albert
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venerdì 14 febbraio 2025
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che bella sorpresa!
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È stata veramente una gran bella sorpresa. Vedendo questo film senza avere soverchie aspettative, rimane un piacevole retrogusto di qualcosa di dirompente, che ha sì come antecedente sia Verdone che Pieraccioni, ma modernizzati e raffinati. È la storia ad episodi che hanno sempre come protagonista l'eccellente Pilar Fogliati che è anche la regista del film. Eugenia è un'aspirante sceneggiatrice palermitana che vuole essere un'autrice di nicchia. L'aristocratica Uvetti aspira, invece, ad un'esperienza per lei eccitante e quasi rivoluzionaria: lavorare. Michela deve sposare un carabiniere a Guidonia, ma vive un'avventura quasi surreale con una sua vecchia fiamma eccentrica, ai limiti della follia.
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È stata veramente una gran bella sorpresa. Vedendo questo film senza avere soverchie aspettative, rimane un piacevole retrogusto di qualcosa di dirompente, che ha sì come antecedente sia Verdone che Pieraccioni, ma modernizzati e raffinati. È la storia ad episodi che hanno sempre come protagonista l'eccellente Pilar Fogliati che è anche la regista del film. Eugenia è un'aspirante sceneggiatrice palermitana che vuole essere un'autrice di nicchia. L'aristocratica Uvetti aspira, invece, ad un'esperienza per lei eccitante e quasi rivoluzionaria: lavorare. Michela deve sposare un carabiniere a Guidonia, ma vive un'avventura quasi surreale con una sua vecchia fiamma eccentrica, ai limiti della follia. Infine vi è Tazia, una pariolina che è talmente sivura di se stessa da dare consigli alle sue amiche, per poi comportarsi in modo contraddittorio rispetto ai consigli dati. La valutazione più corretta sarebbe di tre stelle e mezzo, ma, tenendo conto che la Fogliati è al suo primo lungometraggio, le diamo fiducia, perché, anche grazie alla sceneggiatura di Veronesi da' vita ad un'opera di grande freschezza, dove mette in evidenza le sue indubbie capacità attoriali. Segnaliamo, inoltre, che, a parte alcune ingenuità narrative, il film fa ridere, e non è poco, grazie alla raffinatezza della scrittura che non punta mai alla risata facile e grossolana. L'episodio relativo a Michela risulta dotato di grande incisività esistenziale, con la creazione di un personaggio follemente poetico. Uvetta è un'altra invenzione totalmente riuscita, per l'ingenuo vitalismo entusiasta con cui affronta tutte le situazione. Tazia è il personaggio che esprime più comicità per i suoi discorsi strampalati, che poi i fatti smentiscono regolarmente. Eugenia è inarrestabile. A collegare le quattro donne è la comune psicoterapista,interpretata dalla Bobulova da cui vanno più per condividere le loro esperienze che per effettivi bisogni,il che rende questo collegamento un po' forzato. Buona la prima!
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(di albert)
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thomas
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lunedì 27 febbraio 2023
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é nata una stella?
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Che Pilar Fogliati avesse il talento “verdoniano” della moltiplicazione dei personaggi e delle personalità, già si sapeva: a certificarlo è la viralità dell’esilarante breve video in cui cambia repentinamente voci ed espressioni, passando con disinvoltura dalla pariolina all’aristocratica, dalla giovane provinciale a quella aggressiva di Roma nord. Adesso sappiamo che ha anche la capacità di far “vivere” quelle donne in un film, rendendole vere e, per certi aspetti, indimenticabili. Perché se ricordiamo ancora Enzo, Leo e Ruggero di “Un sacco bello”, certamente non scorderemo Eugenia Praticò, Uvetta Budini di Raso, Michela Trezza e Tazia De Tiberis. Eugenia, la siciliana apparentemente un po’ svampita, ma in realtà determinata a non scendere a compromessi e a continuare a lavorare per raggiungere il suo sogno di diventare sceneggiatrice, è una donna forte come lo sono tutte coloro che non smettono di credere in se stesse quando la vita sembra consigliare una resa.
