gabriella
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martedě 14 maggio 2024
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piccolo, grande, commovente racconto
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Può un fatto apparentemente insignificante scatenare una reazione a catena inarrestabile? Può un banale esame di maturità diventare il tema centrale , focalizzare l’attenzione? In questo splendido film di Gabor Reisz, si evidenzia la frattura politica che si vive nell’Ungheria di Orban, talmente radicata da impedire il dialogo, lo scambio, la comprensione, ci sono due generazioni che non conoscono la strada per venirsi incontro. Abel è un diciottenne di Budapest, il giorno del suo esame di maturità , fa scena muta alla prova di storia, il professore, forse per stemperare la tensione, gli chiede perché porti la coccarda nazionalista appuntata alla giacca, sarà questo il pretesto, la giustificazione alla bocciatura, il professore progressista che si ritorce contro di lui, la sua famiglia conservatrice, Diventa un caso nazionale, persino la stampa viene coinvolta, una giovane aspirante giornalista si prende a cuore il caso, scrive un articolo che viene approvato e pubblicato.
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Può un fatto apparentemente insignificante scatenare una reazione a catena inarrestabile? Può un banale esame di maturità diventare il tema centrale , focalizzare l’attenzione? In questo splendido film di Gabor Reisz, si evidenzia la frattura politica che si vive nell’Ungheria di Orban, talmente radicata da impedire il dialogo, lo scambio, la comprensione, ci sono due generazioni che non conoscono la strada per venirsi incontro. Abel è un diciottenne di Budapest, il giorno del suo esame di maturità , fa scena muta alla prova di storia, il professore, forse per stemperare la tensione, gli chiede perché porti la coccarda nazionalista appuntata alla giacca, sarà questo il pretesto, la giustificazione alla bocciatura, il professore progressista che si ritorce contro di lui, la sua famiglia conservatrice, Diventa un caso nazionale, persino la stampa viene coinvolta, una giovane aspirante giornalista si prende a cuore il caso, scrive un articolo che viene approvato e pubblicato. Sulle tensioni e divergenze della vecchia generazione, ancorata alla politica, allo scontro, ai presunti ideali, tutti ancorati alle loro ragioni, c’è un altro mondo, quello dei ragazzi , alle loro problematiche ai loro sconvolgimenti emotivi, Abel è innamorato di Janka, sua compagna di classe, ma lei è innamorata di Jackob, il professore di storia, vivono i loro conflitti, le loro emozioni sono la cosa più importante, le corse in bicicletta di lui in una Budapest assolata come a sfuggire dalla vita adulta che l’attende, lontano da un mondo urlato, pieno di livori e furori che appartengono al passato. Amare il proprio paese non è come sostiene il padre di Abel,non è l’orgoglio di sentirsi patrioti, ma il coraggio di guardare avanti, accettare il fatto che magari tuo figlio non è poi così uno studente brillante, che non deve per forza perpetuare il percorso di studi familiare, ma che possa fare scelte diverse, solo così si crea un futuro, anziché distruggerlo , una forza coesa che aiuti a superare le difficoltà , le delusioni, e perché no, accettare una bocciatura, che è solo un incidente di percorso, nulla più e che non c’è una spiegazione per tutto. Che si può pensare alla vita con gli occhi di un diciottenne, i turbamenti del suo primo amore, e la spensierata corsa tra le acque del Balaton verso un qualcosa di migliore.
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anna rosa
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giovedě 31 ottobre 2024
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il giovane abel
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Č forse la prima volta che un film mi piace anche se non capisco cosa il regista vuole dirmi, e in particolare non capisco il senso del titolo. Preciso che ho perso i primi venti minuti del film, anche se da quanto poi si racconta credo di averne evinto il contenuto, per cui credo che il "messaggio" mi sarebbe sfuggito anche se avessi visto l'inizio del film.
Intanto cosa mi č piaciuto: fondamentalmente il realismo della rappresentazione di una societŕ conflittuale a tutti i livelli, da quello della coppia a quello socio-politico, societŕ che purtroppo mi sembra del tutto simile alla nostra fin nelle storture politiche (il montaggio di una fake new a favore del governo e del presidente in carica), ma su quest' ultimo punto spero di essere troppo pessimista.
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Č forse la prima volta che un film mi piace anche se non capisco cosa il regista vuole dirmi, e in particolare non capisco il senso del titolo. Preciso che ho perso i primi venti minuti del film, anche se da quanto poi si racconta credo di averne evinto il contenuto, per cui credo che il "messaggio" mi sarebbe sfuggito anche se avessi visto l'inizio del film.
Intanto cosa mi č piaciuto: fondamentalmente il realismo della rappresentazione di una societŕ conflittuale a tutti i livelli, da quello della coppia a quello socio-politico, societŕ che purtroppo mi sembra del tutto simile alla nostra fin nelle storture politiche (il montaggio di una fake new a favore del governo e del presidente in carica), ma su quest' ultimo punto spero di essere troppo pessimista. Realismo finanche disturbante, anche perché tutti sbraitano e persino gli oggetti urtano col loro rumore.
Ora esprimo i miei dubbi. Il film ruota intorno al giovanissimo Abel, a disagio con tutto e tutti perché non si riconosce in nessuno degli adulti tutti intransigenti che lo circondano. Č come una barchetta in mezzo a un mare tempestoso e non sa letteralmente che fare di sé, da che parte andare. Solo una cosa lo appaga e rasserena: correre in bicicletta per la cittŕ, cosě, senza meta. Ed č abbastanza vile da favorire l'equivoco, poi montato ad arte dai mass media filogovernativi per screditare gli avversari del nazionalismo, per ottenere un vantaggio personale legato all'esame di maturitŕ, pur sapendo di creare seri problemi al suo professore di storia, controcorrente quanto a idee politiche, che noi spettatori potremmo vedere come un alter ego del regista, ma forse anche le sue idee sono divenute incrollabili come dogmi, forse anche lui come tutti ha "una spiegazione per tutto" e per questo il giovane non si fa scrupolo di tradirlo. Č vero che Abel alla fine si riscatta quando, anche perché spaventato dal clamore suscitato dalla sua vicenda, fa sě che la bolla scoppi. Ma alla fine dell'estate lo vediamo felice - felicemente irresponsabile? - quando fa un'innocente bravata con altri giovanissimi e poi si addentra nelle acque del lago nella luce del tramonto, cosě, senza una riva da raggiungere.
Qual č la spiegazione di questo finale?
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(di anna rosa)
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