valterchiappa
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sabato 2 dicembre 2017
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a volte amare è difficile. ma ne vale la pena.
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Chi vorrà leggere una recensione di “Amori che non sanno stare al mondo” è forse meglio che cerchi un altro articolo.
Noi parleremo di Claudia. Perché l’abbiamo amata. E parleremo, anzi loderemo senza fine Lucia Mascino. Non è una questione tecnica, qui si parla di sentimento. Tale e talmente palpabile è l’amore viscerale che Lucia ha riversato sul suo personaggio, trasparente da ogni sguardo, da ogni espressione; tale è il potere, proprio dei grandi attori, di trasferire per osmosi su noi che guardiamo tutto quell’amore, che ogni altra considerazione passa necessariamente in second’ordine.
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Chi vorrà leggere una recensione di “Amori che non sanno stare al mondo” è forse meglio che cerchi un altro articolo.
Noi parleremo di Claudia. Perché l’abbiamo amata. E parleremo, anzi loderemo senza fine Lucia Mascino. Non è una questione tecnica, qui si parla di sentimento. Tale e talmente palpabile è l’amore viscerale che Lucia ha riversato sul suo personaggio, trasparente da ogni sguardo, da ogni espressione; tale è il potere, proprio dei grandi attori, di trasferire per osmosi su noi che guardiamo tutto quell’amore, che ogni altra considerazione passa necessariamente in second’ordine.
Claudia è esuberante, passionale, impulsiva, ansiosa, ipersensibile. Ama senza pensarci un secondo, non soffre ma “sta per morire”, si arrabbia, è felice, sviene, piange (tutte le notti). Ma Claudia è anche una guerriera, di quelle che non si arrendono mai. E se per le sue idee sguaina la spada, per difendere il suo amore si tuffa senza esitare in un oceano di sofferenza.
“Amori che non sanno stare al mondo” è la storia della sua affrancazione da quell’amore, anzi dall’amore, perché l’amore non può essere sostituito, ma solo metabolizzato.
Claudia (Lucia Mascino) a Flavio (Thomas Trabacchi) si amano. Ma amare Claudia è difficile. Perché lei vuole tutto. Altrimenti ti travolge con le sue domande. Flavio, posato e vanesio docente universitario e collega di Claudia, con lei si diverte. Ma alla fine, “per non soffrire più”, sceglie la strada più facile: farsi accalappiare da una giovane studentessa (Camilla Semino Favro) e ridurre le sue preoccupazioni alla tenuta degli addominali e alla durata delle performance. Claudia assilla una amica paziente (Carlotta Natoli), cerca rifugio in un amore saffico con una giovane allieva (Valentina Bellè). Ma va dritta. Come un’eroina mitologica non tradisce mai la sua idea. Sarà l’idea ad abbandonare lei, lasciandola libera di correre verso il futuro.
A questo straordinario personaggio Lucia Mascino dona tutta sé stessa, anima e corpo, andando oltre la qualità dell’interpretazione. Claudia è il suo oggetto di amore, cui si adegua in tutto e per tutto, non recitando, ma amando indefinitamente e senza condizioni.
Ora possiamo passare a fare il nostro dovere di critici. I meriti di Francesca Comencini, che ha adattato per lo schermo un suo romanzo, sono indiscutibili. Oltre Claudia, statua perfetta, modella perfettamente i suoi personaggi, creando fra loro un equilibrato contrappunto. Il percorso della sua protagonista si srotola in maniera fluida e credibile. Il tema sentimentale è in giusta misura alleggerito dal registro comico. Curata anche la confezione, in particolare il montaggio con un equilibrato utilizzo dei rimandi temporali. Convincenti anche gli altri interpreti, con Trabacchi perfettamente nella parte. Rimandata al mittente l’accusa di utilizzare luoghi comuni in materia di rapporti di coppia: parlare di ciò che è “comune” non è forse raccontare la vita?
Il peccato della Comencini è di non abbandonare completamente il romanzo o meglio l’idea del trattato sentimentale. Inserisce infatti fra le battute aforismi, aggiunge, sia pur con sapidi inserti, le sue provocatorie teorie, distraendo da una vicenda cui sarebbe stato sufficiente essere raccontata.
Completato il nostro compito, possiamo tornare a pensare a Claudia. Certo, lo abbiamo compreso: per alcuni amori è difficile stare al mondo. Ma forse ne sarebbe valsa la pena.
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manuelazarattini
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venerdì 1 dicembre 2017
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lento ma con brio
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Il film tratteggia una figura di donna che non riesce ad accettare la fine del suo amore. Però le angosce, le sofferenze e i tanti comportamenti esasperati, se pur reali sono forse troppo concentrati in un'unica figura femminile. E così Claudia, se pur impersonata dalla bravissima Lucia Mascino, risulta quasi avere un carattere border line, al limite della follia. Ad esempio quando urla e arringa le persone attonite dalla balaustra del Maxi di Roma, la galleria di arte moderna. Alla fine Claudia sembra ritrovare se stessa e i suoi impeti disperato paiono assopirsi. Ma per quanto? La storia comunque è piuttosto lunga, troppo "parlata" e quindi nell'insieme lenta. A parte le scene (in particolare quelle di Claudia con la sua amica collega, l'attrice Carlotta Natoli) che sono dei veri e propri cammei briosi divertenti e godibili.
