piene mani il clima di quella fortunata stagione culturale, comunemente definita ‘neorealismo’, soprattutto quando, in un cinema di New York viene proiettato “Paisà” di Roberto Rossellini. Si perché è nella ‘Grande Mela’ che i due adolescenti sbarcano, dopo mille peripezie a bordo del piroscafo statunitense “Victory”, consapevoli che a Napoli non c’è più posto per loro, ma anche per raggiungere Agnese, sorella maggiore di Celestina, partita a suo tempo per la metropoli a stelle e strisce a seguito di una proposta matrimoniale. A bordo del “Victory” i due fanno conoscenza con il commissario di bordo Domenico Garofalo (un Pierfrancesco Favino in perenne stato di grazia), partenopeo anche lui, figura fondamentale per gli sviluppi della complicata vicenda dei due trovatelli nella Little Italy newyorkese. Nei modi di una specie di “realismo fantastico”, la fiabesca vicenda di Carmine e Celestina riprende i temi di “Io non ho paura”(2003), dello stesso Salvatores tratto dal romanzo di Ammaniti, riuscendo ad avvincere ed appassionare, anche per i numerosi colpi di scena che si susseguono nella parte ‘americana ‘ del film. Le vicende sono degli anni ’40, ma lo spettatore attento capisce che il regista vuole mostrarci, in filigrana, l’epoca di quando i migranti eravamo noi, convinti che l’American way of life ci avrebbe condotti a prosperità e libertà. Non a caso i due adolescenti scambiano la più famosa statua nel porto di New York per la Madonna di Pompei. Certo la messa in scena risulta spesso patinata e non sempre credibile (vedi le scene delle manifestazioni femminili a sostegno del “caso” di Agnese a New York), ma possiamo concedere le ‘attenuanti generiche’ al regista premio Oscar, anche per le citazioni della colonna sonora, probabilmente fuori contesto. Però quando ascoltiamo “A salty dog” dei Procol Harum a commento delle disastrose condizioni di viaggio dei due ragazzi sul piroscafo, o la superba voce di Tom Waits che intona brani dal suo sublime “Rain dogs” a sottolineare la disperazione di Celestina perdutasi nei meandri della ‘grande mela’…possiamo solo esclamare “grazie Gabriele”!
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[+] boh?!
(di anna maria)
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gabriella
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lunedì 9 dicembre 2024
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nun te preoccupà, mò ce sto io cò te
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Bastava guardare la gente in sala quando si sono accese le luci dopo la proiezione, volti sorridenti, soddisfatti, rilassati, dopo due ore avvolti dalla magica tenerezza dell'ultimo film di Gabriele Salvatores, per capire che film come questi sono una boccata salutare traboccante di un’ umanità che abbiamo purtroppo perduto. Al giorno d'oggi non si fa che un gran parlare di empatia, tanto che ormai è diventato un tormentone verbale privo di significato, invece i due giovanissimi protagonisti di Napoli New York suscitano empatia immediata, con i loro volti sporchi di polvere della strada, gli occhi struggenti di Celestina e lo sguardo insolente , ma protettivo, di Carmine, incornicia nei loro sguardi il sogno di una terra promessa che almeno per una volta mantiene la promessa di un mondo nuovo.
