preston
|
domenica 8 gennaio 2017
|
l'amore per la musica
|
|
|
|
Il film raconta la storia di un personaggio realmente esistito: Florence Foster Jenkins. Florence impersonata da una grande Meryl Streep ha 18 anni ha contratto la sifilide dal marito malattia che le rovinò la salute e le compromise le corde vocali. Diventata ricca ereditiera alla morte del padre e divorziato dal marito. si risposò (nella realtà probabilmente convisse) con un un uomo molto più giovane di lei: St. Clair Bayfield impersonato da Hugh Grant. Per circa trenta anni cercò di crearsi una carriera di soprano. Nella realtà se i critici furono molto discreti nei suoi confronti i suoi concerti erano limitati a pochi invitati scelti tra amici e conoscenti. Nel film (come d'altra parte nella realtà) appare come una donna che si illude di essere una vera cantante mentre non lo è, incoraggiata peraltro dal suo compagno (e manager) che compra i critici e i gli spettatori.
[+]
Il film raconta la storia di un personaggio realmente esistito: Florence Foster Jenkins. Florence impersonata da una grande Meryl Streep ha 18 anni ha contratto la sifilide dal marito malattia che le rovinò la salute e le compromise le corde vocali. Diventata ricca ereditiera alla morte del padre e divorziato dal marito. si risposò (nella realtà probabilmente convisse) con un un uomo molto più giovane di lei: St. Clair Bayfield impersonato da Hugh Grant. Per circa trenta anni cercò di crearsi una carriera di soprano. Nella realtà se i critici furono molto discreti nei suoi confronti i suoi concerti erano limitati a pochi invitati scelti tra amici e conoscenti. Nel film (come d'altra parte nella realtà) appare come una donna che si illude di essere una vera cantante mentre non lo è, incoraggiata peraltro dal suo compagno (e manager) che compra i critici e i gli spettatori. Il film che affronta gli ultimi anni della sua vita (morì a 76 anni) culmina con un concerto tenuto nella famosa Carnegie Hall e in cui ovviamente la protagonista rivela la mancanza di un minimo delle qualità necessarie per essere considerata una vera soprano. Un mese dopo il concerto muore.
Il film ha più di una lettura: l'amore per la musica che trascende la realtà e il vivere comune, l'avidità delle persone che l'adulano per la sua posizione sociale ed economica, l'ambiguità umana impersonata dal compagno che Florence mantiene agiatamente e che ha una seconda vita con una donna giovane e bella, ma ciò nonostante è premuroso con Florence e l'asseconda nel suo amore per la musica che diventa alla fine un vero delirio.
Francamente il film, molto accurato nei particolari, appare lento e manca di quel guizzo che lo renda uno spettacolo indimenticabile. Peraltro si risolleva con una splendida, appare quasi superfluo dirlo, interpretazione di Meryl Streep che certamente concorrerà all'Oscar ed un ottima interpretazione di Hugh Grant anche se sarebbe stato meglio che l'attore facesse sfoggio di un minor numero di smorfie.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a preston »
[ - ] lascia un commento a preston »
|
|
d'accordo? |
|
maurizio meres
|
domenica 8 gennaio 2017
|
grandi attori
|
|
|
|
La bellezza del film è dettata dalla grande interpretazioni dei tre protagonisti,la Meryl Streep oserei dire superba,si vede tutta la grande professionalità che la distingue ormai da lungo tempo,è come se volesse dire al grande publico che è ancora una delle migliori,fa rivivere il personaggio in tutta la sua sofferenza nella malattia ma con una grande voglia di vivere,riempie la scena in un trionfo di recitazione.
Hugh Grant,superlativo entra in simbiosi con la Streep nel migliore dei modi,asseconda il personaggio o meglio l'attrice come se avessero vissuto la storia,e soprattutto è reale per quel periodo.
La bella sorpresa è Simon Helberg, perfetto nell'interpretazione del musicista squattrinato,incredulità,amore per la musica,consapevolezza di accettare nella trama una situazione assurda,perfetto nella parte,meritevole dei riconoscimenti ricevuti.