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giggetto
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venerdì 1 dicembre 2017
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la saga infinita dell'amore
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Gran bel film, con degli attori molto bravi e convincenti. Superlativa la prova di Carlotta Natoli. Ad ogni film, Francesca Comencini si supera. A quando, finalmente, un film sul quartiere dell'Esquilino a Roma, dove tra l'altro vive? Potrebbe prendere spunto da un suggestivo racconto di Nicola La Gioia.
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criticona
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giovedì 30 novembre 2017
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un film coraggioso. da vedere e rivedere.
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Questo è un film da vedere più volte. La prima si ride a crepapelle per i tempi comici impeccabili, per un'ora e mezza di frasi che si fanno tutte ricordare e che spesso strizzano l'occhio a Woody Allen e danno corpo a una sceneggiatura articolata e accuratamente costruita. La seconda volta si entra nella vita di Claudia, nella sua disperata irruenza, nel suo dolore, in una vita autentica, che tutti conosciamo bene. Si scava sotto la leggerezza incontrando una storia che potrebbe non essere più recitata. Se poi si torna ancora, si scoprono sempre più dettagli. Si scopre di avere a che fare con un film coraggioso, perché affronta gli amori - tutti gli amori - con una sincerità nuova. Senza filtri, senza pudori, in tutte le sfaccettature possibili.
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Questo è un film da vedere più volte. La prima si ride a crepapelle per i tempi comici impeccabili, per un'ora e mezza di frasi che si fanno tutte ricordare e che spesso strizzano l'occhio a Woody Allen e danno corpo a una sceneggiatura articolata e accuratamente costruita. La seconda volta si entra nella vita di Claudia, nella sua disperata irruenza, nel suo dolore, in una vita autentica, che tutti conosciamo bene. Si scava sotto la leggerezza incontrando una storia che potrebbe non essere più recitata. Se poi si torna ancora, si scoprono sempre più dettagli. Si scopre di avere a che fare con un film coraggioso, perché affronta gli amori - tutti gli amori - con una sincerità nuova. Senza filtri, senza pudori, in tutte le sfaccettature possibili. Le stesse che incarna Claudia, una Lucia Mascino sontuosa (che spicca su un ottimo cast: Trabacchi, Bellè, Iaia Forte) e finalmente protagonista e cuore pulsante del film, che sa incarnare ogni sfumatura restando intensa e vera come solo i grandi sanno fare.
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benedetta zelig
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giovedì 30 novembre 2017
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stare al mondo, stare a galla, affrontare la vita
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Cosa succede quando la storia d'amore in cui si è investito tutto giunge a termine? Si aspetta riversi su un letto, con il cellulare tra le mani, e lo sguardo perso nel vuoto, che lui ritorni. inizia così il film di Francesca Comencini, con un'attesa, un eternità presente che divide passato e futuro, che porta dolore, che accentua le nevrosi, che estremizza la fragilità di una donna come Claudia che non depone mai le armi, neanche sotto tortura. "Amori che non sanno stare al mondo", a differenza di quanto dice il titolo, insegna a stare al mondo, o meglio a stare a galla, e a rimettersi ad affrontare il mare aperto della vita, quando anche restare a galla diventa insufficiente e si trasforma in palliativo per non soffrire troppo.
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Cosa succede quando la storia d'amore in cui si è investito tutto giunge a termine? Si aspetta riversi su un letto, con il cellulare tra le mani, e lo sguardo perso nel vuoto, che lui ritorni. inizia così il film di Francesca Comencini, con un'attesa, un eternità presente che divide passato e futuro, che porta dolore, che accentua le nevrosi, che estremizza la fragilità di una donna come Claudia che non depone mai le armi, neanche sotto tortura. "Amori che non sanno stare al mondo", a differenza di quanto dice il titolo, insegna a stare al mondo, o meglio a stare a galla, e a rimettersi ad affrontare il mare aperto della vita, quando anche restare a galla diventa insufficiente e si trasforma in palliativo per non soffrire troppo. E' vita vera, è quotidianità ciò che mette in scena Comencini, ed è interpretata magistralmente da Lucia Mascino e da Thomas Trabacchi in un film che tutti dovrebbero vedere per potersi guardare allo specchio e ritrovare nei propri errori, nelle decisioni affrettate, nei Sì e nei No detti con lasciva noncuranza.
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lanati78
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mercoledì 29 novembre 2017
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correte al cinema!
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Un film (un bel film) che parla a tutte le persone che hanno avuto il coraggio di innamorarsi nella vita, che hanno ostinatamente creduto che fosse per sempre anche quando il “per sempre” non c’era più, che hanno avuto il coraggio di perdersi per poi ritrovarsi e scoprire che “in fondo anche i Beatles si sono lasciati”...cosa aspettate ad andare a vederlo?
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mercoledì 29 novembre 2017
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imperdibile, io e annie oggi
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Un film bellissimo, sincero, inaspettato, ci ridi ci piangi e ci ridi di nuovo, ripensi a “Io e Annie” di Woody Allen e ti convinci che il cinema è una sorpresa che può parlare di cose che hai vissuto e non farti sentire l’unica (o l’unico) ad averle vissute. Vedetelo, vi verrà voglia di rivederlo e di pensare alla vita sorridendo.
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