La serie Netflix riprende lo spirito tragicomico del manga di Tsumura, per raccontare con sguardo ironico il trauma dell'abbandono infantile. Diverte e emoziona, senza edulcorare la materia
di Daniele D'Orsi Sentieri Selvaggi
Dal titolo, come dalle prime battute, Kotaro abita da solo rende manifesta la propria istanza comunicativa, sfidando tutte quelle attese di levità e intrattenimento che un anime a tema infantile si porta incontrovertibilmente dietro. Se nei tratti iconografici mutua la stilizzazione tondeggiante e accogliente dei character design di Astro Boy (Osamu Tezuka, 1963-1966) e Doraemon (1973), nella cornice narrativa, così come nella strutturazione semantica, prende (in parte) le distanze. Per quanto il personaggio di Kotaro sia modellato su immagine e somiglianza dei suoi (anche drammatici) predecessori animati, i comportamenti, le azioni e il suo universo di valori non celano le intenzioni e la soggettività di un bambino in profonda crisi esistenziale. [...]
di Daniele D'Orsi, articolo completo (3896 caratteri spazi inclusi) su Sentieri Selvaggi 16 marzo 2022