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Che Pilar Fogliati avesse il talento “verdoniano” della moltiplicazione dei personaggi e delle personalità, già si sapeva: a certificarlo è la viralità dell’esilarante breve video in cui cambia repentinamente voci ed espressioni, passando con disinvoltura dalla pariolina all’aristocratica, dalla giovane provinciale a quella aggressiva di Roma nord. Adesso sappiamo che ha anche la capacità di far “vivere” quelle donne in un film, rendendole vere e, per certi aspetti, indimenticabili. Perché se ricordiamo ancora Enzo, Leo e Ruggero di “Un sacco bello”, certamente non scorderemo Eugenia Praticò, Uvetta Budini di Raso, Michela Trezza e Tazia De Tiberis. Eugenia, la siciliana apparentemente un po’ svampita, ma in realtà determinata a non scendere a compromessi e a continuare a lavorare per raggiungere il suo sogno di diventare sceneggiatrice, è una donna forte come lo sono tutte coloro che non smettono di credere in se stesse quando la vita sembra consigliare una resa. Uvetta, l’aristocratica apparentemente vacua, in realtà è una donna alla ricerca di qualcosa che dia concretezza alle sue giornate, delicata ed emozionata come lo sono tutte coloro che sanno spingersi in avanti facendo leva sul gusto della curiosità nei confronti delle cose belle che il mondo ci mette a disposizione. Michela Trezza, la provinciale apparentemente mediocre, al contrario è ricca di sensibilità, si pone gli interrogativi su ciò che distingue il sacro dal profano (e cioè la confessione cattolica dalla seduta dallo psicologo) e crede nei valori della famiglia, così come tutte coloro che ancora oggi vogliono dare stabilità coniugale al legame affettivo “quando è quello giusto” (“perché nella convivenza non c’è anche il matrimonio, mentre nel matrimonio c’è anche la convivenza”). Tazia de Tiberis. apparentemente disincantata nei rapporti con gli uomini, in realtà aspira ad un rapporto esclusivo e profondo, al punto da desiderare di “essere sognata la notte”, il che non le impedisce di perdere l’autostima e la capacità di ripartire da sé stessa, così come tutte coloro che sono giustamente convinte che occorre prendersi cura di sé innanzitutto per se stesse e non per l’altro (il che non impedisce la condivisione). Pilar Fogliati ci sorprende quindi con un'opera prima davvero bella, capace di far pensare e divertire; alcuni dialoghi sono infatti davvero esilaranti e su tutto aleggia una piacevole leggerezza che non è frutto di vacuità o banalità, ma della non frequente capacità di raccontare cose profonde con intelligenza e senso dell’umorismo, secondo la tradizione della migliore commedia all’italiana. Si esce dal cinema, quindi, con la consapevolezza di aver visto storie di donne moderne ma anche con un sorriso sul volto e con il desiderio di ritrovare queste stupende “romantiche” in un prossimo film, magari mentre si incontrano tra loro o con altri personaggi "pilariani" nuovi: neanche Carlo Verdone ha mai osato tanto, ma Pilar Fogliati è così brava che può provare a superare il Maestro. Non è forse vero, del resto, che voi siete meglio di noi?
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ralphscott
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giovedì 20 luglio 2023
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e'' un film tipo...hai capito, no?
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Un bel film leggero ma non stupido. Qualche tormentone di troppo - possibile che tutte usino l'orribile "tipo..."? - in una serie di caratteri comunque verosimili per quando, gratta gratta, al limite. O forse no. Se c'é un male comune all'individuo medio della nostra società schizoide, infatti, é la mancanza di equilibrio, come le macchiette di questa divertente, riuscita commedia.
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