Dreams |
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Un film di Dag Johan Haugerud.
Con Ella Øverbye, Selome Emnetu, Ane Dahl Torp, Anne Marit Jacobsen.
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Titolo originale Drømmer.
Drammatico,
durata 110 min.
- Norvegia 2024.
- Wanted
uscita giovedì 13 marzo 2025.
MYMONETRO
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Donne senza uomini
di Fabio Ferzetti L'Espresso
Tre generazioni di donne, un primo amore bruciante, un manoscritto che passa di mano in manao suscitando reazioni sempre diverse (a volte comicamente diverse). E un film che non smette di sorprenderci, pur usando apparentemente sempre lo stesso tono, in una Norvegia ora invernale ora estiva ma sempre generosa di forme e di sfondi che tra città e natura si fondono a meraviglia con i paesaggi interiori della protagonista. Anzi delle tre protagoniste, tutte provviste di sentimenti forti e contraddittori: la passione incontrollabile di Johanne, la figlia 17enne che affida a un lungo ed elaborato "memoir" il ricordo di quel primo amore; lo sconcerto di sua madre Kristin, che scopre insieme il lato carnale della figlia e il suo grande talento letterario; infine, ma non ultima, l'ammirazione e forse l'invidia della nonna scrittrice per quella nipote coraggiosa e quel manoscritto così emozionante che scoperchia anche rimpianti e antichi rancori (geniale la polemica su "Flashdance"...). Per non parlare di quella che resterà - giustamente - la figura più enigmatica: l'affascinante, ambivalente professoressa afrodiscendente di cui si innamora Johanne. In un gioco di proiezioni e forse di seduzione reciproca (l'insegnante si chiama Johanna, quasi come lei) che innerva il racconto dal principio alla fine come uno scheletro impalpabile ma solidissimo. Mentre accanto al flusso passionale della ragazza innamorata e della sua voce narrante, come pietre trascinate dalla corrente rotolano questioni oggi centrali: gli inevitabili intrecci fra eros e potere, l'ombra che pesa ormai su ogni relazione amorosa, la centralità della riscossa femminile, ovvero la crescente fragilità e irrilevanza dei maschi. Senza dimenticare le disparità sociali e culturali che minano le nostre città e affiorano tra le pieghe dei vagabondaggi amorosi di Johanne.
Non capita spesso di sentirsi di fronte a una figura nuova e originale come quella del norvegese Dag Johan Haugerud (Johan come Johanne e Johanna), classe 1964, scrittore ancor prima che regista, appena premiato con L'Orso d'oro a Berlino per questo film. Un talento quieto e iperconsapevole che affonda le radici in una tradizione molto francese, scuola Rohmer, ma evoca bizzarramente certo cinema giapponese contemporaneo (in testa l'Hamaguchi del "Gioco del destino e della fantasia") per la capacità di intrecciare le forme più nitide e luminose ai sentimenti più oscuri e ingovernabili. Non vediamo l'ora di scoprire in sala anche gli altri due titoli della trilogia, L'affollato "Love", già in concorso a Venezia. E il primo dei tre in ordine di realizzazione: "Sex".
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