Made in Italy

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simosera92 sabato 27 gennaio 2018
un ritratto sbiadito di un'italia che sopravvive Valutazione 3 stelle su cinque
72%
No
28%

Luciano Ligabue torna nei panni di regista dopo 16 anni dal suo ultimo film. Più vicino a "Radiofreccia" che a "Da zero a dieci" Made in Italy è una dichiarazione d'amore frustato verso l'Italia come dichiarato più volte dallo stesso cantautore. Riko e Sara, interpretati rispettivamente da un'eccezionale Stefano Accorsi e da una sorprendente Kasia Smutniak sono i protagonisti di questo racconto tratto dall'ononimo concept album di Ligabue. Il film è fluido ma trova i suoi punti deboli proprio nella traslazione, a tratti forzata, dalle canzoni alle immagini dove Riko apprare a tratti inverosimilmente sfigato. Ligabue tira fuori il meglio della storia proprio nella parte iniziale e finale dove spicca una certa libertà nella scenaggiatura. [+]

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lucascialo sabato 12 maggio 2018
come sarebbe stata la vita di freccia? Valutazione 3 stelle su cinque
100%
No
0%

Come sarebbe stata la vita di Freccia se si fosse salvato dalle pere? Una domanda che i fan di Liga si sono posti poco dopo aver visto Radiofreccia, il primo fortunato film di Luciano Ligabue. Il quale, a distanza di vent'anni, ci fornisce una probabile risposta. Un quarantenne mai realmente maturato, con un lavoro da fabbrica ancora che detesta (sebbene il tipo di produzione sia diverso), un Paese e un Mondo che gli fanno schifo, infedele con la moglie, un padre che vorrebbe un figlio distaccato, voglia di scappare da una Correggio che gli sta ancora stretta. Anche se, come lui stesso disse in radio, "credo che da te non ci scappi neanche se sei Eddy Merckx".
I due film, sono uniti da una retta fatta da diverse similitudini. [+]

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flyanto lunedì 29 gennaio 2018
una coppia profondamente disillusa Valutazione 3 stelle su cinque
60%
No
40%

 Dopo circa 20 anni, ritorna alla regia e dunque nelle sale cinematografiche italiane, il cantante Luciano Ligabue con il film "Made in Italy", un ritratto quanto mai realistico di una coppia che vive in una cittadina della provincia emiliana. La coppia in questione è formata da individui di circa 40/45 anni, di modesta estrazione sociale e con un figlio adolescente con la passione per la regia che ambisce a frequentare il DAMS di Bologna. I due coniugi vivono un'esistenza ormai stanca in seguito a svariati avvenimenti e conseguenti delusioni che hanno contribuito a raffreddare di molto il loro rapporto, arrivando anche a tradirsi entrambi con altri partners. [+]

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freerider domenica 28 gennaio 2018
il film funziona bene e lascia un buon messaggio Valutazione 3 stelle su cinque
50%
No
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Diamo a Cesare quel che è di Cesare: Made in Italy non è (ovviamente) un film da concorso ma è un lavoro sentito a cui non manca sincerità, che funziona bene e che riesce anche a lasciare un messaggio positivo e incoraggiante.

Ligabue è partito col piede giusto innanzitutto ponendosi un obiettivo ragionevole e cioè puntando su un cinema che fa proprio della medietà il suo punto di forza, dove per medietà si intende grande popolarità degli interpreti, condivisibilità della storia, trasparenza dei significati e accessibilità del linguaggio filmico, in altre parole coscienza delle proprie potenzialità e assenza di presunzione. [+]

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frankpicci lunedì 29 gennaio 2018
dolce/amaro Valutazione 3 stelle su cinque
50%
No
50%

Devo dire che Ligabue "regista" non ha nulla da invidiare al Ligabue "cantante" . 
Grazie anche ad uno Stefano Accorsi sempre più convincente ed appassionante, Ligabue riesce a trasformare le sue ultime canzoni in un film che ti arriva allo stomaco, ti racconta la realtà con ruvida efficacia, mettendo a nudo le frustrazioni, le paure, i sogni, le ambizioni di ciascuno di noi, italiani, normali nel bene e nel male, pieni di contraddizioni ma anche di risorse, legati ad una terra (questo il leitmotiv del film Made in Italy) che spesso ti maltratta ma di cui non puoi fare a meno (come la casa di famiglia che non vuoi vendere), tanto magnetica da diventare irrinunciabile anche per lo straniero di turno. [+]

