Come ogni buon film che prende spunto da fatti e personaggi realmente esistiti siamo in presenza di alcune libertà da parte della sceneggiatura. Infatti, pur trattandosi di una storia vera nel contempo in alcune parti il film è frutto della fantasia del regista. Ad esempio la presenza femminile di Elena e la mancanza di riferimenti alle figure di Don Giussiani e Padre Motta quali fondatori dell’ Oscar insieme a Don Ghetti. Nessuno nega la presenza di Don Barbareschi che all’epoca era un seminarista e si accodò all’ opera dei sacerdoti che ho citato.
Mancano pure i riferimenti ai rapporti positivi che ebbeperro le Aquile Randagie con gli appartenenti alla Guardia di Finanza durante i campi in Val Codera.
Suggerisco di non confondere " alcune fantasie " o una narrazione parziale con la verità storica . Non stiamo parlando di un documentario storico . Sicuramente questo film ha il grande merito di fare conoscere una storia accaduta realmente. Discorso diverso per gli " addetti ai lavori " ( capi e adulti scout, storici, appassionati di storia, centri studi ecc ) ovvero coloro che in altri contesti e utilizzando strumenti diversi hanno il compito di tramandare la storia dello scautismo. Immagino che questi ultimi quali hanno certamente qualcosa da obbiettare nei confronti di un film al quale viene attribuita una completa vericidità storica . Un pò come accade quando si parla di storia dello scautismo nei confronti degli adulti utilizzando un fumetto. Andrebbe chiarito ( almeno nei titoli a conclusione del film) che pur basandosi su fatti e personaggi realmente esistiti è in parte frutto della elaborazione, fantasia, adattamento della regia .
Come già detto Il film nella sua essenza parla di una storia vera che ha coinvolto una parte eroica, seppur veramente minoritaria, della gioventù in Italia. In questo quadro di insieme emergono le grandi figure di quei capi come Giulio Cesare Uccellini ( Kelly) e Don Ghetti ( Baden ) i quali in un momento difficile seppero andare contro corrente. Aggiungo inoltre che comparando il vissuto delle Aquile Randagie con quella di altre realtà scout clandestine ritengo le prime il massimo ( vero ? ) esempio di scautismo clandestino fondamentalmente per due motivi : 1) hanno avuto continuità ( dal 1928 al 1945 ; 2) hanno applicato il metodo scout a favore dei ragazzi attraverso la vita all'aria aperta, le tecniche, la vita di squadriglia ecc . Le " altre forme " di scoutismo clandestino non hanno avuto la stessa valenza educativa dimostrata da Kelly e da Baden . Massimo rispetto per le altre forme di scautismo clandestino ma. .dobbiamo saper valutare " dando a Cesare ( uccellini ? ) cio che è di Cesare " .
Una buona parte del film si basa sulla narrazione di quanto vissuto dalle Aquile Randagie dopo l’8 Settembre 1943 ( l’armistizio, la guerra civile, l’aiuto ai rifugiati, la liberazione ecc ) quali membri della resistenza all’interno dell’Oscar . La storia dimostra che il vissuto di Don Ghetti e di Giulio Uccellini fu improntato sulla carità cristiana, sull’aiuto ai rifugiati senza alcuna connotazione ideologica.
Al di là del film. Per completare il quadro storico un discorso, un approfondimento a parte meriterebbe l’analisi di quanti pur essendo scout al momento dello scioglimento aderirono volontariamente alle organizzazioni giovanili fasciste . Lo stesso dicasi per quanto riguarda l’ iniziale apprezzamento che Baden-Powell ebbe nei confronti di Mussolini e dell’ Onb . Si tratta di aspetti poco o per niente trattati da parte degli addetti ai lavori e all’interno dello scautismo.
Una corrente storiografica presente all’interno dello scautismo si sta chiedendo se sono esistiti in parallelo agli scout antifascisti anche quelli fascisti . In una tesi universitaria ci si è arrivati a chiedere se è esistito uno scautismo in camicia nera . Un po’ come è accaduto in quel periodo storico all’interno della chiesa cattolica che ha visto la presenza dei cattolici antifascisti ( all’epoca una esigua minoranza ) in parallelo alla presenza dei cattolici fascisti. Per inciso la frase “ fedeli e ribelli “ non fu mai pronunciata da Giulio Uccellini ( si tratta di una frase coniata da Emanuele Locatelli - l'organizzatore del tour sulle Aquile Randagie - per sua stessa ammissione ) e della stessa frase “ un giorno in più del fascismo “ non si trova traccia nella bibliografia scout ( libri, riviste ecc ) pubblicate fino a tutti gli anni novanta del secolo scorso quando i protagonisti di questa storia ( in primis Giulio Uccellini e Don Ghetti ) erano ancora in vita.
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