mr.rizzus
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martedì 9 febbraio 2021
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bellissimo
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mr.rizzus
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lunedì 8 febbraio 2021
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wow
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wolvie
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lunedì 17 febbraio 2020
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una escape room di noia
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Gruppo eterogeneo di persone viene invitato persuasivamente a partecipare ad una escape room misteriosa, che infatti si trasforma in una letale minaccia di morte. Ciascuno ha una tragedia nel suo passato che si rivelerà mano a mano che il gioco al massacro si manifesta.
Peccato che non ci sia neppure il gusto della ricerca del nesso logico: se le motivazioni sono alla "Hostel", il gioco alla "Saw" non dà nessun impulso catartico o di mistery. Vengono semplicemente richiamati i meccanismi basici, uniti da una concausa finale che mette in ridicolo la sospensione dell' incredulità da parte dello spettatore.
Prodotto derivativo che saccheggia idee anche da "Quella Casa Nel Bosco", ma senza nessuna idea rivelatrice.
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Gruppo eterogeneo di persone viene invitato persuasivamente a partecipare ad una escape room misteriosa, che infatti si trasforma in una letale minaccia di morte. Ciascuno ha una tragedia nel suo passato che si rivelerà mano a mano che il gioco al massacro si manifesta.
Peccato che non ci sia neppure il gusto della ricerca del nesso logico: se le motivazioni sono alla "Hostel", il gioco alla "Saw" non dà nessun impulso catartico o di mistery. Vengono semplicemente richiamati i meccanismi basici, uniti da una concausa finale che mette in ridicolo la sospensione dell' incredulità da parte dello spettatore.
Prodotto derivativo che saccheggia idee anche da "Quella Casa Nel Bosco", ma senza nessuna idea rivelatrice. Mediocrità assoluta.
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jl
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giovedì 25 aprile 2019
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le vie della fuga
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Mutuando l’idea di SAW – L’Enigmista e aggiungendovi componenti essenziali di The game di David Fincher, e Cube – Il cubo, successo del 1997 firmato dall’Italo - canadese Vincenzo Natali, il regista americano Adam Robitel, anch’egli in perenne bilico fra horror e fantascienza, riesce nell’impresa di spaventare con un gioco di gruppo che va attualmente per la maggiore e nel quale solo la logica applicata al lavoro di squadra può portare alla fuga dall’Escape Room. Nemmeno un premio finale di molte migliaia di dollari rappresenta però la componente principale di una serata trascorsa fra indizi e combinazioni da indovinare, perché per ognuno dei sei prigionieri presenti nulla è lasciato al caso e tutti riusciranno a capire immediatamente come ogni indizio disseminato lungo il percorso che li porterà a morte quasi certa è disegnato esattamente per loro.
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Mutuando l’idea di SAW – L’Enigmista e aggiungendovi componenti essenziali di The game di David Fincher, e Cube – Il cubo, successo del 1997 firmato dall’Italo - canadese Vincenzo Natali, il regista americano Adam Robitel, anch’egli in perenne bilico fra horror e fantascienza, riesce nell’impresa di spaventare con un gioco di gruppo che va attualmente per la maggiore e nel quale solo la logica applicata al lavoro di squadra può portare alla fuga dall’Escape Room. Nemmeno un premio finale di molte migliaia di dollari rappresenta però la componente principale di una serata trascorsa fra indizi e combinazioni da indovinare, perché per ognuno dei sei prigionieri presenti nulla è lasciato al caso e tutti riusciranno a capire immediatamente come ogni indizio disseminato lungo il percorso che li porterà a morte quasi certa è disegnato esattamente per loro. Il prodotto, per il quale è già in rampa di lancio un sequel introdotto da un finale aperto, funziona grazie a un ritmo serrato esattamente come le riprese claustrofobiche che lo contraddistinguono e non certo grazie all’abilità degli attori che svolgono semplicemente il loro compito senza particolari sussulti. Il tutto mentre l’epopea del sadico pupazzo sul triciclo Jigsaw, arrivata all’ottavo episodio, pare aver ormai esaurito una linfa vitale che progressivamente è andata affievolendosi ma che può essere prontamente sostituita da questa nuova possibile serie di film creata grazie a poche idee applicate ad un‘attenta visione dei classici del genere. Piacerà molto a chi è legato ad un mondo del cinema horror sadico e da palpitazioni al cuore ultra veloci. Consigliamo di astenersi a tutti gli altri.
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jl
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sabato 13 aprile 2019
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fuggire per sopravvivere
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Mutuando l’idea di SAW – L’Enigmista e aggiungendovi componenti essenziali di The game di David Fincher, e Cube – Il cubo, successo del 1997 firmato dall’Italo - canadese Vincenzo Natali, il regista americano Adam Robitel, anch’egli in perenne bilico fra horror e fantascienza, riesce nell’impresa di spaventare con un gioco di gruppo che va attualmente per la maggiore e nel quale solo la logica applicata al lavoro di squadra può portare alla fuga dall’Escape Room.
