rosmersholm
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venerdì 13 settembre 2024
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nobile
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Film di nobili intenzioni e notevole sforzo produttivo, appesantito da una sceneggiatura scolastica che enuncia continuamente i temi del conflitto senza che questi si sviluppino veramente. La recitazione poi, nonostante sia affidata ai migliori attori italiani, soffre una direzione superficiale: troppo monocorde Montesi così come Borghi, che sembra muoversi al rallentatore per tutto il film. La Rosellini, formidabile attrice di teatro, continua a non trovare la sua vera dimensione di attrice cinematografica. Alcune incongruenze macroscopiche, come la mano del soldato siciliano durante la fucilazione che si libera magicamente per togliere la benda o l'ingresso, totalmente forzato, di Anna nella fortezza.
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gianni zonta
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giovedì 12 settembre 2024
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un film da vedere due volte...
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Al termine del film mi sono alzato sostanzialmente deluso... Un film troppo breve, dal quale mi aspettavo più intensità e più azione. Con i miei amici ci siamo detti : "tutto qui ?" Con il passare delle ore scopri in realtà che è un film che ti segna sempre più profondamente, un film che solleva quesiti ed emozioni molto profonde e invoglia alla riflessione sull'enorme tema della assurdità della guerra, del dolore, delle ingiustizie, della voglia di vivere... La brevità del film non ti consente di pensarci sopra mentre lo vedi. Non sapevo poi che si ispirava a un libro. Ora come ora sento il bisogno di rivederlo, magari non solo una volta, possibilmente dopo aver letto il libro e averci riflettuto sopra.
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Al termine del film mi sono alzato sostanzialmente deluso... Un film troppo breve, dal quale mi aspettavo più intensità e più azione. Con i miei amici ci siamo detti : "tutto qui ?" Con il passare delle ore scopri in realtà che è un film che ti segna sempre più profondamente, un film che solleva quesiti ed emozioni molto profonde e invoglia alla riflessione sull'enorme tema della assurdità della guerra, del dolore, delle ingiustizie, della voglia di vivere... La brevità del film non ti consente di pensarci sopra mentre lo vedi. Non sapevo poi che si ispirava a un libro. Ora come ora sento il bisogno di rivederlo, magari non solo una volta, possibilmente dopo aver letto il libro e averci riflettuto sopra. Bravissimo Alessandro Borghi, enigmatica e misteriosa la Rosellini.
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athos
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giovedì 12 settembre 2024
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la lentezza della guerra
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La lentezza della guerra penetra fino alle ossa questo film, dove due medici lontani dal fronte hanno la guerra addosso. Il primo è uniforme al dettato nazionale, deve rimettere in sesto in qualunque modo i feriti per ricacciarli al fronte. Il secondo, un Alessandro Borghi che ha dovuto limitare la sua esuberanza, cerca in tutti i modi di trattenere questi ragazzi che parlano tutti i dialetti italiaci. Nel mezzo Federica Rosellini interpreta alla lettera un'infermiera d'antan. Bello.
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enzo70
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domenica 8 settembre 2024
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gianni amelio scrive una bella pagina di cinema
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Il senso del film, del dolore, dell’atrocità della guerra, della morte è tutta nella prima ripresa, lunghissima, in cui un soldato cerca tra una catasta di cadaveri qualche superstite e, intanto, prende dai vestiti ciò che gli può servire per sopravvivere. E poi la speranza, una mano che esce dal mucchio, un uomo che forse vivrà. I feriti tornano al paese dove l’ospedale più vicino è il luogo per trovare rifugio, cure, riposo. Il responsabile dell’ospedale, un tenente di ottima famiglia, Stefano, ha un alto senso del dovere e in guerra l’obiettivo è quello di rimandare i soldati in trincea. Per quanto feriti, per quanto malati, è carne che serve per soddisfare i cannoni.