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Bastava guardare la gente in sala quando si sono accese le luci dopo la proiezione, volti sorridenti, soddisfatti, rilassati, dopo due ore avvolti dalla magica tenerezza dell'ultimo film di Gabriele Salvatores, per capire che film come questi sono una boccata salutare traboccante di un’ umanità che abbiamo purtroppo perduto. Al giorno d'oggi non si fa che un gran parlare di empatia, tanto che ormai è diventato un tormentone verbale privo di significato, invece i due giovanissimi protagonisti di Napoli New York suscitano empatia immediata, con i loro volti sporchi di polvere della strada, gli occhi struggenti di Celestina e lo sguardo insolente , ma protettivo, di Carmine, incornicia nei loro sguardi il sogno di una terra promessa che almeno per una volta mantiene la promessa di un mondo nuovo. Carmine e Celestina vivono a Napoli , si arrabattano come possono per sopravvivere, finché s’imbarcano fortunosamente in un piroscafo diretto a New York dove la piccirilla ha una sorella, Agnese che intendono raggiungere anche perché entrambi sono soli al mondo. Con l’aiuto di un cuoco afroamericano ( un simpatico e commovente Omar Benson Miller )e del comandante Garofalo ( altro ruolo convincente del sempre bravo Pierfrancesco Favino), i due ragazzini riusciranno a raggiungere la Grande Mela, , con la statua della libertà che vista dalla nave a Celestina sembra la Madonna di Pompei, mentre per Carmine tiene la faccia strafottente, anche se non può sapere che dietro quel simbolo di accoglienza , per i passeggeri di terza classe c’è l’ispezione a Ellis Island, uomini e donne vestiti di stracci e di speranza, alcuni purtroppo non ci arriveranno nemmeno, come il sogno spezzato di Teresa e il marito. E in questa magalopoli colorata , piena di insegne pubblicitarie, , gli immensi avenues, i due scugnizzi scoprono le meraviglie di un posto dove vivere. Salvatores non ci fa mancare niente, affronta con piglio disinvolto e leggero non solo il problema dell’immigrazione, ma anche la lotta contro la violenza, la solidarietà femminile, il coinvolgimento e la solidarietà dell’ intera comunità in nome della giustizia, come nel personaggio di Agnese, la sorella di Celestina. In questa favola che sembra uscita da un libro vecchio stile, c’è il respiro di cose autentiche, di sapori persi nel tempo, di nostalgie mai dimenticate, ma c’è anche il coraggio di guardare avanti senza paura di farsi male , c’è la consapevolezza che bisogna costruirsi un futuro, anche se bisogna ritagliarsi da soli la linea della fortuna . Forse film come questi faranno storcere il naso a chi vorrà vederci soltanto l’ingenua rappresentazione di un mondo d’illusione non corrispondente alla realtà, però mi sento di dire che i personaggi di Salvatores non si piangono mai addosso, conservano una dignità e una purezza che hanno radici ben salde in ciò che vogliono dalla vita, così come Garofalo, personaggio scanzonato e apparentemente leggero che si porta dietro il dolore di una paternità negata senza mai farlo pesare.Com’è risaputo, la sceneggiaturaa stata scritta da Fellini negli anni 40, poi abbandonata. Non è possibile sapere come sarebbe stato il film del regista riminese, ma posso affermare con sicurezza che il lavoro di Gabriele Salvatores riscalda il cuore.
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(di ivan il matto)
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domenica 8 dicembre 2024
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col cuore e senza sapienza
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Non sono d’accordo, è un bel film, appena visto, tenero al punto giusto e con bellissimi sfondi e grande musica, magistrali e convincenti le interpretazioni dei due ragazzini e di Favino…..io sono una semplice osservatrice, senza grossi pensieri e paroloni arziguvigliati…..certe volte bisogna scendere dal pero della sapienza e lasciare parlare il cuore e l’anima (se ancora è presente in noi)…..
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folignoli
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domenica 8 dicembre 2024
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il titolo anonimo è l''emblema del film stesso
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Il titolo anonimo è l'emblema del film stesso: un bel racconto ma che non emoziona. Favino bravissimo come al solito, Dea Lanzaro da ex seduttrice nei film di Brass, si dimostra grande interprete per ruoli drammatici. I ragazzini straordinari. Tuttavia è un lavoro "superficiale" che non riesce mai a superare la soglia delle emozioni, restando quindi in superficie. Le ambientazioni, il sapore, le atmosfere, sono tutte azzeccate. La storia scorre bene anche se la scelta dell'adozione appare troppo repentina. Un buon prodotto per un pubblico "familiare" da cui padri e figli, possono riscoprire valori importanti e spesso dati per scontati.
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mercoledì 4 dicembre 2024
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informazioni
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Salve, volevo sapere se fanno Napoli new York sabato pomeriggio a Verona. Dove e che ora?
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(di spione)
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stefano73
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martedì 3 dicembre 2024
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salvatores regista d''esperienza.
