Una commedia pericolosa

Lo dico allo spettatore nostrano. Finiamola di ingrassare imbonitori che, se pur di alta classe, ci spiattellano roba che, se pur di gran pregio, è stata confezionata senza tener conto dei nostri gusti e della nostra "cultura". Questo, mentre si trascinano fino allo spasimo opere di quelli che si vuole a forza nei secoli nostri maestri, il tutto per un pugno di euri.
Lo ripeto, bisogna contentarsi. C'è un qualche virtuosismo in Alessandro Pondi nel gestire e articolare lo scopiazzato rendendolo in qualche modo divertente. Brignano come attore è credibile quanto agente segreto. Ebbene, bisogna apprezzare la buona volontà, migliorerà, si sublimerà, la stoffa c'è. E stoffa ce n'è tanta nei personaggi femminili, Gabriella Pession (Rita), Paola Minaccioni (Francesca), Grazia Schiavo (Tina) oltre agli altri che vorrei nominar tutti. Scorgo ancora una volta uno spreco di talenti che, se guidati con mano ferma e con la capacità di strutturare una "storia", li dovrebbe salvare dall'episodico e dal passeggero esercizio da TV o cabaret.
Un invito a moderare la severità. Sono queste le nostre risorse artistiche, non sono da buttar via e, comunque, rapppresentano il nostro avvenire nel cinema.
E, poi, non è tutto oro quello  che luce, come, ad es., il bronzo dorato di Dune.


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