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Il senso del film, del dolore, dell’atrocità della guerra, della morte è tutta nella prima ripresa, lunghissima, in cui un soldato cerca tra una catasta di cadaveri qualche superstite e, intanto, prende dai vestiti ciò che gli può servire per sopravvivere. E poi la speranza, una mano che esce dal mucchio, un uomo che forse vivrà. I feriti tornano al paese dove l’ospedale più vicino è il luogo per trovare rifugio, cure, riposo. Il responsabile dell’ospedale, un tenente di ottima famiglia, Stefano, ha un alto senso del dovere e in guerra l’obiettivo è quello di rimandare i soldati in trincea. Per quanto feriti, per quanto malati, è carne che serve per soddisfare i cannoni. Ma il vero problema del tenente è rappresentato dagli uomini che simulano la malattia, che si sono feriti da soli per sfuggire alla carneficina, alla disperata ricerca di una possibile sopravvivenza. Per il tenente questi uomini sono miserabili simulatori e vanno smascherati e mandati immediatamente al fronte, troppo semplice la corte marziale. La vede diversamente l’assistente, Giulio, un medico che cerca la vita anche quando nell’aria c’è solo odore di morte. Lui arriva all’atto estremo di mutilare, di infettare, i suoi feriti per evitargli il fronte. Due visioni opposte della guerra e della vita che vengono declinata con grande capacità da Gianni Amelio in un film che lascia lo spettatore a occhi sbarrati, incollato allo schermo, confuso tra i tanti dialetti parlati dai soldati italiani. L’epidemia di spagnola è solito l’ultimo atto di una tragedia che vide morire oltre un milione di italiani tra il fronte e il virus. Un film di grandissima delicatezza, una bella pagina di grande cinema italiano.
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cardclau
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sabato 7 settembre 2024
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un salutare salto nel passato
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Nel film Campo di battaglia Gianni Amelio riflette sulla capacità di resistenza, di sopravvivenza, e di ricerca di una via di fuga, dell’essere umano di fronte a due terribili “pestilenze “ in rapida successione, la Prima Guerra Mondiale del 1914-1918 (la seconda guerra “industriale”, dopo la Guerra Civile Americana), e l’epidemia di spagnola del 1918-1919. L’estensione del lutto nella popolazione mondiale a seguito a questi due eventi è stata tale da farci pensare che nessun nucleo familiare ne sia rimasto indenne. Adesso, come molte altre cose, tutto questo potrebbe essere sceso nel dimenticatoio nella giovane generazione, mentre nella mia, ben più stagionata, si sarebbero spenti gli echi guerreschi che coniugavano patria, gloria, vittoria, valore, eroismo, sacrificio.
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Nel film Campo di battaglia Gianni Amelio riflette sulla capacità di resistenza, di sopravvivenza, e di ricerca di una via di fuga, dell’essere umano di fronte a due terribili “pestilenze “ in rapida successione, la Prima Guerra Mondiale del 1914-1918 (la seconda guerra “industriale”, dopo la Guerra Civile Americana), e l’epidemia di spagnola del 1918-1919. L’estensione del lutto nella popolazione mondiale a seguito a questi due eventi è stata tale da farci pensare che nessun nucleo familiare ne sia rimasto indenne. Adesso, come molte altre cose, tutto questo potrebbe essere sceso nel dimenticatoio nella giovane generazione, mentre nella mia, ben più stagionata, si sarebbero spenti gli echi guerreschi che coniugavano patria, gloria, vittoria, valore, eroismo, sacrificio. Non è sorprendente perché la memoria, lungi da essere una registrazione fedele della realtà, è fortemente influenzata dal tempo e dalla motivazione. Il racconto, ambientato in un ospedale militare delle retrovie, ci presenta il capitano medico Stefano (Gabriel Montesi), figlio di un padre alto borghese che l’ha “saggiamente” imboscato, inflessibile con quelli (se poveri) che pensa vogliano imboscarsi; il tenente medico ex-biologo Giulio (Alessandro Borghi) capace di provare sentimenti di compassione (che Stefano ha voluto con sé). Anna (Federica Rossellini) che risponde al cliché di Sigmund Freud: “una domanda alla quale non sono riuscito a rispondere, nonostante 30anni di ricerche sull'animo femminile, è: cosa vuole una donna?
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giggetto
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sabato 7 settembre 2024
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un film epico e pacifista
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Un film che mostra gli orrori della prima guerra mondiale, che si accompagna a capolavori come Orizzonti di glora e Uomini contro (Francesco Rosi). Le scene dell'Ospedale sono dei capolavori, anche per la recitazione degli attori principali e delle comparse. Si vede come la tragedia della prima guerra mondiale portò a contatto tra loro giovanissimi provenienti da tutte le parti d'Italia che a mala pena si capivano tra loro. Convincente la recitazione di Alessandro Borghi e di Gabriel Montesi, su cuis i basa gran parte della narrazione. Un film da vedere e apprezzare, e se possibile far vedere ai giovani.
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