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“NAPOLI- NEW YORK”. Napoli, anno 1949. Nell’immediato dopoguerra la Napoli popolare soffre e in città girano ancora gli americani “salvatori”. Due bambini clandestini si ritrovano su una nave americana in partenza per New York. Il film è diviso in tre parti: Napoli, viaggio in nave e New York. Con questo film il premio Oscar Gabriele Salvatores, conferma grande esperienza e padronanza in un vicenda tra razzismo e sentimento molto godibile. Pierfrancesco Favino una sicurezza. Finale sorprendente. Voto 8.
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frankmoovie
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domenica 1 dicembre 2024
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napoli - new york: la storia si ripete ...
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Quando si va a vedere un film d'autore si hanno tante aspettative e quando queste vengono confermate e, in alcuni aspetti, superate, lo spettatore esce dalla sala arricchito dall'arte cinematografica. Non a caso Salvatores ha ricreato a modo suo un soggetto che non ebbe luce di grandi come Federico Fellini e Tullio Pinelli. La storia realistica, tragica e anche crudele di un periodo tremendo di una Napoli distrutta dalla guerra, viene raccontata con momenti d'innocenza e sentimenti infantili, tra dolori, gioie, meraviglie. I due bambini protagonisti (la storia umana si ripete) si ribellano a un destino doloroso e con speranza vanno verso quel "sogno americano" che in quegli anni faceva lasciare il nostro Paese da miagliaia di per aprirsi nuovi orizzonti, trovando poi leggi d'immigrazione, tabù sociali, divieti e parole che feriscono al cuore, come "queste persone che arrivano sono brutte, sporche, puzzolenti" .
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Quando si va a vedere un film d'autore si hanno tante aspettative e quando queste vengono confermate e, in alcuni aspetti, superate, lo spettatore esce dalla sala arricchito dall'arte cinematografica. Non a caso Salvatores ha ricreato a modo suo un soggetto che non ebbe luce di grandi come Federico Fellini e Tullio Pinelli. La storia realistica, tragica e anche crudele di un periodo tremendo di una Napoli distrutta dalla guerra, viene raccontata con momenti d'innocenza e sentimenti infantili, tra dolori, gioie, meraviglie. I due bambini protagonisti (la storia umana si ripete) si ribellano a un destino doloroso e con speranza vanno verso quel "sogno americano" che in quegli anni faceva lasciare il nostro Paese da miagliaia di per aprirsi nuovi orizzonti, trovando poi leggi d'immigrazione, tabù sociali, divieti e parole che feriscono al cuore, come "queste persone che arrivano sono brutte, sporche, puzzolenti" ... Eppure la volontà, in un Paese dove anche le donne e i neri vedevano vietati i loro diritti, a volte c'è una luce in fondo al tunnel. Salvatores ha usato tecniche di esperienza, primi piani, luci e colonna sonora che accarezzano lo svolgersi dei fatti e poi una scelta di attori eccezionale, a partire dalla piccola Dea Lanzaro, un'attrice che a soli sei anni recita come una delle grandi del teatro di Eduardo, e il convincente Antonio Guerra, i super Pierfrancesco Favino e Anna Ammirati, Omar Benson Miller, Antonio Catania ... Un film "firmato" che merita riconoscimenti alti. Avevamo appena visto "Parthenope" e oggi un'altra pellicola che non dimenticheremo.
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fausta rosa
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giovedì 28 novembre 2024
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napoli-new york:realismo tenero e accogliente
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NAPOLI-NEW YORK : realismo tenero e accogliente
Ho appena terminato di vedere Napoli - New York, il film di Gabrile Salvatores uscito solo pochi giorni fa, e subito sento il bisogno di comunicare le emozioni che il film mi ha trasmesso.
E' la storia di due ragazzi, Carmine e Celestina, che , a causa di vicende drammatiche, lasciano clandestinamente Napoli a bordo di una nave diretta a New York con la speranza di ritrovare la sorella di Celestina. Ciò non avviene e inizia una serie di avventure che porterà i ragazzi ad affrontare situazioni molto difficili.
La bellezza di questo film è nella narrazione di situazioni drammatiche risolta con leggerezza, delicatezza, tenerezza pur nella profondità delle problematiche affrontate.
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NAPOLI-NEW YORK : realismo tenero e accogliente
Ho appena terminato di vedere Napoli - New York, il film di Gabrile Salvatores uscito solo pochi giorni fa, e subito sento il bisogno di comunicare le emozioni che il film mi ha trasmesso.