Nemmeno un premio finale di molte migliaia di dollari rappresenta però la componente principale di una serata trascorsa fra indizi e combinazioni da indovinare, perché per ognuno dei sei prigionieri presenti nulla è lasciato al caso e tutti riusciranno a capire immediatamente come ogni indizio disseminato lungo il percorso che li porterà a morte quasi certa è disegnato esattamente per loro.
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Mutuando l’idea di SAW – L’Enigmista e aggiungendovi componenti essenziali di The game di David Fincher, e Cube – Il cubo, successo del 1997 firmato dall’Italo - canadese Vincenzo Natali, il regista americano Adam Robitel, anch’egli in perenne bilico fra horror e fantascienza, riesce nell’impresa di spaventare con un gioco di gruppo che va attualmente per la maggiore e nel quale solo la logica applicata al lavoro di squadra può portare alla fuga dall’Escape Room.
Nemmeno un premio finale di molte migliaia di dollari rappresenta però la componente principale di una serata trascorsa fra indizi e combinazioni da indovinare, perché per ognuno dei sei prigionieri presenti nulla è lasciato al caso e tutti riusciranno a capire immediatamente come ogni indizio disseminato lungo il percorso che li porterà a morte quasi certa è disegnato esattamente per loro.
Il prodotto, per il quale è già in rampa di lancio un sequel introdotto da un finale aperto, funziona grazie a un ritmo serrato esattamente come le riprese claustrofobiche che lo contraddistinguono e non certo grazie all’abilità degli attori che svolgono semplicemente il loro compito senza particolari sussulti.
Il tutto mentre l’epopea del sadico pupazzo sul triciclo Jigsaw, arrivata all’ottavo episodio, pare aver ormai esaurito una linfa vitale che progressivamente è andata affievolendosi ma che può essere prontamente sostituita da questa nuova possibile serie di film creata grazie a poche idee applicate ad un‘attenta visione dei classici del genere. Piacerà molto a chi è legato ad un mondo del cinema horror sadico e da palpitazioni al cuore ultra veloci. Consigliamo di astenersi a tutti gli altri.
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dulkir
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martedì 19 marzo 2019
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ci risiamo...
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Il film è di quelli già visti...saw...the cube...questo però non ha nulla a che vedere con il primo citato se non per il fatto che quasi sicuramente seguiranno un o più film che possono solamente peggiorare un qualcosa che già di per sé terribile...
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stramonio70
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lunedì 18 marzo 2019
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occasione sprecata
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Il film sembra un incrocio tra "Saw - L'enigmista" del 2004 e "Cube - Il cubo" del 1997. Circa il 90% delle idee è preso da queste due pellicole. Ora, questo non sarebbe un problema visto che si tratta di due film molto belli e avvincenti, purtoppo però questo "Escape Room" è il classico film indirizzato ad un pubblico di teenagers, con personaggi bidimensionali e dialoghi di una banalità sconcertante. La mediocre regia quindi avendo puntato su questo target di spettatori rinuncia a fare un film per adulti e rimane su livelli veramente bassi, sfruttando malissimo le potenzialità che una storia così intrigante e claustrofofica poteva invece avere.
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Il film sembra un incrocio tra "Saw - L'enigmista" del 2004 e "Cube - Il cubo" del 1997. Circa il 90% delle idee è preso da queste due pellicole. Ora, questo non sarebbe un problema visto che si tratta di due film molto belli e avvincenti, purtoppo però questo "Escape Room" è il classico film indirizzato ad un pubblico di teenagers, con personaggi bidimensionali e dialoghi di una banalità sconcertante. La mediocre regia quindi avendo puntato su questo target di spettatori rinuncia a fare un film per adulti e rimane su livelli veramente bassi, sfruttando malissimo le potenzialità che una storia così intrigante e claustrofofica poteva invece avere. I personaggi sono veramente scialbi e irritanti, interpretati da attori (televisivi) sconosciuti (l'unica faccia nota è Deborah Ann Woll di "True blood" e "Daredevil") e la cui recitazione è ben al di sotto della sufficienza. Anche la sceneggiatura ha dei difetti enormi. La risoluzione degli enigmi è davvero risibile e i flashback sono quasi tutti inutili o mal gestiti nel corso della narrazione. Ma quello che ci si chiede dopo la visione del film è: perché ambientare una storia del genere ai giorni nostri? Nel film manca totalmente quella che si chiama sospensione dell'incredulità. Se si fosse puntato più sull'aspetto fantascientifico e meno su quello thriller le enormi incongruenze presenti nella vicenda sarebbero sicuramente passate in secondo piano. Non si può ambientare una storia simile ai giorni nostri e farci credere che in un palazzo in pieno centro cittadino siano state ricreate prima e smontate dopo le varie escape room presenti nel film. Per concludere il film non mi è piaciuto, non merita di essere stroncato ma ci sono episodi della serie distopica "Black Mirror" che sono molto, ma molto meglio di questa roba.
