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Presentato Fuori Concorso, il film di Tippett rappresenta un'esplorazione ininterrotta di un mondo partorito in un recesso incognito, tra ombre e silenzi, ed un mostro ad attendere ad ogni svolta
di Antonio D'Onofrio Sentieri Selvaggi
L'universo malato immaginato dal vincitore del Vision Award di questa edizione di Locarno, Phil Tippett, completato dopo una gestazione trentennale, rasenta la perfezione nella sua complessità, espone un lavoro certosino compiuto sugli elementi, siano uomini, mostri o macchine, perdute dentro un groviglio materico dove tutto si muove, ruota e pulsa sotto il rumore dei passi di un assassino. Labirinto artigianale di forme, scolpite da mano umana, da incrociare con gli ultimi ritrovati della tecnica, in una combinazione di forte impatto visivo. [...]
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