E' la storia di due ragazzi, Carmine e Celestina, che , a causa di vicende drammatiche, lasciano clandestinamente Napoli a bordo di una nave diretta a New York con la speranza di ritrovare la sorella di Celestina. Ciò non avviene e inizia una serie di avventure che porterà i ragazzi ad affrontare situazioni molto difficili.
La bellezza di questo film è nella narrazione di situazioni drammatiche risolta con leggerezza, delicatezza, tenerezza pur nella profondità delle problematiche affrontate.
Il realismo dei due ragazzi non sfocia mai nella ribellione violenta ma nella volontà di affrontare la vita con dignità e intraprendenza
L'impegno di Carmine a proteggere Celestina si risolve in gesti spontaneamente teneri e concreti.
Gli incontri con personaggi pronti a intercettare i bisogni dell'altro, dal cuoco, al marinaio americano, a "donna Teresa", soprattutto al Commisario di bordo, allentano la tensione e rasserenano lo spettatore.
Forse l'atmosfera è favolistica: tanti i buoni che s'impegnano ad aiutare i meno fortunati.
Eppure è il mondo che vorremmo, è l'attenzione che dovremmo all'altro, è l'impegno a migliore la realtà
Le musiche sottolineano i vari passaggi con intensità e contestualizzano gli eventi
E' un film che fa riflettere, emozionare, anche piangere e contemporaneamente sorridere
E' un film che presenta una variegata e precisa caratterizzazione dei personaggi mai solo accennata ma sviluppata nello svolgimento della trama
E' un fim che fa bene alla mente, alla memoria e , soprattutto, all'anima
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louis
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mercoledì 27 novembre 2024
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lacunoso e banale
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Di positivo l'interpretazione dei due protagonisti e del solito Favino.Per il resto è una banale favola ,ricca di banalità, esagerazioni e luoghi comuni che sfocia coi soliti riferimenti attuali al politicamente corretto .Tutto fa "cassetta" ma il film mi ha deluso malgrado le aspettative
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giorgio
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mercoledì 27 novembre 2024
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stereotipi per un pubblico romantico
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Non so se Fellini avrebbe girato questo film come ha fatto Salvatores, penso proprio di no ma non è questo il punto. Il film è ben costruito, ottima recitazione, anche interessante a tratti, una favola molto scontata con tanti stereotipi che non ricordavo di aver mai visto tutti insieme in due ore. Il mito dell'America qui rivive in tutto il suo massimo splendore a partire dalla Statua della Libertà e neanche Hollywood avrebbe saputo far meglio tanto da sembrare che la produzione sia sostenuta dall'United States Information Agency. C'è di tutto, dai neri buoni agli italiani aborriti dalla società americana ma eccellenti per lavorare, senza dimenticare qualche peccato derivante da cattive pratiche e.
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Non so se Fellini avrebbe girato questo film come ha fatto Salvatores, penso proprio di no ma non è questo il punto. Il film è ben costruito, ottima recitazione, anche interessante a tratti, una favola molto scontata con tanti stereotipi che non ricordavo di aver mai visto tutti insieme in due ore. Il mito dell'America qui rivive in tutto il suo massimo splendore a partire dalla Statua della Libertà e neanche Hollywood avrebbe saputo far meglio tanto da sembrare che la produzione sia sostenuta dall'United States Information Agency. C'è di tutto, dai neri buoni agli italiani aborriti dalla società americana ma eccellenti per lavorare, senza dimenticare qualche peccato derivante da cattive pratiche e...stupri Si susseguono processioni sangennariane esportate a New York, palesi ingiustizie combattute da una stampa libera e dalla mobilitazione femminista. Ritroviamo Paisà di Rossellini e orgoglio napoletano. A proposito, un consiglio a chi lo vuole vedere: fatevi accompagnare da qualche amico di Forcella altrimenti dei dialoghi capirete poco, ci arriverete con l'intuito. La conclusione del film ricorda, per chi avesse la memoria corta, che gli italiani sono andati a milioni in America e che, in modo neanche troppo nascosto, è bene che l'Italia faccia buon viso a qualsiasi immigrazione, legale o meno poco importa. Gli USA insegnano.
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