Presentato al Bif&st, uscito per pochi giorni nelle sale cinematografiche e passato in televisione dalla Rai nei giorni a ridosso del 25 Aprile, Bella Ciao, per libertà è un appassionato e appassionante viaggio nel tempo e nello spazio delle geografie umane, di Giulia Giapponesi, nel provare a trovare un filo per raccontare la genesi oscura della canzone oggi più cantata al mondo. Una storia talmente confusa da risultare ardua una sua lineare e filologica ricostruzione. Non si sa chi sia l'autore e chi abbia musicato Bella ciao, e proprio per questa sua anonima origine ha permesso di essere un canto di tutti e di nessuno, aprendosi cioè ad ogni contaminazione melodica e linguistica.
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Presentato al Bif&st, uscito per pochi giorni nelle sale cinematografiche e passato in televisione dalla Rai nei giorni a ridosso del 25 Aprile, Bella Ciao, per libertà è un appassionato e appassionante viaggio nel tempo e nello spazio delle geografie umane, di Giulia Giapponesi, nel provare a trovare un filo per raccontare la genesi oscura della canzone oggi più cantata al mondo. Una storia talmente confusa da risultare ardua una sua lineare e filologica ricostruzione. Non si sa chi sia l'autore e chi abbia musicato Bella ciao, e proprio per questa sua anonima origine ha permesso di essere un canto di tutti e di nessuno, aprendosi cioè ad ogni contaminazione melodica e linguistica. La natura ibrida della sua storia non poteva non diventare struttura ibrida di questo lavoro cinematografico. Poco significativamente narrativo per essere un film, non abbastanza filologicamente cronologico per essere un documentario. L'originalità di Bella ciao, il cui sottotitolo ne rivela la sua natura essenziale di canto di libertà , consiste nello scrupolo con cui Giulia Giapponesi con filmati d'epoca, interviste a testimoni, musicisti e storici, brani musicali catturati dalla videosfera di tutto il mondo, ne fa una tessitura di testimonianza civile. E lo fa con una sensibilità spiccatamente femminile, dando alle ragazze nella lotta di un tempo e alle ragazze di oggi una voce capace empaticamente di imporsi. Bella ciao è come un gomitolo, dice Carlo Pestelli. Andare alla ricerca del capo di questo gomitolo è scomodo, se ci si affida alle diatribe storiche. Canzone dei partigiani, o non piuttosto canzone delle mondine, e se fosse un lontano canto Yddish nato nella città di Odessa ( oggi sotto assedio di una invasione, tanto de rendere ancora più attuale il messaggio di libertà della canzone ) e poi emigrato in Americana e ritornare in Europa, strutturandosi infine con parole definitamente italiane. Canzone italiana come l'italianissimo saluto internazionale ciao, ripresa come ritornello e con battito di mani, nelle versioni e negli arrangiamenti più diversi. Una canzone mito, diventata dominio giovanile dopo essere stata colonna sonora della serie televisiva cult La casa di Carta. Fenomeno pop socialmediatico che non annulla anzi amplifica la sua coscienza politica. Due anni fa Bella ciao, con sabotaggio coraggioso, venne trasmessa dai minareti di Smirne e la canzone con la giovane che osò postarne l'evento, dovettero subire un processo rischiando la prigione, e oggi è anche un canto di riscatto di un popolo esule senza patria come quello armeno. In Italia assurdamente canzone divisiva, per cattiva coscienza di memoria storica. Bella ciao, per la libertà sarà pure un puzzle un po' confuso nel montaggio, resta una bella ideale bandiera col rosso colore della passione . (Antonio Miredi)
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