[+]
La bellezza del film è dettata dalla grande interpretazioni dei tre protagonisti,la Meryl Streep oserei dire superba,si vede tutta la grande professionalità che la distingue ormai da lungo tempo,è come se volesse dire al grande publico che è ancora una delle migliori,fa rivivere il personaggio in tutta la sua sofferenza nella malattia ma con una grande voglia di vivere,riempie la scena in un trionfo di recitazione.
Hugh Grant,superlativo entra in simbiosi con la Streep nel migliore dei modi,asseconda il personaggio o meglio l'attrice come se avessero vissuto la storia,e soprattutto è reale per quel periodo.
La bella sorpresa è Simon Helberg, perfetto nell'interpretazione del musicista squattrinato,incredulità,amore per la musica,consapevolezza di accettare nella trama una situazione assurda,perfetto nella parte,meritevole dei riconoscimenti ricevuti.
La sceneggiatura,molto fragile,abile il regista nel dare peso alla bellissima fotografia e soprattutto ai costumi,veramente splenditi.
Il tutto contornato da classici della storia dell'opera.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a maurizio meres »
[ - ] lascia un commento a maurizio meres »
|
|
d'accordo? |
|
enzo70
|
domenica 8 gennaio 2017
|
una bella storia, cast superbo, film sufficiente
|
|
|
|
Il film è tratto da una incredibile storia vera. Florence Foster Jenkins, interpretata dalla solita deliziosa, Meryl Streep, è stata una grandissima amante della musica ed ha sostenuto la scena musicale newyorkese per un lunghissimo periodo. Ma il grande desiderio della donna è sempre stato quello di cantare, nonostante non avesse alcun talento; ed una vena di follia, probabilmente alimentata dalla sifilide, malattia di cui la donna era malata, l’ha portata ad esibirsi in un concerto pubblico, con risultati disastrosi; ed una recensione sul Post le ha dato tanto dolore da condurla alla morte. Il regista Stephen Frears è nel suo ambito: ha diretto Lady Henderson presenta, The Queen e la fantastica storia di Philomena.
[+]
Il film è tratto da una incredibile storia vera. Florence Foster Jenkins, interpretata dalla solita deliziosa, Meryl Streep, è stata una grandissima amante della musica ed ha sostenuto la scena musicale newyorkese per un lunghissimo periodo. Ma il grande desiderio della donna è sempre stato quello di cantare, nonostante non avesse alcun talento; ed una vena di follia, probabilmente alimentata dalla sifilide, malattia di cui la donna era malata, l’ha portata ad esibirsi in un concerto pubblico, con risultati disastrosi; ed una recensione sul Post le ha dato tanto dolore da condurla alla morte. Il regista Stephen Frears è nel suo ambito: ha diretto Lady Henderson presenta, The Queen e la fantastica storia di Philomena. E certo non gli è mancata in questo Florence la storia, Meryl Streep, Hugh Grant e un ottimo Simon Helberg. Ma a Florence, che per carità è un bel film, manca quel tocco di grandezza cinematografia per una storia ed un cast che potevano ambire ad un risultato migliore.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a enzo70 »
[ - ] lascia un commento a enzo70 »
|
|
d'accordo? |
|
francesca romana cerri
|
venerdì 6 gennaio 2017
|
eccezionale. la menzogna e il potere economico.
|
|
|
|
E' un assoluto capolavoro e non mi ha stupito leggere le recensioni tiepidine perchè è un film che colpisce talmente la platea fornendogli un impietoso specchio che solo chi ha vero talento può riderne e commuoversi, tutti gli altri si difendono.
Poichè il c'entro del film, ispirato ad una storia vera e architettato benissimo perchè esca fuori l'aspetto simbolico della vicenda è la Menzogna e il Potere economico. La nostra protagonista è miliardaria , ha molti soldi a disposizione e una corte di miracoli pronta ad assecondarla , consorte compreso che tuttosommato le è sinceramente affezionato nonostante il rapporto puramente cerebrale . Grazie ai soldi che ha a disposizione a nessuno conviene dirle in faccia la verità: lei non è un artista , è negata .
