lu pichi
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sabato 3 maggio 2025
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bello. film che racconta i tempi che viviamo
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Mi piace come Ligabue s'interessa dei tempi in cui viviamo, sarà per il suo passato da ragioniere comunque con questo film fa centro, ne capisce più lui che molti politici e francamente non l'avrei detto, bello il passaggio in cui Accorsi (Riko) dice: "mi fanno preoccupare per lo spread e non so nemmeno che cos'è" be è proprio vero quando ci dissero dello spread nessuno sapeva che significasse ad ogni modo il film è pieno di moralismo come è solito vedere nei film del Liga però la storia mi piace e a mio avviso rispecchia bene i nostri tempi. La regia di Ligabue impeccabile, onesta, mai sopra le righe ma sempre corretta. Bravi gli attori.
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Mi piace come Ligabue s'interessa dei tempi in cui viviamo, sarà per il suo passato da ragioniere comunque con questo film fa centro, ne capisce più lui che molti politici e francamente non l'avrei detto, bello il passaggio in cui Accorsi (Riko) dice: "mi fanno preoccupare per lo spread e non so nemmeno che cos'è" be è proprio vero quando ci dissero dello spread nessuno sapeva che significasse ad ogni modo il film è pieno di moralismo come è solito vedere nei film del Liga però la storia mi piace e a mio avviso rispecchia bene i nostri tempi. La regia di Ligabue impeccabile, onesta, mai sopra le righe ma sempre corretta. Bravi gli attori.
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alessandro de felice
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sabato 19 giugno 2021
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meglio se canta…
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Ligabue fa un po' di tutto ormai: canta,scrive libri, dirige film ( tratti da suoi lavori)...ma mica detto che tutto gli riesca bene. Qui abbiamo l 'ennesimo film con due attori che sono una garanzia ( se ci son loro certamente non si riderà) e con una tematica( neo neo realista) che lascian pochi dubbi. I drammi di una famiglia alle prese con i quotidiani problemi per (soprav)vivere in un mondo sempre più spietato e cinico. Ne esce un'opera piuttosto debole dal punto di vista sceneggiativo ( tutto telefonato ciò che succede), meno per quel che riguarda le interpretazioni ( anche se di maniera). Fortunatamente il finale ( sempre nerissimo in molti film italiani) lascia una speranza.
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Ligabue fa un po' di tutto ormai: canta,scrive libri, dirige film ( tratti da suoi lavori)...ma mica detto che tutto gli riesca bene. Qui abbiamo l 'ennesimo film con due attori che sono una garanzia ( se ci son loro certamente non si riderà) e con una tematica( neo neo realista) che lascian pochi dubbi. I drammi di una famiglia alle prese con i quotidiani problemi per (soprav)vivere in un mondo sempre più spietato e cinico. Ne esce un'opera piuttosto debole dal punto di vista sceneggiativo ( tutto telefonato ciò che succede), meno per quel che riguarda le interpretazioni ( anche se di maniera). Fortunatamente il finale ( sempre nerissimo in molti film italiani) lascia una speranza...e quindi speriamo in un prossimo film più fortunato anche per Ligabue.
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pinkmoon
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domenica 11 ottobre 2020
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altri tempi quelli di radio freccia
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E' molto triste, dopo aver vissuto Radio Freccia, assistere ad un Luciano Ligabue con Made in Italy. Le sue canzoni non sono neanche un vecchio ricordo, le altre musiche della colonna sonora accompagnano in modo sbagliato dei tristi giochetti a riempitivo, eccetto brevi e rare occasioni, il film resta molto lontano dal toccare le corde emotive dello spettatore limitandosi ad un superficiale mordi e fuggi che lascia solo delusi. Chi ha visto Radio Freccia si fermi li e chi non lo ha visto lo guardi e si fermi li.
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felicity
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martedì 19 marzo 2019
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conciliante, ripetitivo, prevedibile e moralista
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Il problema in Made in Italy sono i personaggi, sempre in bilico tra il lezioso e l’esasperazione, alcuni snodi narrativi o, ancora, i risvolti grotteschi prodotti dalla depressione in cui piomba Riko dopo essere stato licenziato.
Non manca nemmeno il pranzo a casa del collega indiano perfettamente integrato di Riko a insegnarci come ciò che un normale italiano è fonte di insofferenza e di lamenti per altri è il raggiungimento di un traguardo.
Un film prevedibile e alcune soluzioni narrative lasciano piuttosto interdetti.
Ligabue racconta un mondo che conosce bene e porta in sala la precarietà economica ed esistenziale di persone perbene che vivono in “un bel paese che va in vacca”.
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Il problema in Made in Italy sono i personaggi, sempre in bilico tra il lezioso e l’esasperazione, alcuni snodi narrativi o, ancora, i risvolti grotteschi prodotti dalla depressione in cui piomba Riko dopo essere stato licenziato.
Non manca nemmeno il pranzo a casa del collega indiano perfettamente integrato di Riko a insegnarci come ciò che un normale italiano è fonte di insofferenza e di lamenti per altri è il raggiungimento di un traguardo.