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annelise giovedì 1 febbraio 2018
l'amore malinconico per l'italia Valutazione 3 stelle su cinque
50%
No
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Film spontaneo che narra della provincia nebbiosa e laboriosa dell'Italia. Cattura i sentimenti rassegnati e malinconici del privato e del sociale. Esalta valori importanti della radice culturale emiliana quali l'amicizia,la solidarietà e l'attaccamento alle radici familiari. Rischia, forse, di essere  ridimensionato per la sua schiettezza, per il suo essere diretto, perchè esprime concetti "semplici" e concreti ma la voce dell'operaio Riko è veritiera,è disarmante per la sua ovvietà.

L'Italia che regala luci, colori e sguardi mozzafiato sui monumenti antichi è una patria  che nega il diritto di crescere socialmente, che  licenzia quando si ha  più di quarant'anni,che manda via i più giovani che hanno aspirazioni. [+]

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morello sabato 3 febbraio 2018
delusione Valutazione 2 stelle su cinque
50%
No
50%

Radio Freccia e Da zero a dieci mi erano piaciuti molto, e mi avevano lasciato qualcosa. Questo no. E' come se ne avesse scritto un pezzo alla volta durante 16anni e il risultato è un film slegato, scene e idee attaccate insieme con lo scotch, tentativi di scene underground alla Kusturica senza raggiungerne il livello, nessuna tensione, nessun trasporto.
La cosa più bella del film è il ballo di Accorsi sui titoli di testa

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felicity martedì 19 marzo 2019
conciliante, ripetitivo, prevedibile e moralista Valutazione 2 stelle su cinque
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Il problema in Made in Italy sono i personaggi, sempre in bilico tra il lezioso e l’esasperazione, alcuni snodi narrativi o, ancora, i risvolti grotteschi prodotti dalla depressione in cui piomba Riko dopo essere stato licenziato.
Non manca nemmeno il pranzo a casa del collega indiano perfettamente integrato di Riko a insegnarci come ciò che un normale italiano è fonte di insofferenza e di lamenti per altri è il raggiungimento di un traguardo.
Un film prevedibile e alcune soluzioni narrative lasciano piuttosto interdetti.
Ligabue racconta un mondo che conosce bene e porta in sala la precarietà economica ed esistenziale di persone perbene che vivono in “un bel paese che va in vacca”. [+]

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clscoach mercoledì 19 dicembre 2018
decisamente gradevole Valutazione 4 stelle su cinque
0%
No
100%

Film che spesso sfiora i temi sociali attuali in modo leggermente superficiale, ma comunque riesce a commuovere, grazie a due grandissimi attori (Kasia migliora invecchiando, e ha un viso sempre piu' espressivo), e ad una rivelazione assoluta per me (Sciarrappa). Per una persona comune come me, che e' alla ricerca piu' dell'emozione che della bella ripresa, o del corretto piano sequenza, e non ha fastidio quando vede imitare metodi di narrazione, ma ama il finale dolceamaro, ma piu' tendente al dolce, questo e' un ottimo esempio. Potrebbe essere il sequel di Radiofreccia, se il protagonista fosse rimasto vivo, e mi piace pensarlo cosi'.

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mercoledì 7 febbraio 2018
ottimi ingredienti lasciati troppo in cottura. Valutazione 2 stelle su cinque
25%
No
75%

Il terzo film del Liga è come un piatto con ottimi ingredienti ma cotto male: lascia il grande rammarico per ciò che sarebbe potuto essere e non è stato. Ligabue è uno dei più grandi narratori dei nostri tempi, ma anche i più grandi hanno dei limiti. La forza di belle scene, dialoghi efficaci e temi importanti trattati senza moralismo è quasi del tutto vanificata da una sceneggiatura che più che una urgenza creativa, tradisce una fretta che ha danneggiato l'opera. L'impressione, come lo era stata per Da zero a dieci, è che con l'affiancamento di uno sceneggiatore Ligabue avrebbe dato il giusto merito alle sue intenzioni narrative. Emblematica è la scelta sull'amante di Sara: un'inutile trovata che aggiunge un elemento ulteriore a tanti (forse troppi) elementi già di per sè sufficienti per sviluppare almeno due film. [+]

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