[+]
E' un assoluto capolavoro e non mi ha stupito leggere le recensioni tiepidine perchè è un film che colpisce talmente la platea fornendogli un impietoso specchio che solo chi ha vero talento può riderne e commuoversi, tutti gli altri si difendono.
Poichè il c'entro del film, ispirato ad una storia vera e architettato benissimo perchè esca fuori l'aspetto simbolico della vicenda è la Menzogna e il Potere economico. La nostra protagonista è miliardaria , ha molti soldi a disposizione e una corte di miracoli pronta ad assecondarla , consorte compreso che tuttosommato le è sinceramente affezionato nonostante il rapporto puramente cerebrale . Grazie ai soldi che ha a disposizione a nessuno conviene dirle in faccia la verità: lei non è un artista , è negata . Tutti assecondano il suo sogno fuori dalla realtà, lo rinforzano perchè lei , pur se patetica, ha Potere. Può permettersi di allestire concerti in spazi prestigiosi , il pubblico è largamente pagato dal marito per accettare lo scempio della musica , qualcuno scambia la mancanza di talento per comicità e così passa il tempo senza che lei mai si accorga della sua assoluta incapacità a cantare. E si capisce che c'è anche una componente di rigidità assoluta di Florence ( ennesimo grande personaggio della Streep) ad ammettere l'ovvio: che lei e l'arte sono a distanza di mille miglia. Ebbene questa Menzogna Sociale quasi tutti la cercano dagli altri nel loro lavoro che sia artistico o non, quasi tutti vogliono approvazione e non sono pronti alla Verità delle cose. Ecco perchè solo le persone che sanno di aver talento possono apprezzare questo film perchè chi ha talento è spietato con se stesso e più sincero degli altri e non ha così il terrore delle critiche , se le può permettere. Il film merita l'Oscar per la sceneggiatura, regia e attori; un film adatto solo ai talentuosi per gli altri è troppo duro.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a francesca romana cerri »
[ - ] lascia un commento a francesca romana cerri »
|
|
d'accordo? |
|
maumauroma
|
venerdì 6 gennaio 2017
|
florence
|
|
|
|
Quest'ultima opera di Stephen Frears rievoca la storia vera di Florence Foster Jenkins, facoltosa signora dell'alta borghesia newyorkese, appassionata di musica , dedita al mecenatismo e assidua dispensatrice di ricche donazioni a favore di artisti, di teatri e di fondazioni musicali. Grazie a tali prebende si "guadagno' " in tal modo l'amicizia di famosi cantanti e direttori d'orchesta dell'epoca (siamo a meta' del novecento) tra cui quella del mitico Arturo Toscanini. La Foster Jenkins, peraltro gravemente malata per una cronica forma di sifilide contratta 50 anni addietro dal primo marito, riusci, grazie all'opera del devoto anche se fedifrago secondo marito, e a una fitta platea di perbenisti e opportunisti, a esibirsi come cantante presso importanti teatri di New York, nonostante fosse completamente e clamorosamente stonata, ottenendo all'epoca un notevole e imprevisto successo.
[+]
Quest'ultima opera di Stephen Frears rievoca la storia vera di Florence Foster Jenkins, facoltosa signora dell'alta borghesia newyorkese, appassionata di musica , dedita al mecenatismo e assidua dispensatrice di ricche donazioni a favore di artisti, di teatri e di fondazioni musicali. Grazie a tali prebende si "guadagno' " in tal modo l'amicizia di famosi cantanti e direttori d'orchesta dell'epoca (siamo a meta' del novecento) tra cui quella del mitico Arturo Toscanini. La Foster Jenkins, peraltro gravemente malata per una cronica forma di sifilide contratta 50 anni addietro dal primo marito, riusci, grazie all'opera del devoto anche se fedifrago secondo marito, e a una fitta platea di perbenisti e opportunisti, a esibirsi come cantante presso importanti teatri di New York, nonostante fosse completamente e clamorosamente stonata, ottenendo all'epoca un notevole e imprevisto successo. Florence, come del resto tutte le opere di Frears, si fa apprezzare per la accuratissima ricostruzione degli ambienti e per l'eleganza dei costumi. Bravissimi tutti gli attori, in particolare Simon Helberg nel ruolo del pianista accompagnatore della Jenkins. Sotto una patina un po' manieristica questo film nasconde comunque un messaggio inquietante anche se vecchio come il mondo, cioe' quanto conti il potere dei soldi. Soprattutto ai giorni nostri, nell'epoca del web e dei social, dove a una miriade di sedicenti artisti (non solo in campo musicale) del tutto mediocri, basta un bel portafoglio gonfio , una buona dose di opportunismo e, perche' no, parecchia faccia tosta, per raggiungere in brevissimo tempo un successo su scala planetaria del tutto impensato e immeritato
[-]
|
|
[+] lascia un commento a maumauroma »
[ - ] lascia un commento a maumauroma »
|
|
d'accordo? |
|
nalipa
|
giovedì 5 gennaio 2017
|
deboluccia la sceneggiatura.....