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cesareded�
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lunedì 18 marzo 2019
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filmaccio - spoiler
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Per prima cosa è totalmente sbagliata la psicologia del film. Un film su un escape room dovrebbe essere incentrato sugli enigmi, il modo di risolverli e su personaggi che abbiano un nesso con l'intelligienza.
Inoltre, un film sull' escape room dovrebbe far vedere la risoluzione degli enigmi, invece in questo film ogni volta vengono azionati i comandi sbagliati.
Pessimo ed insulso il nesso tra i personaggi.
Tensione pari a zero.
Originalità pari a zero.
Spero che chi ha visto questo si rifiuti di vedere il sequel.
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flaw54
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domenica 17 marzo 2019
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senza senso
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Film senza alcun significato, visto e rivisto. La tensione è scarsissima, mentre la recitazione è da...... brividi. Ma perché insistono a fare film sempre uguali? L'originalità ormai è solo un'utopia
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taty23
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venerdì 15 marzo 2019
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escape room, un gioco che diventa un incubo
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Una puzzle box rappresenta l’invito esclusivo per partecipare all’Escape Room più immersiva di sempre, il vincitore otterrà un premio in denaro.
Sei sconosciuti, di genere, età, estrazione sociale differente si ritroveranno a partecipare insieme a questo gioco. Tutto sembra andare perfettamente finché il gruppo non capirà di essere finito in una trappola mortale dove il vero premio è riuscire a sopravvivere.
Escape Room, una via d’uscita o la fine del gioco?
Ultimamente il gioco dell’Escape Room sta prendendo sempre più piede non solo in Giappone, ma anche negli Stati Uniti e in Italia.
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Una puzzle box rappresenta l’invito esclusivo per partecipare all’Escape Room più immersiva di sempre, il vincitore otterrà un premio in denaro.
Sei sconosciuti, di genere, età, estrazione sociale differente si ritroveranno a partecipare insieme a questo gioco. Tutto sembra andare perfettamente finché il gruppo non capirà di essere finito in una trappola mortale dove il vero premio è riuscire a sopravvivere.
Escape Room, una via d’uscita o la fine del gioco?
Ultimamente il gioco dell’Escape Room sta prendendo sempre più piede non solo in Giappone, ma anche negli Stati Uniti e in Italia. Lo scopo del gioco è riuscire a trovare la via d’uscita in una stanza a tema (ce ne sono di tutti i tipi) risolvendo indovinelli, rompicapi ed utilizzando i vari elementi o oggetti che la stanza contiene. Il tutto nel limite di tempo di 60 minuti.
Da qui prende spunto il film thriller horror Escape Room. L’idea sulla carta risultava molto interessante, però lo sviluppo della pellicola si perde creando un misto di cose già viste, ispirate prevalentemente alla struttura di film come The Cube o la saga di Saw – l’enigmista. Se dietro a queste due saghe, soprattutto in quella di Saw, alla fine si aveva un antagonista concreto con uno scopo, in Escape Room la grande mancanza è un nemico non analizzato nel migliore dei modi ed un finale un po’ improbabile impregnato di sadico voyerismo; più funzionale ad aprire nuovi scenari al futuro sequel che alla chiusura del film in sé.
Interessante invece la ricostruzione delle sale con i vari enigmi proposti e l’uscita di scena dei personaggi non caratterizzata dal solito splatter, elementi che riescono a creare tensione ed attesa nello spettatore.
Danno il volto alla maggior parte dei protagonisti alcuni attori di serie TV, il nome più noto è quello di Deborah Ann Woll (Daredevil).
Uno dei punti focali del film rimane l’analisi delle varie dinamiche tra i personaggi, che interagiscono in modo inaspettato tra loro attraverso la creazione di un team obbligato.
Il desiderio di sopravvivenza innescherà reazioni che riveleranno il lato più oscuro di ognuno di loro e si verranno a scoprire anche le varie storie personali, alcune più stereotipate di altre.
In conclusione
Il film Escape Room è un thriller horror che porta sullo schermo una storia con tantissimo potenziale, ma che non riesce ad avere quel qualcosa in più per risplendere tra le pellicole del genere. Si spera in una struttura meglio articolata per il sequel già confermato e in programma per il 2020.
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