wolvie
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domenica 15 novembre 2020
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sam spade aka peter north
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A L.A pupazzi e umani convivono più o meno pacificamente, anche se i pupazzi sono considerati sotto specie, quindi inferiori.
Un ex poliziotto pupazzo, Phil Phillips, indaga su una catena di omicidi di pupazzi, coadiuvato suo malgrado dalla ex collega umana (quasi !!!) Connie Edwards.
Brian Henson ci riprova in questo ibrido tra noir e comicità irriverente, con la novità di riempire il film di espliciti riferimenti sessuali pupazzoidi che sfociano addirittura in una super eiaculazione di Phillips.
Un prodotto risibile, con un plot noir (cherchez la femme) che si rende visibile, ma niente di più.
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r.a.f.
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venerdì 20 settembre 2019
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un film di cui non si sentiva il bisogno
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Una detective della polizia di Los Angeles indaga insieme ad un investigatore privato, suo ex collega, su una serie di delitti che sembrano tutti opera dello stesso omicida. Si potrebbe pensare ad un sofisticato noir in stile Philip Marlowe, ma saremmo decisamente fuori strada. Perché la poliziotta ha l’improbabile fisicità di Melissa McCarthy mentre l’investigatore e le vittime sono pupazzi. Siamo quindi di fronte all’ennesimo esperimento di fusione tra personaggi animati e attori in carne ed ossa. Potrebbe essere divertente.
Solo che siamo lontani mille miglia dalla raffinata ironia di Zemeckis e dalle curve sinuose, ma mai volgari, di Jessica Rabbit, e i grotteschi pupazzi che popolano questo film imbarazzante non sono nemmeno lontani parenti dei Muppets, pur essendo figli dello stesso padre.
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Una detective della polizia di Los Angeles indaga insieme ad un investigatore privato, suo ex collega, su una serie di delitti che sembrano tutti opera dello stesso omicida. Si potrebbe pensare ad un sofisticato noir in stile Philip Marlowe, ma saremmo decisamente fuori strada. Perché la poliziotta ha l’improbabile fisicità di Melissa McCarthy mentre l’investigatore e le vittime sono pupazzi. Siamo quindi di fronte all’ennesimo esperimento di fusione tra personaggi animati e attori in carne ed ossa. Potrebbe essere divertente.
Solo che siamo lontani mille miglia dalla raffinata ironia di Zemeckis e dalle curve sinuose, ma mai volgari, di Jessica Rabbit, e i grotteschi pupazzi che popolano questo film imbarazzante non sono nemmeno lontani parenti dei Muppets, pur essendo figli dello stesso padre. Qui abbonda un umorismo greve e ben poco divertente, anche volendo considerarlo demenziale o parodistico, infarcito di doppi sensi di bassa lega e condito da scene di una volgarità inutile quanto, a tratti, disgustosa.
Peccato per l’occasione sprecata, perché il regista ci aveva regalato perle come Labyrinth e Festa in casa Muppet, e sicuramente la simpatia della McCarthy avrebbe meritato qualcosa di più di questo film assolutamente senza gloria. L’unica stella è per il suo impegno e soprattutto per il coraggio.
Godibili i titoli di coda e particolarmente graditi perché arrivano dopo poco più di un’ora.
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