|
|
|
|
Le tre stelle sono per gli attori in quanto ho trovato la sceneggiatura un po' deboluccia.
La vicenda, tratta da una storia vera, e' la vita della cantante Florence Foster Jenkins; ricca altoborghese americana che nonostante fosse una pessima interprete d'opera si esibi' accompagnata al piano da Cosme' McMoon in teatri importanti mentre il marito teneva lontani i critici.
La Streep e Grant moto bravi ma.........il film non mi e' parso del tutto riuscito.
Si ride e ... si piange, ma .....il regista forse avendo attori cosi' capaci si e' un po ' distratto?
|
|
[+] lascia un commento a nalipa »
[ - ] lascia un commento a nalipa »
|
|
d'accordo? |
|
francesco izzo
|
mercoledì 4 gennaio 2017
|
leggero e divertente
|
|
|
|
Filmetto natalizio in cui la presenza di hugh grant (tra i protagonisti) garantisce la leggerezza del prodotto..
E' brava come al solito la Streep a rendere l'ingenua attricetta americana anni 40 con velleità canore. Simpatico anche il personaggio del giovane pianista, trascinato dall'avidità del "marito" - accoppiato a tutti gli effetti ad una donna ben più giovane finché dura - nel vortice degli spettacoli con insuccesso/successo finale. Lì la commedia diventa farsesca (con risvolto solidaristico a stelle e strisce)- anzi lo era stata spesso anche prima .- e finisce nel dramma in seguito alla scoperta da parte della donna delle critiche dei giornalisti seri ed al suo conseguente malore.
[+]
Filmetto natalizio in cui la presenza di hugh grant (tra i protagonisti) garantisce la leggerezza del prodotto..
E' brava come al solito la Streep a rendere l'ingenua attricetta americana anni 40 con velleità canore. Simpatico anche il personaggio del giovane pianista, trascinato dall'avidità del "marito" - accoppiato a tutti gli effetti ad una donna ben più giovane finché dura - nel vortice degli spettacoli con insuccesso/successo finale. Lì la commedia diventa farsesca (con risvolto solidaristico a stelle e strisce)- anzi lo era stata spesso anche prima .- e finisce nel dramma in seguito alla scoperta da parte della donna delle critiche dei giornalisti seri ed al suo conseguente malore.
Il film va bene per le feste natalizie e per digerire il panettone.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a francesco izzo »
[ - ] lascia un commento a francesco izzo »
|
|
d'accordo? |
|
no_data
|
martedì 3 gennaio 2017
|
eccellente streep, soggetto inesistente
|
|
|
|
Non si comprende come questa piacevole, a tratti comica, e molto delicata pellicola possa essere stata tanto osannata dalla critica. Ottima l'interpretazione della Streep, grandissima attrice dal talento indiscusso che ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, stupisce per la sua versatilità. Bravissimo e impeccabile Hugh Grant, che lasciate le vesti del romanticone di Notting Hill veste impeccabilmente i panni dell'attore maturo e si misura con un ruolo che valorizza la sua esperienza. Ma è il soggetto della sceneggiatura a essere il vero limite in questo film. Trama invero poco interessante: Florence è una melomane mecenate da tempo malata di sifilide che vive nella New York degli anni quaranta, del tutto priva di qualsiasi talento musicale o recitativo che solo grazie alla sua cospicua eredità riesce a organizzare e a esibirsi in un concerto nella prestigiosa Carnegie Hall nel quale, sempre dietro pagamento (a sua insaputa, tuttavia) viene chiamato un pubblico ad applaudirla.
