fabiofeli
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giovedì 26 settembre 2019
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riti sotto indagine scientifica
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Corine (Cécile de France) raccoglie suoni di riti e canzoni di popolazioni di tutto il mondo. E’ nel tunnel di un lutto che non riesce ad elaborare: ha perso il marito, Paul, un violoncellista e pianista; lo seguiva ovunque nel suo lavoro di musicista. Frastornata, accetta l’incarico di recarsi in Mongolia per raccogliere la registrazione di una seduta sciamanica. Il viaggio con l’interprete è lungo, verso luoghi sempre più solitari. I doni, che l’interprete suggerisce di portare, sono alcoolici, sigarette e biscotti “per gli spiriti” che dovranno aiutare la sciamana nella seduta.
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Corine (Cécile de France) raccoglie suoni di riti e canzoni di popolazioni di tutto il mondo. E’ nel tunnel di un lutto che non riesce ad elaborare: ha perso il marito, Paul, un violoncellista e pianista; lo seguiva ovunque nel suo lavoro di musicista. Frastornata, accetta l’incarico di recarsi in Mongolia per raccogliere la registrazione di una seduta sciamanica. Il viaggio con l’interprete è lungo, verso luoghi sempre più solitari. I doni, che l’interprete suggerisce di portare, sono alcoolici, sigarette e biscotti “per gli spiriti” che dovranno aiutare la sciamana nella seduta. Corine e la sciamana Oyun si studiano a lungo; la seduta ha inizio con gli omaggi agli spiriti del cielo, dell’acqua e della terra. Quando la sciamana comincia a battere sul tamburo con tocchi sempre più ravvicinati e forti Corine va in preda ad un forte tremito e cade in trance. Oyun interrompe la seduta e comunica allarmata all’interprete che Corine ha una forte predisposizione per lo sciamanesimo e che durante la seduta “il suo spirito avrebbe potuto perdere il contatto col suo corpo, senza riuscire a trovare più la strada del ritorno”. Corine, sicura che il rito sia stato una finzione, parte fortemente irritata con Oyun e l’interprete; ma Oyun afferma che Corine ritornerà per proseguire l’apprendistato come sciamana …
La storia ha sviluppi che non riveliamo: è quella che Corine Simbrun racconta ai neuroscienziati che stanno studiando il suo caso con l’ausilio di moderne apparecchiature scientifiche. Aggiungiamo solo quanto affermano gli studiosi sulla pubblicazione antropologica Il Volo dello Sciamano (Autori Vari – De Luca Editori d’arte – 2002). Il fenomeno della esperienza dello sciamano consisterebbe nell’ascesa mistica al Cielo o la discesa agli Inferi dell’operatore rituale: il “volo” permetterebbe di tornare indietro nel tempo, individuando, ad esempio, le cause dell’insorgere di una malattia di una persona coinvolta nel rito, con la possibilità di curarla al ritorno del viaggio del sensitivo. Gli sciamani si identificano in un certo animale del loro contesto geografico e vestono un abbigliamento adeguato, con calzature necessarie per il “viaggio”, specchi, cappuccio che copre volto e occhi, e altri simboli: gli strumenti sonori per raggiungere la trance mistica sono lo scacciapensieri per lo “sciamano a piedi”, meno dotato, e un grosso tamburo da percuotere ossessivamente per “lo sciamano a cavallo”, più potente e capace. Nel film si rimane affascinati dalle immagini di paesaggi primaverili poco antropizzati di rara bellezza: giochi dei bambini con vesti variopinte, i cavalli al galoppo al tramonto, le feste. I rituali incantano e a volte suscitano una sensazione a noi familiare, come quella del metodo, indicato dalla sciamana Oyun, per elaborare il tragico lutto di Corine: accendere tutti i fiammiferi di una scatola sotto un albero sacro. Si ravvisa per analogia un rito a noi vicino e più articolato, come l’accensione di candele nei luoghi sacri, accompagnato dalla preghiera alla Divinità per la benevola intercessione ai propri congiunti. Riuscite a trovare una analogia del rito sciamanico nell’assurdo “sballo” con sostanze psicotrope e percussioni ossessive nelle discoteche, odierni templi pagani del divertimento? Noi quasi nessuna. Le note di un violoncello che concludono il film, molto bello, sono un balsamo pacificante.
Valutazione ****
FabioFeli
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peer gynt
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venerdì 30 agosto 2019
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alla scoperta dell'altrove
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Suggestiva e coinvolgente ricostruzione dell’esperienza dell’etnomusicologa francese Corine Sombrun che, per superare il lutto della morte dell’amato marito, si reca in Mongolia per registrare il sonoro di un documentario e scopre casualmente di possedere rilevanti doti sciamaniche. Ben narrato, ben montato e ben recitato, il film s’interroga con sguardo aperto sull’esistenza di un mondo più grande di quello che conosciamo, approfondendo anche il rapporto intenso, ma spesso dimenticato, che ci lega col mondo animale e con la natura. Con capacità di attingere, per qualche scena, anche al cinema di genere (l’horror, ovviamente), Fabienne Berthau riesce ad essere sempre credibile e mai banale, trascinando lo spettatore con sé in un viaggio nei territori dell’Altrove e dell’Aldilà.
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Suggestiva e coinvolgente ricostruzione dell’esperienza dell’etnomusicologa francese Corine Sombrun che, per superare il lutto della morte dell’amato marito, si reca in Mongolia per registrare il sonoro di un documentario e scopre casualmente di possedere rilevanti doti sciamaniche. Ben narrato, ben montato e ben recitato, il film s’interroga con sguardo aperto sull’esistenza di un mondo più grande di quello che conosciamo, approfondendo anche il rapporto intenso, ma spesso dimenticato, che ci lega col mondo animale e con la natura. Con capacità di attingere, per qualche scena, anche al cinema di genere (l’horror, ovviamente), Fabienne Berthau riesce ad essere sempre credibile e mai banale, trascinando lo spettatore con sé in un viaggio nei territori dell’Altrove e dell’Aldilà. Inoltre riesce, con la sua conoscenza del cinema documentario (fonte, per sua stessa ammissione, il cinema del regista armeno Artavazd Pelesjan), a far dialogare in modo efficace gli ampi spazi della piana mongolica e lo spazio denso e chiuso della tenda della sciamana, dove avviene la cerimonia iniziatica della protagonista. Brava infine Cecile De France a vestire i panni di Corine con ricchezza di immedesimazione. Un film da vedere e da gustare.
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