Raffaele Meale
Quinlan
Ci sono un paio di verità svelate da Robert Zemeckis nei primi minuti de Le streghe, secondo adattamento del geniale racconto di Roald Dahl dopo quello che nel 1990 portò a termine Nicolas Roeg. Un paio di verità che con la loro forza sbaragliano il campo tanto dalle agghiaccianti discussioni sollevate riguardo la presunta messa alla berlina dei portatori di handicap - la si riporta qui solo per sottolineare la mediocrità devastante dell'oggi, in cui il dibattito sulla rappresentazione ha raggiunto un livello così basso da non saper più distinguere tra il potere mitopoietico e ancestrale del deforme (e della sproporzione) e l'attacco contro il diverso in ogni sua accezione - quanto dalla dolorosa accettazione dell'impossibilità di godere sul grande schermo in Italia della ventesima regia di Zemeckis, la prima a tornare a muoversi nel campo del fantastico a undici anni di distanza da A Christmas Carol, che metteva la parola fine sulla trilogia del "performance capture", composta anche da Polar Express e La leggenda di Beowulf. [...]
di Raffaele Meale, articolo completo (8131 caratteri spazi inclusi) su Quinlan 16 novembre 2020