[+]
Non si comprende come questa piacevole, a tratti comica, e molto delicata pellicola possa essere stata tanto osannata dalla critica. Ottima l'interpretazione della Streep, grandissima attrice dal talento indiscusso che ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, stupisce per la sua versatilità. Bravissimo e impeccabile Hugh Grant, che lasciate le vesti del romanticone di Notting Hill veste impeccabilmente i panni dell'attore maturo e si misura con un ruolo che valorizza la sua esperienza. Ma è il soggetto della sceneggiatura a essere il vero limite in questo film. Trama invero poco interessante: Florence è una melomane mecenate da tempo malata di sifilide che vive nella New York degli anni quaranta, del tutto priva di qualsiasi talento musicale o recitativo che solo grazie alla sua cospicua eredità riesce a organizzare e a esibirsi in un concerto nella prestigiosa Carnegie Hall nel quale, sempre dietro pagamento (a sua insaputa, tuttavia) viene chiamato un pubblico ad applaudirla. Attorno a questo soggetto che sarebbe stato di per sé debole o quasi inesistente, il merito del regista è di avere estrapolato una delicata commedia che non scade mai nell'esibizionismo caricaturale (aiutato in questo da un'incommensurabile Streep) o nel pietismo. Strappa qualche risata ma rimane un film medio, non un capolavoro quale alcune recensioni lasciano intendere.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a no_data »
[ - ] lascia un commento a no_data »
|
|
d'accordo? |
|
flyanto
|
lunedì 2 gennaio 2017
|
il ritratto di una "macchietta" canora
|
|
|
|
"Florence", l'ultima opera cinematografica del regista inglese Stephen Frears, racconta la storia della miliardaria americana Florence Foster Jenkins che si dedicò per tutta la vita alla sua grandissima passione per il canto senza però averne il benchè minimo talento. Sposata in seconde nozze con un uomo più giovane di lei, un artista fallito e senza un soldo ma che le stette sempre accanto devotamente sino alla morte e soprattutto assecondandola nella sua smodata passione per il canto, Florence si presentava davanti al pubblico nei vari teatri della New York dell'epoca (siamo negli anni '40 , in pieno secondo conflitto mondiale) esibendosi come cantante lirica ma creando delle manifestazioni canore molto scadenti, per non dire al limite del ridicolo.
[+]
"Florence", l'ultima opera cinematografica del regista inglese Stephen Frears, racconta la storia della miliardaria americana Florence Foster Jenkins che si dedicò per tutta la vita alla sua grandissima passione per il canto senza però averne il benchè minimo talento. Sposata in seconde nozze con un uomo più giovane di lei, un artista fallito e senza un soldo ma che le stette sempre accanto devotamente sino alla morte e soprattutto assecondandola nella sua smodata passione per il canto, Florence si presentava davanti al pubblico nei vari teatri della New York dell'epoca (siamo negli anni '40 , in pieno secondo conflitto mondiale) esibendosi come cantante lirica ma creando delle manifestazioni canore molto scadenti, per non dire al limite del ridicolo. Ciò nonostante divenne famosa, oltre che derisa, e molte delle sue performances "particolari" furono addirittura incise in dischi che andarono letteralmente a ruba.