Un film prevedibile e alcune soluzioni narrative lasciano piuttosto interdetti.
Ligabue racconta un mondo che conosce bene e porta in sala la precarietà economica ed esistenziale di persone perbene che vivono in “un bel paese che va in vacca”.
Ma non basta questo e all’opera matura si preferisce la leggerezza e l’inconsapevolezza tipica della “beata gioventù”.
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vepra81
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venerdì 4 gennaio 2019
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ognuno il suo mestiere
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direi che non ci siamo. Ligabue grande cantante ma non regista. Ci sono errori di sceneggiatura e montaggio che si vedono. Dialoghi soprattutto all inizio che non si legano. Tanta musica ma poca sostanza. Peccato davvero.
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marcos castillo
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mercoledì 19 dicembre 2018
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ricordo un film ma non il titolo, la regia e gli a
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Buona sera! Il mio amico vuole ricordare un film che accade a Roma prima e dopo la seconda guerra mondiale. È stato presentato in anteprima in Spagna negli anni 60. Un turista nordamericano arriva a Roma, si innamora e spesso si vede alle porte di un edificio religioso. Scoppia la guerra e deve partire per gli Stati Uniti de America per arruolarsi nell'esercito. Decidono di incontrarsi de novo quando tutto è finito. La guerra finisce e ritorna a la chiesa, o forse alla cattedrale. La ragazza non c'è, e quello che trova sono le rovine dell'edificio: poche colonne
Saluti!
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marcos castillo
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mercoledì 19 dicembre 2018
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ricordo un film, ma non il titolo, la regia e gli
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Buona sera!. Il mio amico vuole ricordare un film che accade a Roma prima e dopo la seconda guerra mondiale. È stato presentato in anteprima in Spagna negli anni 60. Un turista nordamericano arriva a Roma, si innamora e spesso si vede alle porte di un edificio religioso. Scoppia la guerra e deve partire per gli Stati Uniti de America, per arruolarsi nell'esercito. Decidano di incontrarsi di novo quando tutto è finito. La guerra finisce e ritorna a la chiesa, o forse alla cattedrale. La ragazza non c'è, e quello que trova sono le rovine dell'edificio: poche colonne.
Saluti!
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clscoach
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mercoledì 19 dicembre 2018
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decisamente gradevole
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Film che spesso sfiora i temi sociali attuali in modo leggermente superficiale, ma comunque riesce a commuovere, grazie a due grandissimi attori (Kasia migliora invecchiando, e ha un viso sempre piu' espressivo), e ad una rivelazione assoluta per me (Sciarrappa). Per una persona comune come me, che e' alla ricerca piu' dell'emozione che della bella ripresa, o del corretto piano sequenza, e non ha fastidio quando vede imitare metodi di narrazione, ma ama il finale dolceamaro, ma piu' tendente al dolce, questo e' un ottimo esempio. Potrebbe essere il sequel di Radiofreccia, se il protagonista fosse rimasto vivo, e mi piace pensarlo cosi'.
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diabolik
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domenica 17 giugno 2018
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liga sempre grande
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bentornato ligabue
al di sotto di radio freccia, ma con molteplici similitudini, a partire da una morte inseguita
il po la pianura padana l'economia e la vita degli abitanti che gira intorno al maiale e ne dipende
un film onesto e affettuoso coi personaggi, con la terra e con questa italia che costringe ad andarsene per sopravvivere (la citazione di pavese anche qua, ricorrente piu che mai oggi con la carovana dei ragazzi e ragazze che partono) ma dove si vuole tornare perchè coi difetti e lo schifo anche di qyesti giorni è 'casa'
bentornato anche stefano accorsi, che dopo aver cambiato vita ha lasciato la francia e lo si vede in diversi film, sempre con buone interpretazioni, qua ottima
meno la smutniak che ha fatto di meglio
inno alla normalità in cui riconoscersi, i riti i tic i sogni e le delusioni, una vita da mediano.
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bentornato ligabue
al di sotto di radio freccia, ma con molteplici similitudini, a partire da una morte inseguita
il po la pianura padana l'economia e la vita degli abitanti che gira intorno al maiale e ne dipende
un film onesto e affettuoso coi personaggi, con la terra e con questa italia che costringe ad andarsene per sopravvivere (la citazione di pavese anche qua, ricorrente piu che mai oggi con la carovana dei ragazzi e ragazze che partono) ma dove si vuole tornare perchè coi difetti e lo schifo anche di qyesti giorni è 'casa'
bentornato anche stefano accorsi, che dopo aver cambiato vita ha lasciato la francia e lo si vede in diversi film, sempre con buone interpretazioni, qua ottima
meno la smutniak che ha fatto di meglio
inno alla normalità in cui riconoscersi, i riti i tic i sogni e le delusioni, una vita da mediano....
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vittorio
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mercoledì 23 maggio 2018
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carino ma niente di piu'
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Lontano da Radio Freccia, molto lontano...il film è sicuramente piacevole, con punti commoventi, tutto velato da una profonda tristezza....Sinceramente mi aspettavo molto di piu'...
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