Una storia autobiografica che Stephen Frears riprende e presenta in maniera raffinatamente comica, sia pure in alcune parti esagerando un poco, in modo tale da rendere meno penoso il ritratto di una donna priva di alcun talento artistico, illusa all'inverosimile e dalla personalità alquanto singolare dovuta anche alla sua decennale malattia ereditata dal primo marito. Il film, rispetto ai precedenti lavori di Frears, risulta un poco inferiore, quasi come fosse un puro e semplice ritratto di una "macchietta", nonchè privo di alcun aspetto eclatante, ma ciò che dà maggiormente valore ad esso è senza alcun dubbio l'interpretazione di Meryl Streep nella parte di Florence e di Hugh Grant in quella del marito più giovane ed a lei devoto Due attori che duettano molto bene insieme, in perfetta sintonia e perfettamente equilibrati nell'un poco esagerato e comico ritratto dei loro personaggi: l'una svampita e "sopra le righe" e l'altro sinceramente ossequioso nei modi e rispettoso ad oltranza della volontà della ricca consorte e riconoscente e fedele "servitore" dei suoi capricci. Una menzione speciale, inoltre, va rivolta anche a Simon Helberg che interpreta il giovane pianista che accompagnò sempre Florence in tutte le sue performances canore: anch'egli ossequioso e diligentemente al servizio dei capricci della donna oltre che sinceramente a lei legato dal punto di vista affettivo.
Pertanto, nel suo complesso, "Florence" risulta un film assai piacevole e dunque consigliabile ad un pubblico che, pur apprezzando il buon e raffinato cinema, nulla di più, per ciò che concerne il contenuto, deve aspettarsi.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a flyanto »
[ - ] lascia un commento a flyanto »
|
|
d'accordo? |
|
robert eroica
|
domenica 1 gennaio 2017
|
una coomedia stonata
|
|
|
|
A “Florence”, per essere uno dei campioni nell’estetica del brutto, manca del tutto la consapevolezza. Quella derivante dalle ambizioni smodate e dalla scarsa autocritica della sua protagonista, Florence Jenkins, mecenate e ricchissima, ma senza alcuna dote artistica nella voce. L’orrore del canto diventa allora scimmiottamento della messa in scena, allitterazione compulsiva verso il ridicolo, strascico imbarazzato di antichi lustri divistici. La Streep ormai è senza difese: potranno anche darle tutti i premi del mondo, ma è la maniera della maniera della maniera, la messa in abisso definitiva della gigioneria a cui un attore può abbandonarsi. E Hugh Grant, con un bel po’ di rughe, con cui crede di poter recitare la vecchiezza senza lustro di un Pasternak, nei panni del marito pietoso e devoto (ma fino ad un certo punto) è letteralmente impresentabile.
[+]
A “Florence”, per essere uno dei campioni nell’estetica del brutto, manca del tutto la consapevolezza. Quella derivante dalle ambizioni smodate e dalla scarsa autocritica della sua protagonista, Florence Jenkins, mecenate e ricchissima, ma senza alcuna dote artistica nella voce. L’orrore del canto diventa allora scimmiottamento della messa in scena, allitterazione compulsiva verso il ridicolo, strascico imbarazzato di antichi lustri divistici. La Streep ormai è senza difese: potranno anche darle tutti i premi del mondo, ma è la maniera della maniera della maniera, la messa in abisso definitiva della gigioneria a cui un attore può abbandonarsi. E Hugh Grant, con un bel po’ di rughe, con cui crede di poter recitare la vecchiezza senza lustro di un Pasternak, nei panni del marito pietoso e devoto (ma fino ad un certo punto) è letteralmente impresentabile. Così come gli altri attori di contorno, che non meritano lungaggini critiche (la figura del pianista tenuamente gay, per dire, è davvero ripugnante). Frears si ricorda di essere stato un regista solo nelle ultime scene (quelle della improvvisa lucidità di Florence, per strada, davanti ad un giornale che ne critica duramente l’esibizione alla Carnegie Hall, affidato ad un bel volo di gru che cattura la solitudine della protagonista, sola in mezzo alla folla). Ma ormai la frittata è ormai fatta. Sullo stesso argomento, traslato per epoca e contesto, il di poco precedente “Marguerite” di Xavier Giannoli (passato a Venezia nel 2015 e poi con una scarsa distribuzione nelle sale italiane) appare un capolavoro. “Florence” ambisce al vero flop cinematografico del 2016.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a robert eroica »
[ - ] lascia un commento a robert eroica »
|
|
d'accordo? |
|
|